Elezioni 2022: le reazioni dei leader di partito. Meloni: "Governo a guida Fratelli d'Italia". Letta pronto a lasciare la guida del Pd
Raggiante Conte, soddisfazione in Forza Italia. Attese in mattinata le parole dei grandi delusi Letta e Salvini.
Giorgia Meloni asso pigliatutto, Lega e Pd giù, Movimento Cinque Stelle che si conferma essere il vero "terzo polo". Mentre è ancora in corso lo spoglio delle schede, i risultati delle elezioni politiche 2022 sono già chiari. E da questa notte arrivano le prime reazioni.
Elezioni 2022, Meloni: "Governo a trazione FdI"
La grande vincitrice è lei, Giorgia Meloni, che ha portato Fratelli d'Italia non solo a guidare la vittoria del Centrodestra, ma anche a essere il primo partito d'Italia. E ora reclama i suoi meriti.
"Oggi abbiamo scritto la storia. Dagli italiani arriva un'indicazione chiara per un governo di Centrodestra a guida Fratelli d'Italia. Non tradiremo la vostra fiducia. Siamo pronti a risollevare l’Italia".
Animi diversi nella coalizione vincitrice, dove chi non sorride è Matteo Salvini. La sua Lega dimezza il consenso del 2018 e fa segnare un tracollo rispetto alle Europee del 2019, quando prese il 34%. Il leader del Carroccio in serata ringraziava gli elettori per la vittoria del Centrodestra.
Alle 11.50 Salvini ha incontrato i giornalisti, rivendicando la presenza sul territorio delle sedi e dei militanti della Lega e la vittoria del Centrodestra.
"Oggi è un lunedì in cui dopo tanti anni c'è un Governo scelto dai cittadini, con una maggioranza chiara. Spero che per cinque anni si tiri dritto, senza stravolgimenti. Fino alle 4 del mattino ho messaggiato con Giorgia Meloni a cui ho fatto i complimenti: è stata brava e lavoreremo insieme".
Poi ha affrontato la caduta della Lega.
"Politicamente parlando è stata premiata l'opposizione. Per la Lega, la militanza e i sindaci, stare al Governo con Draghi e il Pd non è stato semplice, ma lo rifarei perché con l'Italia chiusa per Covid. Se avessimo scelto di trascinare per altri nove mesi un Governo stanco e dormiente sarebbe stato un problema non solo per la Lega. Il risultato non mi soddisfa, perché non ho lavorato per il 9%, ma sarà un 9% in un Governo di centrodestra in cui saremo protagonisti. Fino a ieri avevo il doppio dei voti in un Governo che ci vedeva come un fastidio. Meglio avere il 9% al Governo che averlo all'opposizione. Gli elettori hanno premiato chi ha fatto cadere questo Governo, dimostrando che avevamo ragione noi dicendo che era una storia finita".
"Non era facile tenere l'elettorato che ci ha visto in un Governo del genere. Per questo sono sicuro che abbiamo ampi margini di recupero, perché quando la Lega è al Governo non ce n'è".
Poi, un accenno sulla Lombardia:
"Il centrodestra ha la maggioranza assoluta, buon segnale per le Regionali: dunque squadra che vince non si cambia" (ma bisognerà vedere cosa ne penseranno gli alleati).
Martedì sarà convocato il Consiglio federale della Lega e saranno fatte tutte le valutazioni del caso.
Soddisfazione invece in Forza Italia. Berlusconi aveva dichiarato - intercettato al bar - domenica mattina che avrebbe voluto superare la Lega. Non ci è riuscito, ma ci è andato molto vicino, consolidando il suo zoccolo duro di elettorato pur avendo perso pezzi da novanta come Gelmini, Carfagna e Brunetta.
Per gli azzurri ha parlato Antonio Tajani, che ha definito FI come "l'equilibratore del Governo".
"Giorgia Meloni è brava, ma non ha mai governato. Le daremo una mano".
I grandi sconfitti: il Pd
Per il Pd nella serata di ieri ha parlato Debora Serracchiani, che ha definito la vittoria di Fratelli d'Italia "un momento triste per il Paese", rivendicando poi il ruolo di partito di maggioranza relativa nell'opposizione.
Concetto ribadito in mattinata da Enrico Letta:
"Abbiamo tentato, per la verità da soli, che la legislatura arrivasse a scadenza naturale. Abbiamo poi messo tutto l'impegno possibile per costruire un'alternativa credibile a questa destra. Oggi il Pd, pur con un risultato insoddisfacente, è il secondo gruppo politico italiano e la prima forza di opposizione. Sarà un'opposizione dura e intransigente. Non permetteremo che l'Italia si stacchi dai valori della Costituzione e da domani promettiamo uno sforzo per pensare al nostro futuro. Siamo di fronte a una destra che più destra non è mai stata".
Letta è tornato poi sul "campo largo", anche con qualche accusa:
"I numeri dimostrano che era l'unico modo per battere questa destra, però alcuni interlocutori si sono sfilati non per colpa nostra. Anzi, a Roma abbiamo dovuto scontrarci col fuoco amico: Calenda sapeva che lì ci sarebbe stata Emma Bonino e candidarsi lì non ha fatto altro che favorire la destra".
Come nella Lega, anche nel Pd è prossima la "resa dei conti": nei prossimi giorni è in programma una serie di incontri per arrivare presto al congresso (che dovrebbe arrivare a marzo). Letta ha anticipato che non si ripresenterà.
Silenzio al momento anche da Luigi Di Maio, che non entrerà neppure in Parlamento.
I Cinque Stelle
Raggiante, quasi al pari di Meloni, anche Giuseppe Conte. Il Movimento Cinque Stelle con una rimonta clamorosa ha sovvertito i pronostici, si è piazzato al terzo posto tra i partiti quasi doppiando Lega e Forza Italia e distanziando nettamente pure il terzo polo di Calenda e Renzi.
"Tutti ci davano in picchiata e la rimonta è stata significativa: siamo la terza forza politica e quindi abbiamo una grande responsabilità", ha detto Conte, che con la sua campagna elettorale si è concentrato nelle ultime settimane soprattutto sul Sud Italia, dove ha raggiunto risultati di grande rilievo.
Calenda fa l'indovino
Carlo Calenda non può dirsi certo soddisfatto del risultato del terzo polo. Sia perché non ha raggiunto la doppia cifra indicata come obiettivo, sia per la distanza dal M5s. Ma non rinuncia al ruolo di "indovino". E stamattina twitta:
"Nei prossimi mesi si consolideranno tre schieramenti: la destra al Governo; una sinistra sempre più populista che nascerà dalla risaldatura tra PD e 5S, e il nostro polo riformista".
"Il nostro era un obiettivo ambizioso: arginare le destre e proseguire con un Governo Draghi. Ma per farlo serviva un risultato a due cifre e non era facile con una lista nata a ridosso dalle elezioni. Gli italiani hanno scelto una maggioranza di destra sovranista: la consideriamo una scelta ricca di incertezze e pericolosa".
Dalla parte di Italia Viva parla Maria Elena Boschi, che sposta l'attenzione sugli altri sconfitti.
"Mi pare che, dati alla mano, gli sconfitti siano Letta e Salvini. Forse se Letta non fosse stato guidato dal rancore personale, magari oggi i risultati sarebbero stati diversi".