Dopo lo sgambetto in Parlamento, Conte prova in extremis a salvare il voto alle Comunali
Un declino inesorabile testimoniato dai numeri: alle prossime Amministrative correranno solo 62 liste in tutta Italia, 12 in Lombardia, zero in Sardegna.
Dopo lo sgambetto in Parlamento, l'ex premier Giuseppe Conte prova in extremis a salvare il voto del Movimento 5 Stelle alle Comunali. Ma l'impresa pare disperata e la situazione sembra ormai fuori controllo. Solo 64 Comuni su 978 che saranno chiamati al voto per le Amministrative vedranno in corsa una lista del Movimento 5 Stelle.
Nel 2021, all'esordio dell'ex presidente del Consiglio alla guida dei pentastellati, erano 103 le liste che si erano presentate all'appuntamento elettorale.
Conte, sgambetto in Parlamento e disperata campagna elettorale
Piove sul bagnato dunque in casa 5 Stelle. Sebbene il consenso nazionale sia dato tutto sommato in tenuta e ancora abbondantemente in doppia cifra, la gestione del movimento sia in Parlamento che nelle dinamiche dell'attivismo sul territorio sembra attraversare una crisi senza fine.
Neanche il tempo di metabolizzare, se mai c'è modo di riuscirci, lo sgambetto ricevuto in Parlamento alla Commissione Esteri con l'elezione di Stefania Craxi alla presidenza, ecco che Conte si trova a fare i conti con quella che pare una campagna elettorale per le Amministrative ormai disperata. Molto più che una quasi impossibile (rin)corsa contro il tempo.
Attivismo (e consenso) in declino: dove (non) si corre
Per le elezioni Comunali del 12 giugno (si vota in un solo giorno), il Movimento 5 Stelle corre in 18 capoluoghi su 26.
Non è presente a Belluno, Como, Lucca, Monza, Oristano, Parma, Rieti (dove però c'è perlomeno una lista composta da attivisti e con chiari riferimenti a Conte e agli stellati) e Verona.
Un caso emblematico a Monza dove cinque anni fa Di Battista e Di Maio furono protagonisti di un affollato happening elettorale e dove per questa tornata elettorale erano già stati affissi i manifesti della candidata sindaco. Salvo, il contrordine e la "ritirata".
Tutte defezioni che hanno provocato clamore e malcontento tra gli iscritti e gli attivisti. Anche perché in alcune zone il M5S è praticamente sparito. Un dato che ben si comprende se si pensa che i pentastellati una presenza "nutrita" nella regione più popolosa d'Italia, la Lombardia (dove corrono in 12 Comuni), ma che non è certo un territorio dove i grillini hanno mai davvero concretamente "sfondato".
Effetto Conte: tiene botta la Puglia, scompare la Sardegna
Ad ogni modo, tolti quei 12 Comuni, in Italia la compagine M5s è di fatto "ridotta" a 50 Comuni in tutta Italia.
Dietro alla Lombardia, "tiene botta" la Puglia con 11 liste, mentre "scompare" la Sardegna dove non ci sono candidati in corsa a tenere alti i colori giallorossi.
In declino anche l'esperienza pentastellata in Campania dove ci sono solo sei liste. Nelle altre Regioni non sono invece presenti più di due liste.
La scomparsa dei Meet up
Oltre alle liste, altro segno dei tempi che cambiano è dato dalla "scomparsa" dei Meet up. Dal 2005, anno di lancio del movimento ad ora, sono praticamente evaporati: erano 1.275, adesso sono 195. I membri sono 64.235 ed erano 167.007.
La dead line del 12 giugno
Ecco allora che quella del 12 giugno (giornata di elezioni Amministrative e quesiti referendari) si preannuncia a tutti gli effetti una vera e propria "dead line" dove l'esito del voto potrebbe rappresentare uno spartiacque non solo per il movimento, ma anche e soprattutto per l'attuale presidente Giuseppe Conte.
C'è chi non aspetta altro che il 12 giugno per chiedere la testa dell'ex premier, anche perché dopo quella data il movimento ha in programma la riorganizzazione sul territorio con i referenti provinciali e regionali. E a quel punto per il M5S potrebbe scattare davvero l'anno zero.