De Luca Masaniello, la protesta contro il Governo finisce con una "stron.." alla Meloni
La manifestazione di piazza nella Capitale ha avuto un epilogo che potrebbe ora finire a carte bollate
Il sindaco (e ormai da tempo governatore) sceriffo e la marcia su Roma. Gli insulti alla premier e l'arringa alla folla in versione di un moderno Masaniello.
Ieri Vincenzo De Luca, il vulcanico governatore della Campania non si è certo risparmiato nell'andare all'attacco del Governo.
E la manifestazione di piazza nella Capitale finirà ora con tutta probabilità a carte bollate.
La "marcia su Roma", cronaca di una giornata movimentata
Come detto, lo scontro tra il vulcanico rappresentante del Pd e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni (ma anche con altri rappresentanti della maggioranza) è degenerato ieri, venerdì 16 febbraio.
De Luca che è arrivato a Roma insieme a numerosi sindaci della Campania (ma anche lucani, pugliesi e calabresi) per protestare contro le strategie del Governo, in particolare sullo "spauracchio" per molti amministratori del Sud dell'Autonomia differenziata e il blocco dei fondi di sviluppo e coesione.
Il rappresentante dem ha cercato di farsi ricevere dal ministro per gli Affari europei, Politiche di coesione e PNRR, Raffaele Fitto, poi di fronte al diniego di un confronto con il rappresentante del Governo ha lanciato una provocazione verso le forze dell'ordine:
"Non possono ignorarci, qualcuno ci deve ricevere, altrimenti (rivolto appunto alla Polizia) dovranno ucciderci".
L'invettiva del governatore della Campania
Dalla sanità alle infrastrutture, De Luca è andato all'attacco della leader di Fratelli d'Italia:
"Deve chiedere scusa al sud, calpesta la nostra dignità"
Lo scontro tra "Vai a lavorare" e "stronza" alla premier
Tutto questo mentre ironia del destino, proprio la premier stava firmando un accordo tra il Governo e la Regione Calabria (a guida Centrodestra) per lo stanziamento di importanti risorse economiche (3 miliardi per 317 progetti).
Venuta a conoscenza di quanto stava accadendo a Roma, Meloni ha sentenziato senza andare troppo per il sottile:
"De Luca? Pensi a lavorare visto che ha speso solo il 24% dei fondi che sono stati messi a disposizione della sua Regione. Tutti i governatori si stanno dando da fare per rilanciare il Paese, tranne lui...".
La risposta, non certo oxfordiana del governatore campano nei confronti del presidente del Consiglio è arrivata a stretto giro di posta:
"Vada lei a lavorare, stronza...".
Epilogo a carte bollate?
La vicenda finirà ora quasi certamente a carte bollate. A De Luca ha infatti risposto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati:
"Può un rappresentante delle istituzioni riferirsi con toni offensivi al Presidente del Consiglio? I dirigenti del PD, a partire dal segretario Schlein, non provano imbarazzo alcuno nel vedere un Presidente di Regione insultare, irridere e dileggiare chiunque osi contrastarlo. De Luca si dimetta!".
Un invito a dissociarsi che era arrivato al segretario del Pd anche dalla stessa Giorgia Meloni.
Nel frattempo, De Luca, non nuovo a pesanti scontri contro i rappresentanti del Governo, ha invece annunciato il ricorso alle carte bollate proprio nei confronti del rappresentante FdI:
"Il deputato Foti sarà querelato per le dichiarazioni rese al tg di Retequattro. La Campania avrebbe speso solo il 24 per cento delle risorse Fsc. È l’ennesima notizia falsa e completamente inventata. Ne risponderà".