Verso il voto

Come funziona l'elezione del presidente della Repubblica

Come si svolgeranno le votazioni, il quorum necessario e l'insalatiera.

Come funziona l'elezione del presidente della Repubblica
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Corsa al Quirinale. Per la successione all'attuale presidente Sergio Mattarella il dado è tratto. Il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, a partire dalle  15 del 24 gennaio, per l'elezione del presidente della Repubblica.

Come funziona l'elezione del presidente della Repubblica

La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dagli articoli 83, 84 e 85 della Costituzione. La convocazione avviene trenta giorni prima della scadenza del mandato: quello di Sergio Mattarella scadrà il 3 febbraio 2022.
Saranno 1.008 o 1.009 i Grandi elettori riuniti in seduta comune (il decesso nella giornata di domenica 23 gennaio 2022 di Vincenzo Fasano ha portato a 1.008 i grandi elettori): 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.

Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l’elezione è rappresentata dai due terzi dei componenti dell’Assemblea, che sulla base di 1.009  Grandi elettori sarebbe di 673  voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta, pari a 505 voti.

I primi a votare saranno i senatori, poi i deputati e infine i delegati regionali: ciascuno entrerà in cabina e scriverà il nome prescelto.   Lo spoglio viene eseguito dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce.

Le curiosità

L'urna dove vengono raccolte le preferenze si chiama insalatiera. Secondo protocollo, votano segretamente prima i senatori, poi i rappresentanti della Camera, infine i delegati delle Regioni.

Solo per le elezioni di Carlo Azeglio Ciampi (1999), Francesco Cossiga (1985) ed Enrico De Nicola (1946) bastò un solo scrutinio. Per l'attuale presidente Sergio Mattarella ne occorsero quattro, per Sandro Pertini (1978) e Oscar Luigi Scalfaro (1992) addirittura 16.

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