Caso Soumahoro le ammissioni della suocera: "Nelle nostre coop stipendi non pagati da due anni"
Paghe arretrate per 400mila euro, proseguono intanto le indagini della Procura di Latina sulle condizioni igieniche dei centri.
Sul caso Soumahoro arrivano ora le prime ammissioni.
In queste ore infatti la suocera (indagata per truffa e false fatturazioni) del neoparlamentare di Sinistra Verde ha ammesso le prime responsabilità sulla vicenda che vede sotto la lente lei e la figlia e la gestione "non proprio ortodossa" della loro cooperativa di lavoratori.
Soumahoro e coop, la vicenda
La vicenda che suo malgrado vede protagonista Aboubakar Soumahoro è ormai nota ed è balzata agli onori delle cronache dopo la metà del mese.
L'inchiesta si è sviluppata dalla denuncia di una ventina di lavoratori, raccolta dal sindacato Uiltucs, che lamentavano di non essere stati pagati dalle cooperative coordinate dalla suocera e dalla moglie del deputato o di aver ricevuto la richiesta di false fatture per avere i loro compensi.
Il filone investigativo si è poi allargato al sistema dei progetti Sprar (legati ad accoglienza e immigrazione) e alle modalità con cui le cooperative hanno gestito i fondi pubblici ricevuti negli ultimi anni.
La confessione: "Non abbiamo pagato i lavoratori"
Perché davanti ai funzionari dell'Ispettorato del lavoro di Latina, Marie Therese Mukamitsindo, appunto suocera del sindacalista e deputato dell'opposizione ha ammesso:
"Non abbiamo pagato i lavoratori e firmo l'accordo di conciliazione".
Ma non solo, la donna ha anche detto che i dipendenti della coop sono rimasti per due anni senza ricevere lo stipendio e che alcuni di loro lavoravano in nero.
Secondo quanto era emerso dalla denuncia della Uiltucs si tratterebbe di paghe arretrate che interesserebbero una trentina di lavoratori, per un totale di 400mila euro.
L'occhio vigile dei sindacati
Ma sul piano dei rateizzazione firmato con l'Ispettorato del lavoro i sindacati vigileranno perché come è stato sottolineato proprio dal segretario della Uiltucs Gianfranco Cartisano, più volte sche gli stessi piani di recupero sarebbero stati disattesi tanto da richiedere l'intervento della Prefettura di Latina.
Una vera e propria doppia mazzata, giudiziaria e politica. L'imprenditrice da tempo è infatti alla guida della coop Karibu e consigliera del Consorzio Aid, due cooperative che dalla pianura Pontina si sono allargate nel tempo nel resto d'Italia, diventando un colosso nel settore dell'accoglienza dei migranti.
Ironia del destino, il premio come imprenditrice dell'anno
Ironia del destino, tempo fa la donna era stata premiata dall'ex presidente della Camera Laura Boldrini come donna imprenditrice dell'anno.
Ma la vicenda ha avuto evidentemente una clamorosa ricaduta politica tanto che lo stesso Soumahoro entrato trionfalmente in Parlamento come simbolo del lavoro duro e dell'integrazione (era entrato indossando degli stivali sporchi di fango ed era stato protagonista di una clamorosa polemica con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni), è stato praticamente abbandonato e isolato dalle forze politiche che ne avevano esaltato l'ingresso alla Camera.
Il video virale per "discolparsi"
Come si ricorderà, quando si era sollevato il polverone delle due coop e dei lavoratori non pagati era diventato virale il video in cui il sindacalista-parlamentare cercava di discolparsi chiedendo la comprensione di tutti:
L'attacco dei sindacati a Soumahoro
Nel frattempo, i sindacati ancora attraverso il segretario Uiltucs Cartisano sono andati all'attacco di Soumahoro che nei giorni scorsi aveva cercato di difendere la posizione della moglie Liliane Murekatete (al centro delle polemiche per un tenore di vita piuttosto dedito al lusso sfrenato), sottolineando il "diritto di vestirsi alla moda e all'eleganza":
"Tali affermazioni da parte di un parlamentare rappresentano offese gravi quando vi sono 400mila euro di stipendi non pagati. Tutti hanno percepito pezzi di risorse destinate all'accoglienza ed integrazione degli immigrati e oggi possiamo dire che solo i lavoratori hanno fatto la vera accoglienza ed integrazione con sacrificio, ma sono senza salari".
Coop sotto la lente, proseguono le indagini
Sulle due coop finite nel polverone mediatico e giudiziario proseguono intanto le indagini della Procura di Latina, affidate alla Guardia di finanza e ai Carabinieri.
Sotto la lente non solo mancati stipendi e irregolarità fiscali, ma anche lo stato delle strutture dove erano ospitati i migranti, alcuni anche minorenni.
Pare infatti secondo alcune testimonianze raccolte e alcuni indiscrezioni da fonti investigative che in alcuni centri mancassero addirittura acqua e luce.