Report Simeu

Aumentano gli accessi ai Pronto soccorso, ma molti sono "impropri". E' polemica sui tagli alla Sanità nella Manovra

Continuano ad arrivare nelle strutture dell’emergenza urgenza pazienti con più patologie e problematiche socio-assistenziali che potrebbero trovare soluzioni più adeguate fuori dall’ospedale

Aumentano gli accessi ai Pronto soccorso, ma molti sono "impropri". E' polemica sui tagli alla Sanità nella Manovra
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Non soltanto sindacati e opposizioni, a lanciare l'allarme Sanità anche agenzie indipendenti: da Banca di Italia alla Corte dei Conti, dalla Fondazione Gimbe all’Istat.

Mentre la premier Meloni difende la Manovra e invita i critici a "prendere in mano una calcolatrice", Nino Cartabellotta (Fondazione Gimbe) parla di "cifre fuorvianti" e "di fronte alla girandola di numeri, spesso interpretati in modo soggettivo o strumentalizzati".

C'è poi Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri che quantifica in soli 17 euro al mese l'aumento ai sanitari. L'allarme scatta anche per le Regioni che parlano di "scelte drastiche".

I dati emersi da un’indagine condotta dal 3 al 5 novembre 2024, dalla Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza (Simeu) confermano la gravità della situazione.

Si registra un mutamento, ovvero più accessi al Pronto Soccorso: alcuni, però, figli dell'incapacità di gestire cronicità a livello di medicina generale.

E' cresciuta, insomma, una domanda salute che non trova risposta; i cittadini così, finiscono per bussare alle porte sbagliate, ovvero le emergenze.

Report Simeu: più accessi al Pronto Soccorso

I dati emersi da un’indagine condotta dal 3 al 5 novembre 2024, dalla Società Italiana Medicina di Emergenza Urgenza (Simeu), che ha coinvolto 80 strutture rappresentative di un numero di accessi in Pronto Soccorso, nel 2023, confermano la gravità della situazione. La panoramica è stata presentata durante l’ottava edizione dell’Accademia dei Direttori a Roma.

IL PROBLEMA SI CONNETTE ANCHE AL FENOMENO IN CRESCITA DELLE AGGRESSIONI A MEDICI E INFERMIERI

Report Simeu

Nel 2024 aumentano gli accessi in Pronto Soccorso, che si avviano a raggiungere complessivamente i 19 milioni entro fine anno; nel 54% delle strutture di emergenza urgenza è in crescita il cosiddetto "boarding", ovvero i pazienti sostano in Pronto Soccorso - spesso in barella - in attesa di ricovero in reparto.

Continuano ad arrivare nelle strutture dell’emergenza urgenza pazienti con più patologie e problematiche socio-assistenziali che potrebbero trovare soluzioni più adeguate fuori dall’ospedale. 

Report Simeu

I principali problemi del Pronto Soccorso sono:

  • carenza di personale (lo segnala il 29% dei direttori dei PS);
  • boarding, ovvero la sosta in Pronto Soccorso in attesa che si liberi il posto letto in reparto (26%);
  • gli accessi impropri, quindi evitabili poiché non si ha bisogno di cure urgenti (lo segnala il 26%);
  • le aggressioni (19%).

L’indagine di Simeu conferma che i Pronto Soccorso italiani stanno reggendo il peso di condizioni di cronicità e socio-assistenziali, che in diversi casi potrebbero trovare risposte fuori dall’ospedale.

Fra loro ci sono le persone che soffrono di più patologie croniche (citate dal 27% dei direttori di PS); e poi: per il 26% dei direttori sono pazienti con una prevalente componente assistenziale; per il 25% dei direttori PS sono pazienti con patologia oncologica prevalente; secondo il 22% sono pazienti con patologia psichiatrica prevalente.

Ciò significa che i pazienti con problematiche non di natura "urgente", non trovando una corretta presa in carico delle proprie problematiche, vanno ulteriormente a pesare sul sistema delle urgenze: già al collasso.

"C’è un ulteriore incremento del numero di accessi annui che al 30 settembre 2024 fa registrare un più 2,2% rispetto al 2023, proiettando il valore annuo a circa 19 milioni di visite – dice Salvatore Manca, past president Simeu –. Dal 2020 (anno della pandemia) ad oggi l’’aumento cumulativo è del 29%. Risulta evidente la necessità dei cittadini di un accesso rapido alle strutture del Servizio sanitario nazionale, possibile solo nel contesto del Pronto Soccorso, un peso sempre maggiore che grava sul sistema dell’emergenza urgenza".

È ormai cronica la carenza di personale ed è indicata dai direttori dei Pronto Soccorso italiani tra le principali problematiche da risolvere.

Lo stress correlato al lavoro è tra i principali motivi della disaffezione dei medici al lavoro in Pronto Soccorso (lo dice quasi un direttore su tre), seguito dall’insufficiente valorizzazione economica (26%), dalle conseguenze sulla qualità di vita (23%) e dal rischio medico-legale (22%).

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere secondo i direttori dei PS?

  • Per il 28% rafforzare gli organici;
  • per il 26% ridurre il boarding;
  • per il 24% la possibilità di indirizzare altrove, sin dal triage, pazienti con minore priorità;
  • per il 22% la gestione separata dei codici minori affidata ad altre figure professionali.

E serve un ruolo più incisivo della medicina territoriale con maggiore attività di filtro da parte dei medici di medicina generale e ambulatori ad accesso diretto. Andrebbero inoltre ridotti i tempi di attesa per gli esami diagnostici.

Emerge, inoltre, che in base alle indicazioni del Ministero della Salute, un paziente dovrebbe essere ricoverato in reparto entro 8 ore dal suo ingresso in PS, ma quasi la metà dei pazienti che hanno partecipato all'indagine dichiara di aver atteso oltre.

Quanto alle risposte dei sanitari interpellati, confermano alcune tendenze negative: il 76 % ha subito aggressioni verbali, il 64% ha ricevuto addirittura aggressioni fisiche ma solo il 36 % ha denunciato alla Direzione sanitaria o alle Forze dell’Ordine. Inoltre, il 65% dei sanitari prova impotenza e senso di frustrazione.

Per non parlare delle liste d'attesa, un esempio? 159 giorni in media per essere operati per un tumore alla prostata

La Manovra non convince: "Tagli alla sanità"

Negli ultimi giorni, diverse voci critiche si sono levate in seguito all’annuncio della Manovra finanziaria, che include tagli alla sanità, nonostante sia stata narrata come un'operazione tesa ad aggiungere fondi.

La Corte dei Conti, intervenuta durante un’audizione davanti alle commissioni Bilancio, ha confermato che la spesa sanitaria aumenterà, arrivando a quasi 142,9 miliardi nel 2025 e superando i 152 miliardi nel 2027. Questo incremento porterà la spesa sanitaria al 6,4% del PIL nel biennio 2026-2027, tornando ai livelli pre-crisi del 2019 (6,41%).

Pronto Soccorso

La chiave di lettura è proprio qui, l'adeguamento: nonostante un aumento del fabbisogno nazionale standard finanziato dallo Stato, che raggiungerà i 141,1 miliardi nel 2027, le risorse complessive destinate alla sanità si ridurranno in termini relativi, passando dal 6,3% del PIL nel 2024 al 5,9% nel 2027.

La Corte dei Conti sottolinea che parte di questi fondi aggiuntivi (circa 480 milioni nel 2025, con un incremento negli anni successivi) sarà destinata a interventi specifici, come il rinnovo dei contratti e il miglioramento delle indennità per il personale sanitario, inclusi i medici del pronto soccorso.

Le risorse previste per il rinnovo dei contratti e per incentivare le specializzazioni meno ambite sono considerate insufficienti per attrarre nuovi professionisti. Inoltre, il personale sanitario continua a lavorare in condizioni critiche. Il governo ha previsto aumenti per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e per la remunerazione delle prestazioni ospedaliere, ma questi interventi potrebbero non essere sufficienti a colmare le lacune attuali.

Adeguare le risorse alle esigenze di una società in mutamento

A complicare la situazione, il presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha evidenziato l’impatto dell’invecchiamento della popolazione: una spesa sanitaria stabile in termini di PIL potrebbe risultare inadeguata a fronte di bisogni crescenti.

Questa preoccupazione è condivisa da Andrea Filippi, rappresentante della Fp Cgil Medici, che ha espresso indignazione per l’assenza di risposte concrete in tema di assunzioni e per le risorse limitate destinate ai contratti. Filippi ha criticato anche la mancanza di fondi per la valorizzazione della formazione specialistica e ha annunciato l’intenzione di proseguire con le mobilitazioni sindacali.

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Ospedale

La situazione appare ancora più critica considerando i dati della Banca d’Italia, che stima un fabbisogno di circa 40.000 medici e altrettanti infermieri nei prossimi anni, per sostituire il personale in pensione. Tuttavia, il governo ha nuovamente bloccato il turnover, aggravando una carenza strutturale.

Secondo l’Istat, il numero di infermieri e ostetriche resta insufficiente: nel 2022, la dotazione era di 6,8 per mille abitanti, con disparità significative tra le regioni. In Lombardia, Campania e Calabria, ad esempio, si registrano solo 5,7 infermieri per mille abitanti, contro gli 8,8 del Molise e gli oltre 8 delle Province di Bolzano e Trento. Una realtà a due velocità confermata anche dal recente rapporto Agenas.

Gimbe: "Cifre fuorvianti"

La Fondazione Gimbe parla di "cifre fuorvianti" e "di fronte alla girandola di numeri, spesso interpretati in modo soggettivo o strumentalizzati", ha condotto un'analisi indipendente sui fondi per il settore. Secondo gli esperti "la 'cosmesi' sul Fondo sanitario nazionale per il 2025 tradisce ampiamente i proclami dell'esecutivo: l'incremento reale è di soli 1,3 miliardi, rispetto ai 3,5 miliardi annunciati, rendendo impossibile soddisfare le richieste dei professionisti sanitari".

Nino Cartabellotta

Lo rimarca anche Raffaele Donini, assessore alla sanità dell'Emilia Romagna ma anche coordinatore di tutti gli assessori regionali: "scopriremo che i 3 miliardi e mezzo annunciati non ci sono".

Raffaele Donini

C'è poi Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale ordine dei medici chirurghi e odontoiatri che quantifica in 17 euro al mese l'aumento ai sanitari.

Il presidente Filippo Anelli

L'allarme scatta anche per le Regioni che dovranno fare "scelte drastiche: razionalizzare la spesa, tagliare altri servizi o aumentare l'addizionale Irpef", spiega il presidente del Gimbe Nino Cartabellotta.

La replica del Governo: "Prendete una calcolatrice"

"Per il comparto della salute la manovra stanzia ulteriori risorse per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che si aggiungono a quelle già assegnate in sede di legislazione vigente. Nel complesso il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141 miliardi del 2027 con un incremento medio annuo nel periodo 25-27 superiore al tasso di crescita programmato per la spesa primaria netta fissato dal Piano strutturale di bilancio di medio termine”.

Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti nel corso della sua audizione in Commissione Bilancio sulla manovra, nelle scorse ore.

Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti
Il ministro Giancarlo Giorgetti

La premier Giorgia Meloni insiste:

"Come si faccia a sostenere che tagliamo i soldi sulla sanità è un mistero. Basta usare una calcolatrice".

Giorgia Meloni

Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, risponde alle Regioni che temono i tagli e ai medici che lamentano il contratto: "spendano bene i soldi poi vediamo", dice ai governatori che accusa di non aver nemmeno speso i soldi per tagliare le liste d'attesa stanziati dal governo Draghi.

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