L'allarme

110% e Bonus edilizia, il Governo cambia le regole in corsa: protestano gli operatori       

Il provvedimento sul divieto della doppia cessione dello sconto in fattura rischia di impantanare il mercato. Le imprese chiedono più controlli.

110% e Bonus edilizia, il Governo cambia le regole in corsa: protestano gli operatori       
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Bonus fiscali in edilizia, il Governo cambia le regole in corso d’opera e monta la protesta degli operatori del settore. La novità riguarda il divieto della doppia cessione del credito nello sconto in fattura. 

Tranciante il giudizio del Cna Lombardia, la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa:

"Mossa suicida per la ripresa del settore".

Bonus fiscali, le novità del Governo, le perplessità degli operatori

Le perplessità delle associazioni di categoria nascono dalle recentissime novità del Governo che ha introdotto il divieto di “doppia cessione” del credito nel meccanismo dello sconto in fattura dei bonus fiscali in edilizia.

A guidare la crociata contro le ultime misure previste dall'Esecutivo sono appunto le imprese della Lombardia (dove il sistema casa vede 134 mila imprese attive di cui 100 mila artigiane), ma il problema evidentemente interesserà tutti gli operatori del settore e dunque la protesta molto probabilmente si allargherà presto in tutta Italia.

La vicenda approderà probabilmente anche in Parlamento.

"Nuove regole sui bonus fiscali in edilizia, un'entrata a gamba tesa"

Di fronte al nuovo scenario, è il presidente di Cna Lombardia, Giovanni Bozzini a lanciare il grido d'allarme e a guidare un (nuovo) correttivo in corsa:

"Comprendiamo le ragioni del Governo, ma non l’entrata a gamba tesa delle ultime previsioni normative sui bonus fiscali in edilizia. Siamo molto preoccupati e in contatto con molti parlamentari lombardi per segnalare tutto il disappunto dei nostri operatori, delle imprese e dei professionisti del mondo delle costruzioni e della filiera degli impianti"

La novità contestata: il divieto di "doppia cessione" del credito

Come detto, la crociata e il grido d'allarme degli operatori nascono dalle ultime indicazioni del Governo che hanno introdotto il divieto di “doppia cessione” del credito nel meccanismo di sconto in fattura dei bonus fiscali in edilizia.

Una protesta ancor più vigorosa dal momento che le novità del Governo centrale arrivano a nemmeno un mese dall'approvazione della Legge di Bilancio dove, tra l'altro, il dibattito sui bonus dell'edilizia è stato uno dei più vivaci tra Esecutivo, maggioranza e opposizione.

La posizione della Confederazione

Di fronte a un quadro che rischia di presentare incertezze e di fatto ostacolare o rallentare la ripresa.
E infatti la Confederazione rilancia, sgombrando il campo da equivoci:

"Avevamo sperato in un quadro normativo stabile nel tempo. Comprendiamo la necessità e l’urgenza di ridurre ed eliminare ogni spazio per operatori disonesti, alla luce della denuncia di una mole importante di frodi fiscali. Tuttavia il divieto di “doppia cessione” finirà con l’azzerare ogni possibilità di ricorrere al bonus fiscale per un numero elevatissimo di privati ed imprese, azzerando una fetta importantissima di mercato proprio sull’asset strategico dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, al centro degli sforzi del Pnrr"

Bonus fiscali in edilizia, la proposta anti furbetti

In realtà, le novità introdotte dal Governo arrivano con "nobili intenti", ovvero scongiurare il rischio che lo strumento del bonus fiscale in edilizia veda entrare in campo furbi e furbetti.

E' stato infatti uno dei temi più dibattuti nel percorso della Legge di Bilancio e lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi non aveva nascosto le sue perplessità di fronte al rischio di "creare un mercato drogato con ombre sulle legalità e conseguentemente danni pesante per le casse dello Stato.

"Tutto vero, ma il Governo avrebbe potuto usare un cesello più raffinato - osserva il segretario regionale Cna Lombardia, Stefano Binda - Il Governo avrebbe potuto e potrebbe ancora far tesoro delle banche dati disponibili all’Agenzia delle Entrate, individuando facilmente i 'cedenti' sospetti, come imprese di recentissima costituzione, senza bilanci consolidati, spesso senza dipendenti".

Corsa ai ripari, più che cambiamenti in corsa

Ma non solo. La Cna chiede di imporre alle banche l’utilizzo di una serie di strumenti di valutazione, filtro e controllo, senza impedire a monte un elevato numero di operazioni che avrebbe previsto la doppia cessione. In buona sostanza un cambio di passo anche per quanto concerne l'efficienza e la razionalizzazione della Pubblica amministrazione senza penalizzare chi ha sempre lavorato seguendo le regole.

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