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Suor Anna Monia: "Nelle scuole i bimbi in fuga dall'Ucraina disegnano carri armati e bombe"

La religiosa delle Marcelline: "Importante dare un'informazione aderente alla realtà".

Suor Anna Monia: "Nelle scuole i bimbi in fuga dall'Ucraina disegnano carri armati e bombe"
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Il tema della guerra in Ucraina tiene il mondo con il fiato sospeso. Ne ha parlato anche suor Anna Monia Alfieri ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, affrontando soprattutto il tema dell'informazione e della propaganda.

Guerra e informazione: l'intervento di suor Anna Monia Alfieri

La religiosa delle Marcelline, legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline (collabora all’Alta Scuola Impresa e Società dall’Università Sacro Cuore di Milano e fa parte della Consulta di Pastorale Scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI) si è concentrata soprattutto sul modo di raccontare il conflitto.

QUI L'INTERVENTO INTEGRALE DI SUOR ANNA MONIA ALFIERI

Informazione fedele alla realtà

Il primo punto toccato è stato la necessità di avere un'informazione aderente alla realtà, senza troppo spazio all'escalation della violenza.

"La percezione dipende da come ci viene raccontata la guerra da entrambe le parti. Abbiamo bisogno di mediatori che raccontino la realtà di quella che è. Non aggiunge nulla indugiare sugli eventi macabri se non ad alimentare una retorica che non serve a nessuno e, peggio, a confondere. Questa narrazione confusa, fatta di fake news, alimenta violenza e legittima l'inerzia e crea un senso di assuefazione alla violenza e alla morte".

"Una guerra non giustifica mai un'altra guerra"

Poi, un messaggio soprattutto per i giovani:

"Una delle frasi che più mi hanno colpito è stata 'questa guerra ci coinvolge perché è scoppiata nel cuore dell'Europa, ma quante guerre ci sono nel mondo'. No, dobbiamo dire ai nostri giovani che una guerra non giustifica mai un'altra guerra".

"La guerra produce morte: uomini, donni, bambini, ucraini e russi. Non ci sono morti di serie A e di serie B. Ma la cosa peggiore è che la guerra semina morte nei decenni a seguire e noi dobbiamo esserne consapevoli per non rubare il futuro dei nostri ragazzi".

Le scuole

Inevitabile un passaggio finale sulla scuola:

"Noi abbiamo già nelle scuole bambini che scappano dalla guerra in Ucraina. Disegnano carri armati e bombe, sono arrabbiati con i loro coetanei italiani. Non possiamo non comprendere la loro situazione, ma non possiamo delegare solo a scuole e famiglie che si sono fatte carico dell'accoglienza  il loro futuro".

 

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