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Rischia di morire di cancro, ma il suo intervento (programmato da mesi) viene rimandato causa Covid

I presidi ospedalieri, causa aumenti dei ricoveri per la variante Omicron, hanno dovuto riconvertire i reparti e rinviare gli interventi chirurgici previsti in questi mesi.

Rischia di morire di cancro, ma il suo intervento (programmato da mesi) viene rimandato causa Covid
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L'incremento dei casi da Covid-19  a causa dell'alta contagiosità della variante Omicron  sta continuando a mettere in seria difficoltà gli ospedali che, per far fronte al crescere dei ricoveri, sono costretti sia a riconvertire i vari reparti per accogliere pazienti affetti da Covid-19, sia a rinviare tutti gli interventi chirurgici, finché l'attuale situazione non si sarà stabilizzata.

Sono tante, quindi, quelle persone che si sarebbero dovute finire in sala operatoria in questi mesi, ma che, causa pandemia, hanno visto spostare la loro operazione a data da destinarsi. Tra queste, come racconta Prima Torino, c'è anche  Armando, 74enne torinese: il suo intervento previsto per questi giorni, per la rimozione di alcune macchie sui polmoni di origine oncologica, è stato rimandato, ma il suo caso è solo la punta di un iceberg di proporzioni titaniche.

Rischia di morire di cancro, ma il suo intervento viene rimandato

Aveva deciso di andare a fare un controllo per un dolore che lo aveva colpito alle braccia, pensando che si trattasse un problema legato alla cuffia dei rotatori delle spalle. Invece le analisi dei medici hanno evidenziato la presenza di alcune macchie di origine oncologica che gli erano comparse sui polmoni.

Armando, 74enne torinese, ex vigile del fuoco, si sarebbe quindi dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico. La scoperta era stata effettuata a metà ottobre 2021, mentre l'operazione era stata fissata per gennaio 2022. Quando gli era stata diagnosticata la patologia, ancora non si parlava di Omicron e la situazione all'interno degli ospedali era stabile. In pochi mesi, purtroppo, il numero dei contagi è schizzato alle stelle, così come quello dei pazienti ricoverati a causa del virus.

Una situazione che ha portato i presidi ospedalieri a riconvertire i reparti e a rinviare gli interventi chirurgici per gestire al meglio l'aumento dei ricoveri dovuti dal Covid-19. Tutti coloro che si sarebbero dovuti operare in questi mesi, quindi, hanno visto rimandare la loro operazione a data da destinarsi. E così è capitato anche ad Armando.

"Non potevano fare altro"

L'intervento in laparoscopia di Armando, all'ospedale Giovanni Bosco di Torino, quindi, è stato posticipato.

"Era il 3 di gennaio, una settimana fa, quando mi hanno chiamato dall'ospedale. Mi hanno spiegato che non potevano fare altrimenti, considerando ciò che sta accadendo".

Una notizia che, alla luce del suo stato di salute, aggravato dalla scoperta delle macchie sui polmoni, non avrebbe voluto sentire. Armando, tuttavia, è conscio di quanto sta accadendo ora negli ospedali:

"È ovvio che i medici fanno ciò che possono. E poi io non sono in pericolo di vita. Il mio intervento è stato posticipato. Me ne faccio una ragione".

Un aspetto singolare della sua vicenda, inoltre, riguarda il fatto che in questi ultimi giorni, Armando e la moglie sono risultati anche loro positivi al Covd-19. Fortunatamente stanno bene e non hanno sintomi.

Non è il solo

Purtroppo non si tratta di un unicum. Come racconta Prima Vicenza, la stessa trafila sta riguardando anche l'ex sindaco di Recoaro Franco Perlotto, che avrebbe dovuto affrontare un'operazione (urgente) al cuore, che è però stata rimandata a causa dell'affollamento delle Terapie intensive.

Il suo intervento, nonostante sia considerato di massima priorità, è stato infatti rinviato:

“Alla fine era stata presa la decisione di operarmi a mitralica ed aorta. Operazione a cuore aperto. Sono in priorità massima, il problema è quando si libereranno posti in terapia intensiva. Speriamo a breve…”.

Anche a Catania proprio in queste ore è emersa una storia simile.  Laura, 54 anni, impiegata in un ufficio del ministero della Giustizia di Agrigento, l'ha raccontata all'Ansa.

"Al Policlinico di Catania i medici mi hanno spiegato che mi avrebbero asportato la tiroide per un nodulo a rischio 30% di carcinoma, verificato con l'ago aspirato. Era aprile del 2021. Avrei dovuto essere operata massimo alla fine di settembre. Sono nove mesi che aspetto una telefonata, io e la mia famiglia viviamo nell'ansia e nella paura di quello che mi può succedere".

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