In Piemonte ci sono sette meraviglie naturali: scommettiamo che non le conoscevate?
Mete insolite nelle quali godersi giornate all'aria aperta lontano dal trambusto delle città.
La natura regala sempre scenari e paesaggi magnifici e sensazionali anche in quei luoghi che non ti aspetti, meno conosciuti e lontano dal trambusto dei centri urbani. In occasione del ponte del 1° maggio, festa dei Lavoratori, per fuggire dallo schiamazzo e dalla frenesia delle città, il Piemonte può rappresentare una meta ideale per godersi una giornata all'aria aperta. Sono tanti, tantissimi i luoghi di interesse dove immergersi nella natura incontaminata della Regione piemontese, ma non tutti sanno che, da Nord a Sud, si nascondono sette meraviglie naturali insolite dove poter organizzare una gita in famiglia e con gli amici.
Sette meraviglie naturali piemontesi che non conoscevi
@worldrhythmPosti che non immagini siano in Piemonte! Quanti ne conoscevi?♬ Sail - AWOLNATION
Orridi di Uriezzo (Premia, Verbano-Cusio-Ossola)
Sapevate che anche in Piemonte ci sono i canyon? Ebbene sì, in Valle Antigorio, in provincia di Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, si trovano una serie di gole scavate nel granito da torrenti che in passato scorrevano a valle del Ghiacciaio del Toce e denominate Orridi di Uriezzo.
Le strette vallate, i tortuosi cunicoli e le gole che oggi è possibile ammirare si sono formate una volta che i ghiacciai sono scomparsi. Il prosciugamento dei vari torrenti alimentati dai ghiacciai ha lasciato spazio ad un vero e proprio canyon che oggi si può visitare a piedi. La scarsa luminosità, la molta umidità e le pareti lisce e levigate hanno permesso lo sviluppo di un complesso ecosistema. In queste condizioni ambientali difficili si sono adattate e sviluppate diverse specie vegetali come ad esempio i muschi e le felci. Per arrivare agli Orridi di Uriezzo ci sono tre punti di accesso: Premia (l’accesso più consigliato), Baceno e Verampio.
Marmitte dei giganti (Crego, Verbano-Cusio-Ossola)
Proseguendo lungo l'itinerario degli orridi di Uriezzo, a circa 10 minuti di distanza, si giungerà ad un altro luogo naturale insolito, ma di grande fascino: le marmitte dei giganti. Si tratta di crateri che le correnti e i mulinelli d’acqua incidono nell’alveo del fiume, la cui forma circolare ricorda delle immense ciotole.
Il nome "marmitte dei giganti" deriva appunto dalla particolare forma e dalle sovrumane dimensioni del paesaggio naturale. L’acqua del Toce, di un brillante e cristallino color turchese, scorre potente increspandosi contro le rocce levigate che affiorano sull’acqua creando delle cascate e delle pozze in cui viene voglia di tuffarsi. Prendere il sole sulla spiaggetta di sabbia o sulle maestose rocce che danno su bellissime cascate è un ottimo passatempo per godersi attimi di puro relax in mezzo alla natura.
IL VIDEO:
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Goja del Pis (Almese, Torino)
Proseguendo nella Regione piemontese, a pochi chilometri da Torino, nel piccolo comune di Almese , il fiume Messa ha scavato nella roccia diversi laghetti e goje (ovvero “pozze” in dialetto piemontese). Una di queste è la Goja del Pis, un piccolo lago di 30 metri di diametro, in cui precipita una cascata (pis in dialetto) di una quindicina di metri.
Il laghetto, non troppo profondo e con acqua fresca e cristallina, è il posto ideale per trovare un po’ di sollievo dal caldo torrido della città soprattutto nel periodo estivo o per passare qualche ora tranquilli, nel verde della natura con la possibilità di fare anche un bagno. La Goja del Pis si può raggiungere attraverso un sentiero nella Val di Messa che è stato messo in sicurezza negli ultimi anni dal comune di Almese. Sono stati aggiunti anche numerosi pannelli esplicativi che illustrano la storia, la flora e la fauna della zona (attenzione dal 2016 il sentiero non è percorribile, ulteriori indicazioni al fondo dell’articolo).
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Palafitte di Azeglio (Azeglio, Torino)
Sempre nel Torinese, sul lago di Viverone nel Comune di Azeglio, si trovano le Palafitte di Azeglio. Pochi metri sotto il livello dell’acqua in un’area di paludi, prati e pioppeti si sono straordinariamente conservati i resti di circa 5000 pali conficcati nel terreno che sorreggevano le strutture di un antichissimo grande villaggio palafitticolo risalente all’età del Bronzo.
Le capanne, le staccionate, i sentieri erano in legno e i resti conservati consentono di ricostruirne con precisione l’impianto. All’interno del villaggio si trovavano abitazioni e recinti per gli animali: si riconoscono inoltre due palizzate che cingono l’abitato, attraversate da un lungo sentiero che proveniva dalla terraferma. Occorre infatti ricordare che le palafitte preistoriche non erano costruite sull’acqua ma sulle sponde dei laghi: i piani erano rialzati per ripararsi dall’umidità del suolo e dalle piene improvvise.
Foresta di bambù (Pinerolo, Torino)
La foresta di bambù si trova all'interno del complesso del castello di Miradolo sede della Fondazione Cosso a San Secondo di Pinerolo, nel Torinese. Un pugno di verde compatto in Val Chisone, un Castello che subito non vedi, ma scorgi dopo esserti sporto dalla fitta foresta di alberi secolari, bambù altissimi e piante fiorite, del parco.
Per andare verso il Castello di Miradolo, se arrivate da Torino, è necessario prendere l’autostrada o la statale che va verso Pinerolo. Il castello si trova a San Secondo di Pinerolo, località Miradolo. Arrivati vicino, dovrete percorrere un piccolo tratto di strada sterrata e poi potrete parcheggiare la vostra auto, gratuitamente. Il piccolo ma fitto boschetto di bambù il vero fiore all’occhiello del parco di Miradolo. Tanti piccoli slanciati bambù che renderanno molto fresca quest’area del parco e che faranno un suono melodioso e dolce quando si toccheranno l’un l’altro, spinti dal vento.
Cascate di Noasca (Noasca, Torino)
La Valle dell’Orco inizia nel Canavese e porta fino a Ceresole Reale e al Colle del Nivolet. È una splendida vallata ricca di luoghi naturali di pregio, tra cui la Cascata di Noasca. Alta 32 metri, è tra le più famose del Piemonte. Un salto d’acqua imponente formato dal torrente Noaschetta che caratterizza il paesaggio del piccolo centro di Noasca, un borgo di poco più di 100 anime.
La cascata è visibile fin dal nostro arrivo a Noasca. Si può lasciare l’auto in uno dei parcheggi a lato della provinciale, da cui ci si incammina nel centro storico seguendo i cartelli del sentiero 548 B. In breve si raggiunge la chiesa: il sentiero le passa a fianco. Quindi troviamo subito un bivio, con l’indicazione della cascata a 5 minuti di distanza. Una traccia si inerpica costeggiando il fiume e in breve giungiamo a un primo punto panoramico.
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Lago delle streghe (Varzo, Verbano-Cusio-Ossola)
In provincia del Verbano-Cusio-Ossola, all’interno del Parco dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero si trova il Lago delle Streghe, uno specchio d’acqua con un nome suggestivo tanto quanto lo spettacolo che offre una volta arrivati. Circondato dai larici e dalle cime dei monti, il Lago delle Streghe dell’Alpe Devero non è lontano da Crampiolo ed è raggiungibile a piedi. Le acque del lago sono di un color smeraldo reso ancora più acceso dal riflesso dei larici che crescono sulle sue rive e si specchiano sulla superficie. D’autunno, quando le foglie diventano rosso-arancio e l’aria si fa più fredda, il lago si tinge delle mille sfumature del foliage rendendo il panorama ancora più unico e suggestivo.
Attorno al nome di questo lago c'è una bellissima leggenda. Si narra infatti che, molti anni fa, proprio nel luogo in cui oggi sorge il lago viveva insieme alla sua famiglia e al suo promesso sposo una splendida fanciulla. La felicità della giovane e bellissima ragazza crollò improvvisamente, quando un giorno il suo fidanzato perse la testa per un’altra donna e decise di abbandonarla.
Il dolore dell’abbandono fu così forte che la giovane iniziò a piangere tutti i giorni cercando rifugio nel bosco lì accanto. Un pomeriggio incontrò una vecchina seduta su di un masso intenta a tessere. La presenza dell’anziana ebbe un effetto calmante sulla mente agitata dalla ragazza che, fidandosi immediatamente, le raccontò tutta la sua storia. Dopo averla ascoltata, la vecchina svelò alla giovane di essere una strega. La ragazza allora le chiese di lanciare un incantesimo d’amore per riportare indietro il suo amato e far sì che restasse per sempre con lei.
La strega consolò la ragazza e, prima di realizzare il suo desiderio, la convinse a seguirla all’interno di una grotta poco distante. Nella grotta erano raggruppate tutte le altre streghe che, nei panni di dolci vecchine, tessevano immerse nel buio e nel silenzio. Accanto a loro, si trovavano solo due pozze d’acqua. La fanciulla guardò nella prima pozza e vide il viso del suo bellissimo amato che in pochi minuti iniziò a trasformarsi, deformandosi e invecchiando. Nella seconda pozza invece vide il volto di un altro uomo, una figura quasi splendente, dagli occhi limpidi e dai folti capelli.
La strega le stava mostrando due facce dell’amore: da una parte l’amore fugace e illusorio degli umani che è destinato a finire; dall’altra parte l’amore eterno e potente, quello degli Dei. Doveva compiere una scelta. La ragazza esitò, ma alla fine si ritrovò a scegliere l’amore eterno, diventando così parte del mondo delle streghe. La pozza esplose lavando via tutto, lasciando al suo posto solo un piccolo laghetto che ancora oggi viene chiamato Lago delle Streghe, le cui acque si dice rivelino la verità a chi sa guardare a fondo delle cose.