La procedura si semplifica

In Lombardia adesso basta il tampone rapido per certificare la positività da Covid

La ratio su cui si fonda l’indicazione è che se un tampone rapido ha già dato esito positivo, allora quello molecolare non potrà che confermare la diagnosi.

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Una nota diffusa nella serata di lunedì 27 dicembre 2021 dalla Welfare della Regione Lombardia chiarisce che, in questo momento di grande emergenza legata ai tamponi - si sono infatti registrate ovunque code chilometriche agli hub e fuori dalle farmacie - le persone che presentano i sintomi Covid (come febbre, tosse, mal di gola...) e che sono risultate positive a un tampone antigenico rapido possono evitare di sottoporsi anche al test molecolare. Basta quello insomma per far partire formalmente la "pratica" Covid.

La stessa indicazione - offerta a tutte le Ats lombarde dalla direzione regionale del Welfare con una nota - è valida per tutte quelle persone che risultano classificabili come “contatti stretti” di un positivo che, a loro volta, risultano essere state contagiate dal virus dopo aver eseguito un test rapido.

Lombardia: il tampone rapido è sufficiente

Come racconta Prima Bergamo, i territori hanno colto al balzo l'opportunità di certificare il Covid col solo tampone rapido, come l’Ats orobica, appunto. Di fatto è una strategia elaborata per tentare di snellire i tempi di attesa nei “drive through” del territorio.

La ratio su cui si fonda l’indicazione è che se un tampone rapido ha già dato esito positivo, allora quello molecolare non potrà che confermare la diagnosi.

L’esecuzione di un tampone molecolare, per il momento, è comunque richiesta per certificare di essersi negativizzati e, quindi, la fine della malattia. Quindi ok al tampone rapido "all'andata", ma per "il ritorno" in società serve necessariamente un molecolare.

I contagi corrono con Omicron

A dettare i "nuovi tempi" e la necessità di adeguarsi a un contagio che corre veloce è la nuova variante Omicron.

Il pressing di Fontana sulla quarantena

Ma non si tratta dell'unico strumento che la giunta Fontana intende schierare per far fronte all'impennata di contagi. I presidenti delle Regioni chiedono di cambiare le regole in tema di quarantena e di Green pass. Si rischia, di fatto, che il Paese rimanga paralizzato, dicono i governatori, fra cui il presidente lombardo. C'è grande attesa per il parere sulle nuove possibili misure del Comitato tecnico scientifico, che si riunisce oggi, mercoledì 29 dicembre.

Le regole in vigore al momento prevedono, per i contatti "stretti" delle persone positive al virus:

  • un periodo di isolamento di una settimana per chi è vaccinato contro il Covid
  • e di 10 giorni per chi non lo è.

Al termine del periodo stabilito, in entrambi i casi, occorre sottoporsi a tampone - rapido o molecolare - per verificare la positività. In caso negativo, finisce la quarantena.

Fontana si unisce al coro di coloro che chiedono al Cts e al governo di azzerare la quarantena per chi risulta completamente coperto contro il coronavirus, avendo già ricevuto anche la terza dose di vaccino anti Covid.

Nel piano dei governatori non ci sarebbe comunque un via libera: spuntano gli obblighi per i contatti dei positivi di indossare mascherine Ffp2 e di "autosorveglianza". Si richiede inoltre che i contatti dei positivi con terza dose si debbano sottoporre a tampone solo se sintomatici.

La quarantena per chi è entrato in contatto con un positivo e ha ricevuto solo due dosi di vaccino verrebbe invece ridotta a cinque giorni.

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