Cadavere trovato carbonizzato in un capannone: fermato il figlio della vittima
Il corpo sarebbe del 65enne Carmine D'Errico, ritrovato senza vita lo scorso 21 gennaio da tre giovani ragazzi che stavano girando un video musicale nel milanese.
Un fuoriprogramma decisamente shock quello accaduto a tre giovani musicisti milanesi giunti nel capannone abbandonato di un'ex fabbrica per la realizzazione di un videoclip musicale. Mentre erano intenti nel loro lavoro, i tre ragazzi hanno individuato il cadavere carbonizzato di un uomo. Subito sul posto erano accorsi gli uomini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano con la Scientifica per i rilevamenti del caso. Le analisi effettuate sul corpo della vittima hanno consentito di risalire alla sua identità e al possibile responsabile di un cruento delitto. Si tratterebbe del figlio
Cadavere carbonizzato in un capannone
Il ritrovamento del corpo carbonizzato era avvenuto lo scorso venerdì 21 gennaio 2022 poco dopo mezzogiorno a Cerro Maggiore, comune della Città Metropolitana di Milano. L'individuazione del cadavere era stata fatta casualmente da tre giovani ragazzi che stavano effettuando le riprese di un videoclip musicale nel capannone abbandonato dell'ex fabbrica Brenta di via Benedetto Croce.
Sul posto è subito intervenuta, insieme agli uomini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, anche la Scientifica per tutti i rilievi del caso. L'uomo era stato trovato quasi completamente carbonizzato, senza documenti addosso e nelle vicinanze. Lo stato del corpo non consentiva nemmeno di poter subito rilevare le impronte digitali per il riconoscimento. Sul posto, tuttavia, era stato prelevato da alcuni tessuti il Dna utile per a passare al setaccio l'elenco nelle zone scomparse nella zona.
Scoperta l'identità della vittima e il possibile responsabile
Come raccontato da Prima Milano Ovest,l'esame del Dna ha consentito di risalire all'identità della vittima: si tratta di Carmine D'Errico, pensionato 65enne di Cusano Milanino. L'uomo era scomparso il 30 dicembre 2021 dalla sua abitazione, dove viveva con il figlio, un pappagallo e un acquario ai quali il 65enne era legatissimo (la moglie è mancata due anni fa).
Le analisi della Scientifica, tuttavia, hanno permesso di iscrivere un'ipotetico responsabile del cruento crimine nel registro degli indagati: stiamo parlando del figlio di Carmine, Lorenzo D'Errico, di 35 anni. Il 35enne, nel corso della giornata di ieri, giovedì 3 febbraio 2022, è stato sottoposto a fermo per omicidio e soppressione di cadavere, emesso dalla Procura di Monza. Per gli inquirenti sarebbe stato quindi lui a uccidere il padre e a dare fuoco al corpo.
Indizi e tracce di sangue trovati nella casa del figlio
I carabinieri del Ris di Parma, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Milano e quelli della compagnia di Sesto San Giovanni, sono entrati nella villetta sequestrata dai magistrati monzesi alla ricerca di tracce, soprattutto di sangue, per capire se il 65enne sia stato ucciso e se il delitto sia avvenuto all'interno della sua casa. All'interno della sua abitazione hanno trovato molteplici tracce di sangue all'interno dell'abitazione e anche segni di trascinamento, D'Errico sarebbe stato quindi ucciso in casa e poi il suo corpo è stato poi portato in auto a Cerro Maggiore.
Tra padre e figlio non correva buon sangue
Le prime indagini sul caso hanno dimostrato che tra padre e figlio non correva buon sangue. Gli inquirenti, oltre a raccogliere tracce e indizi della scena del crimine nella casa dei due, hanno rilevato fin da subito evidenti contraddizioni nelle dichiarazioni del figlio Lorenzo.
Ascoltato dai militari dell'Arma, il 35enne ha ammesso di avere un rapporto difficile con il padre, tanto da trascorrere le sue giornate chiuso in camera. Un altro elemento che ha destato sospetti è stato il ritrovamento dell'auto della vittima, diversi giorni dopo la sua scomparsa, a poco più di trecento metri da casa, quando inizialmente sembrava sparita nel nulla. I carabinieri hanno inoltre sequestrato una pistola, non regolarmente detenuta né dal padre né dal figlio, e proiettili, ritrovata all'interno del garage della villetta.