Gli affaristi del Green pass: infermiera certificava i positivi senza nemmeno fargli il tampone
L'indagine era partita dopo la presentazione di un esposto. A finire nei guai complessivamente oltre venti persone.
Il cachet? Da 250 a 500 euro per fingere di fare un vaccino (e di conseguenza avere un Green pass). Ci risiamo, ecco un'altra storia legata agli "affaristi" delle "non vaccinazioni" e dei Green pass "facili".
Gli affaristi del Green pass, l'ultimo caso
L'ultimo caso arriva da Piacenza. Qui un'infermiera della locale Asl è stata arrestata per aver fatto ottenere a oltre 20 persone la certificazione verde. La donna si faceva pagare fino a 500 euro per certificare, presso una farmacia cittadina, la positività al Covid-19 senza eseguire alcun test, in modo da far ottenere, trascorsi 10 giorni, il Green pass da avvenuta guarigione.
L'infermiera, regolarmente vaccinata, si trova in carcere con l'accusa di corruzione e falso in atto pubblico.
La doppia "pensata"
Ma non solo. Come già scoperto in altre circostanze in altre parti d'Italia, la donna fingeva anche di somministrare il vaccino. Millantando anche una nobile azione. Si presentava infatti agli hub vaccinali spiegando di aver convinto "un amico No vax, ma che per la paura degli aghi, l'amico si sarebbe fatto somministrare il siero solo da lei".
Peccato che poi l'infermiera somministrasse a queste persone una soluzione fisiologica. Con lei è finito nei guai anche un "complice" accusato di aver procurato i clienti. Per l'uomo sono però scattati gli arresti domiciliari.
Le indagini
Le indagini sono state condotte in seguito alla presentazione di un esposto dell'Ausl ed è stata poi coordinata dalla Procuratore capo di Vicenza, Grazia Pradella. Nell'ambito dell'attività investigativa, la lente più in generale si è focalizzata complessivamente su altre 26 persone dagli inquirenti ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di corruzione e di falso nelle certificazioni per aver ottenuto il certificato illegalmente.
I precedenti
Quel che è certo è che le truffe legate a vaccini e Green pass si arricchiscono periodicamente di nuovi capitoli.
Basti pensare a quell'infermiera che in Liguria aveva creato un punto tamponi "fai da te", all'infermiera che in Sicilia iniettava una soluzione fisiologica facendosi pagare 400 euro a "vaccino" e a quella banda di Napoli che entrando nei terminali delle farmacie riusciva a creare e rivendere i certificati falsi. Per non parlare di tutti coloro che si sono presentati in farmacia per il tampone con la tessera sanitaria di un amico per risultare positivi e ottenere il passa da guarigione. Una situazione esplosiva, che ha costretto anche Federfarma a prendere una posizione netta, chiedendo ai propri associati di controllare a tutti i documenti.