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Wall Street trema e Trump si corregge sui Dazi: "Faremo eccezioni e sconti, saremo generosi"

Intanto il tycoon ha designato la sua prossima "vittima": si tratta del Venezuela

Wall Street trema e Trump si corregge sui Dazi: "Faremo eccezioni e sconti, saremo generosi"
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Dopo settimane di incertezza e nervosismo sui mercati finanziari, Donald Trump sembra rallentare in parte sulla politica dei dazi, introducendo la possibilità di eccezioni e riduzioni per alcuni settori strategici. La notizia, riportata da Bloomberg e Wall Street Journal, ha immediatamente avuto un effetto positivo su Wall Street, che ha rimbalzato dopo quattro settimane di perdite dovute ai timori di una guerra commerciale, all’inflazione crescente e alle previsioni economiche in calo.

Apertura parziale per Europa e Nord America

Il presidente americano ha dichiarato durante una riunione di governo che i dazi sulle automobili, l’alluminio e i prodotti farmaceutici saranno annunciati "in un prossimo futuro", senza però specificare una data esatta. Un dietrofront parziale rispetto alla proclamazione del 2 aprile come "Liberation Day", giorno in cui tutte le tariffe avrebbero dovuto entrare in vigore.

Donald Trump

L'eventuale sospensione delle tariffe sull'automotive sarebbe una buona notizia per la Germania e l'Italia, che gioca un ruolo chiave come subfornitore dell’industria tedesca. Nel mercato nordamericano, Trump ha già concesso una proroga di un mese per le tariffe sulle auto su richiesta delle tre grandi case automobilistiche americane: General Motors, Ford e Stellantis.

Restano invece in bilico i dazi su acciaio e alluminio per Canada e Messico, anch’essi sospesi fino al 2 aprile, ma senza indicazioni precise su una loro eventuale cancellazione o ulteriore proroga. "Potremmo anche essere più generosi di così," ha detto Trump, senza però specificare quali sarebbero i Paesi interessati.

Nonostante la parziale apertura, il presidente americano continua a fare leva sulla sua imprevedibilità come strumento di negoziazione. Ha ribadito che i cosiddetti "dazi reciproci" verranno imposti in modo selettivo, soprattutto ai "dirty 15" - il richiamo è al titolo del celebre film "Quella sporca dozzina" del 1967 - , ovvero i 15 Paesi con cui gli Stati Uniti registrano i peggiori squilibri commerciali.

Venezuela: la nuova "vittima" di Trump

Se da un lato Trump sembra voler adottare una linea più flessibile sui dazi, dall’altro non esita a inasprire la sua posizione nei confronti del Venezuela. Il presidente ha annunciato nuove "tariffe secondarie" contro il governo di Caracas, giustificate da "numerose ragioni", tra cui l'accusa che il Venezuela avrebbe deliberatamente inviato negli Stati Uniti "decine di migliaia di criminali di alto livello", tra cui membri della banda criminale Tren de Aragua, recentemente designata come "organizzazione terroristica straniera".

La nuova misura prevede che qualsiasi Paese che acquisti petrolio o gas dal Venezuela dovrà pagare una tariffa del 25% su qualsiasi altra transazione commerciale con gli Stati Uniti. La sanzione entrerà in vigore il 2 aprile 2025, data che Trump ha ribattezzato "giorno della liberazione in America".

Questo quanto si legge in un post pubblicato sul suo social Truth, nel quale il tycoon ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno tentando di rimpatriare in Venezuela i membri delle bande criminali, ma che si tratta di un "compito arduo". Inoltre, ha accusato Caracas di essere "ostile agli Stati Uniti e ai valori di libertà che noi sosteniamo".

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