Ora anche la Casa Bianca scopre la paura per l’intelligenza artificiale
Dopo gli allarmi lanciati sul tema da personalità come Elon Musk e Geoffrey Hinton, ora anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden parla di sviluppo responsabile, risvolti etici e rischi e potenziali danni e annuncia una Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale
Prima Elon Musk, poi Geoffrey Hinton (padrino dell'AI che di recente ha lasciato Google) e ora anche Joe Biden. Anche la Casa Bianca scopre la paura per l'intelligenza artificiale. Attraverso una nota ufficiale, il presidente degli Usa ha fatto sapere di aver lanciato un piano per prevenire ed affrontare eventuali rischi legati alla nuova tecnologia.
La Casa Bianca e l’intelligenza artificiale
A cinque mesi dal lancio di ChatGPT, l'intelligenza artificiale generativa che, a seguito di un input testuale, riesce a produrre un testo di senso compiuto, la Casa Bianca ha "scoperto" la paura nei confronti delle AI.
Dopo gli allarmi lanciati sul tema da personalità come Elon Musk e Geoffrey Hinton, ora anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla falsa riga di quanto sta facendo l'Unione Europea, si è mosso per prevenire ed affrontare eventuali rischi dell'intelligenza artificiale.
"L'intelligenza artificiale è una delle tecnologie più potenti del nostro tempo, ma per cogliere le opportunità che presenta, dobbiamo prima mitigarne i rischi - si legge nel comunicato ufficiale di Washington - Ciò significa che le aziende hanno la responsabilità fondamentale di assicurarsi che i loro prodotti siano sicuri prima di essere utilizzati".
A tal fine la vicepresidente americana Kamala Harris e alti funzionari della Casa Bianca hanno incontrato ieri, giovedì 4 maggio 2023, gli amministratori delegati di quattro società americane all'avanguardia sull'intelligenza artificiale: Alphabet, Anthropic, Microsoft e OpenAI.
L'incontro rientra in uno sforzo più ampio dell'amministrazione Usa per coinvolgere avvocati, aziende, ricercatori, organizzazioni per i diritti civili e partner internazionali sulle questioni poste dall'Intelligenza artificiale.
Lo scopo del Governo degli Stati Uniti sta nel mettere in atto strategie e politiche per promuovere uno sviluppo responsabile di queste tecnologie, così come dei risvolti etici che la loro presenza sul mercato comporta, al fine di ridurre rischi e potenziali danni agli individui e alle società.
Tra le misure annunciate dalla Casa Bianca si trova una Carta dei diritti dell’intelligenza artificiale, la creazione di un centro di ricerca nazionale sul tema, già anticipato dall’investimento di 140 milioni di dollari per realizzare sette nuovi istituti di ricerca, e una guida pubblica sull’uso dell’intelligenza artificiale da parte del governo federale.
I "pentiti" dell'intelligenza artificiale
L’atavico timore che le macchine possano prendere il controllo del mondo, rendendo schiava l’umanità, accompagna la letteratura e il cinema sin dai tempi della Rivoluzione Industriale. Del resto il cambiamento destabilizza e può spaventare; lascia più spiazzati quando ad evocare un fantomatico “effetto Terminator” sono le superstar dell’hi tech, coloro che hanno fatto la propria fortuna con questi strumenti.
Negli scorsi giorni due nomi di primo piano quali Sam Altman, fondatore di OpenAI (la startup creatrice di ChatGPT) e l’uomo più ricco del mondo, colui che sogna la colonizzazione di Marte, Elon Musk – in termini diversi – hanno espresso però la necessità di andarci con i piedi di piombo con l’intelligenza artificiale.
“Sono soprattutto preoccupato che questi modelli possano essere usati per la disinformazione su larga scala - ha sottolineato Altman - Inoltre, migliorando sempre di più nella scrittura di codice informatico, potrebbero anche essere usati per eseguire cyber-attacchi”.
"Penso che dovremmo stare molto attenti all'intelligenza artificiale - ha rincarato la dose Musk - Se dovessi indovinare qual è la nostra più grande minaccia esistenziale, probabilmente è quella. Con l'intelligenza artificiale stiamo evocando il demone".
E dopo Elon Musk e Sam Altman, un altro nome illustre: Geoffrey Hinton. Il 75enne, considerato il "padrino dell'Intelligenza artificiale" ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell'AI.
"Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli. Google ha agito in modo molto responsabile. In questo momento, le macchine non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. Ma penso che presto potrebbero esserlo.
Mi consolo con la solita scusa: se non l'avessi fatto io, l'avrebbe fatto qualcun altro... Pensate che Putin non creerebbe dei robot iper intelligenti con l'obiettivo di uccidere gli ucraini? Non esiterebbe".
Alcuni esempi di cosa può fare l'a.i.
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