CAMBIO' LA STORIA

Morto Gorbaciov: protagonista della storia, dalla fine della Guerra fredda alla caduta dell'Unione Sovietica

All'ultimo presidente dell'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche si deve anche il disarmo nucleare e la caduta del muro di Berlino. Fu premio Nobel.

Morto Gorbaciov: protagonista della storia, dalla fine della Guerra fredda alla caduta dell'Unione Sovietica
Pubblicato:

Dalla fine della Guerra fredda alla caduta dell'Unione Sovietica, la morte di Michail Gorbaciov segna un'altra pagina della storia della storia moderna.

L'ultimo leader dell'Unione Sovietica è morto ieri sera, martedì 30 agosto 2022, a 91 anni dopo una lunga malattia.

Gorbaciov, dalla fine della Guerra fredda alla caduta dell'Unione Sovietica

Nato il 2 marzo 1931 a Privol'noe in Russia, con la morte di Michail Gorbaciov (avvenuta in un ospedale di Mosca) si chiude di fatto un'epoca: l'Europa e il mondo salutano il personaggio politico che ha segnato la fine della Guerra fredda (ovvero i rapporti diplomatici inesistenti sempre sul filo della tensione della guerra "vera") tra Stati Uniti e appunto quella che fino al 19 è stata l'Urss, l'Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche.

Un "colosso" politico, militare, economico e sportivo che si sgretolò con l'indipendenza di tutti gli Stati che la componevano.

Un passaggio storico che in molti mai hanno perdonato a Gorbaciov e segnò la sua "fine" politica.

Gorbaciov, il "boomerang" della perestrojka

A Gorbaciov, oltre all'impegno fattivo per "andare oltre" al Muro di Berlino (leggendaria la frase del presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan pronunciata il 12 giugno 1987 durante un discorso tenuto presso la Porta di Brandeburgo, in occasione dei 750 anni di Berlino: "Presidente, abbatta questo muro") è legato l'altrettanto leggendario termine perestrojka.

Ovvero, il complesso di riforme politico-sociali ed economiche avviate dalla dirigenza dell'Unione Sovietica appunto metà degli anni ottanta, finalizzate alla riorganizzazione dell'economia e della struttura politica e sociale del Paese.

Un percorso che si rivelò nella realtà dei fatti una sorta di boomerang con la disgregazione dell'Unione della Repubbliche socialiste sovietiche.

A Gorbaciov è legato anche il termine glasnost (trasparenza), mentre per quanto riguarda ancora la storia, l'ex presidente dell'Urss gestì il disastro nucleare di Chernobyl e ordinò il ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan.

Oltre naturalmente al disarmo nucleare di cui parlò in uno storico incontro a Rekjavjk in Islanda proprio con Ronald Reagan.

La carriera politica, il Nobel, la morte (quasi) ignorata dalle Tv russe

Gorbaciov era diventato segretario generale del Pcus nel 1985 a  solo 54 anni, una svolta generazionale dopo un lungo periodo di leader "avanti con gli anni".

L'impegno sulle riforme, sul disarmo nucleare, sulla distensione politica e militare, gli valsero nel 1990 il premio Nobel per la Pace.

Del resto, di Gorbaciov si ricordano nel 1989 due visite storiche: a maggio a Pechino, dove Cina e Urss riallacciarono i rapporti interrotti 30 anni prima e dicembre in Vaticano da Wojtyla, primo leader sovietico ad incontrare un Papa.

Nel 1991 il rapimento da parte dei conservatori comunisti e la successiva firma del riconoscimento della Comunità degli Stati indipendenti segnò di fatto la fine dell'Urss.

Ieri sera la morte di Gorbaciov (dopo una grave e lunga malattia) è stata quasi ignorata dalle Tv russe che si sono limitate a darne la notizia, mentre dalla politica russa emergono più i rilievi critici sulla sua figura, mentre Vladimir Putin si è limitato a esprimere cordoglio e ad annunciare l'invio di un telegramma di condoglianze alla famiglia.

Gorbaciov ha una figlia, Irina, mentre la moglie Raissa era morta nel 1999.

Il commiato di Silvio Berlusconi

In queste ore anche il leader di Forza Italia ed ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha voluto omaggiare Gorbaciov:

"Michail Gorbaciov è un uomo che ha cambiato la storia del 20° secolo. Pur essendo cresciuto all’interno dell’apparato comunista ed avendone raggiunto i vertici, ha avuto la lucidità, l’onestà intellettuale e il coraggio politico di porre fine al sistema totalitario sovietico e di scegliere la strada della democrazia e del rispetto della sovranità dei popoli".

 

Seguici sui nostri canali