Ma a quanto ammonta il patrimonio personale di Putin? E chi sono gli oligarchi che si stanno infuriando con lui?
Si stima che il patrimonio dello "Zar" possa variare tra i 100 e i 200 miliardi di dollari. Gli oligarchi nei primi giorni di guerra hanno perso cifre ingenti, e qualcuno si smarca già.
Non solo sanzioni alla Russia, ma anche interventi ad personam. Nei giorni scorsi i ministri degli Esteri della Ue, riuniti a Bruxelles, hanno stabilito anche il congelamento dei beni in Europa del presidente russo Vladimir Putin e del suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Un provvedimento che in realtà è più simbolico che altro perché entrambi hanno poco di riconducibile direttamente alle loro persone. Ma a quanto ammonta il patrimonio personale di Putin?
Ma a quanto ammonta il patrimonio personale di Putin?
Ufficialmente Vladimir Putin guadagna 140.000 dollari l'anno come presidente della Federazione Russa. Inoltre, sarebbe titolare di un appartamento, tre auto e una roulotte. Un po' poco per un uomo capace di tenere in scacco il pianeta...
Difficile - se non impossibile - fare i conti in tasca allo "Zar". Ci ha provato il New York Times, che ha parlato di una tenuta dalle immense dimensioni sul Mar Nero (valore attorno al miliardo di euro), un palazzo da 14.000 metri quadrati (la cui esistenza è stata svelata dall’oppositore Aleksej Navalny) un appartamento da 4,1 milioni di dollari a Monaco, uno yacht di lusso da 100 milioni di dollari.
Un po' più nello specifico ci è andata la rivista Forbes, che ha parlato di circa 200 miliardi di dollari di patrimonio. Secondo Bill Browder, finanziere americano, nel 2017 Putin aveva accumulato un patrimonio personale di circa 200 miliardi di dollari.
Per l’economista svedese Anders Aslund invece il patrimonio di Putin va tra i 100 e 130 miliardi.
Insomma, di certezze non ce ne sono, tranne il fatto che lo "Zar" può contare su una ricchezza immensa, ma difficilmente calcolabile e soprattutto di cui è difficile ricostruire l'origine.
Chi sono gli oligarchi che si stanno infuriando con lui?
Putin, però, non è "solo". In questi giorni si sta spesso parlando degli oligarchi russi che lo sosterrebbero. Ma che con il crollo del rublo di questi giorni hanno già perso ingenti capitali: si stima che le perdite totali siano attorno ai 126 miliardi di dollari dall'inizio dell'invasione (e dunque solo in cinque giorni). E la cosa non ha certamente fatto loro piacere.
Ma chi sono questi oligarchi russi? A farne una lista è la rivista Forbes, che ne quantifica anche le perdite.
- Leonid Mikhelson, grande azionista di Novatek (produttore di gas).
Perdita: 4,5 miliardi di dollari - Vagit Alekperov, ex ministro del petrolio, è presidente di Lukoil, la più grande compagnia petrolifera indipendente di Russia
Perdita: 4,2 miliardi di dollari - Alexey Mordashov, azionista di maggioranza del gruppo dell’acciaio Severstal
Perdita: 4,2 miliardi di dollari - Gennady Timchenko, già colpito da sanzioni
Perdita: 4,2 miliardi di dollari - Vladimir Lisin, presidente di Nlmk Group, una delle maggiori aziende di prodotti in acciaio.
Perdita: 4,1 miliardi di dollari - Suleiman Kerimov ha quote del più grande produttore d’oro russo, Polyus
Perdita: 3,2 miliardi di dollari - Vladimir Potanin, ha grandi investimenti nel settore minerario
Perdita: 3 miliardi di dollari - Oleg Tinkov, fondatore della banca russa Tinkoff
Perdita: 2 miliardi di dollari - Mikhail Shelkov, ha un'importante quota in Vsmpo-Avisma, il più grande produttore di titanio per l’industria aerospaziale
Perdita: 1,7 miliardi di dollari - Leonid Fedun, è il braccio destro di Alekperov alla Lukoil
Perdita: 1,4 miliardi di dollari - Roman Abramovich, patron del Chelsea. Presente alla negoziazione
Perdita: 1,2 miliardi di dollari (-8,4%)
Il primo a smarcarsi
Il primo tra gli uomini più ricchi di Russia a smarcarsi è stato Mikahil Fridman, origini ucraine e patrimonio da 15,5 miliardi di dollari, che ha definito la guerra una tragedia. Fridman ha inviato una lettera al suo staff alla sede londinese della propria società di private equity LetterOne in cui si dice convinto che "la guerra non potrà mai essere la risposta".