mercato finanziario

Crollo del rublo nelle borse asiatiche: Nikkei 225, Ftse Mib e cosa c'entra Rosneft

La borsa di Tokyo esce indenne dalle tensioni, code fuori dai bancomat in Russia. E le aziende petrolifere scappano.

Crollo del rublo nelle borse asiatiche: Nikkei 225, Ftse Mib e cosa c'entra Rosneft
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Le sanzioni alla Russia, l'allerta nucleare e l'esclusione selettiva delle banche dal circuito di pagamenti Swift mettono in ginocchio il rublo.

La moneta russa crolla al minimo storico, cedendo il 30% sul dollaro nel mercato ufficiale di Mosca. E oggi, lunedì 28 febbraio 2022, la situazione è ancora tutta da decifrare.  Secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg, la Borsa di Mosca inizia le contrattazioni del mercato monetario con oltre tre ore di ritardo per effetto della decisione della Banca Centrale Russa che sta valutando se aprire gli altri mercati più tardi. Una decisione sarà presa alle 15 di Mosca.

Crollo del rublo nelle borse asiatiche

Al momento per un dollaro servono tra i 90 e i 106 rubli (-8%). Gli spread sulla moneta russa sono aumentati di otto volte, e gli intermediari finanziari asiatici e australiani, da Sydney a Hong Kong,  si stanno tirando indietro.

Intanto la Banca centrale della Russia alza il tasso di riferimento al 20% e ha motivato la decisione con il drastico "cambiamento delle condizioni esterne. L'aumento dei tassi si è reso necessario per rendere più attraenti i depositi".

Critica anche la posizione di Sberbank: la Banca Centrale Europea ha valutato che una delle più importanti banche di Stato russe e le sue filiali nell'Unione bancaria (Croazia e Slovenia) siano a rischio di fallimento a causa del deterioramento della situazione di liquidità.

La Borsa di Tokyo invece ha passato indenne le tensioni delle ultime ore: il Nikkei  225 (l'indice che tiene conto delle 225 compagnie quotate) ha messo a segno una variazione  positiva dello 0,19%, a quota 26.526,82.

Le code fuori dai bancomat

Le prime conseguenze sono soprattutto psicologiche sulla popolazione. Per il timore di un crollo del rublo (che poi si è verificato) migliaia di cittadini russi hanno formato maxi code nei bancomat di tutto il Paese per ritirare valuta estera, che oggi è decisamente più "pesante" rispetto a quella locale.

Le conseguenze sull'Europa

La Banca centrale della Russia ha dato indicazione ai broker di non soddisfare temporaneamente gli ordini di vendita di titoli da parte di stranieri a partire da oggi, riporta l'agenzia Bloomberg.

Avvio di seduta in forte calo per Piazza Affari. L'indice Ftse Mib (il più significativo del mercato italiano, che racchiude le azioni delle 40 società italiane - anche con sede all'estero -  con maggiore capitalizzazione) cede il 3%. Anche le altre Borse europee aprono in forte calo.

La questione Rosfnet

Non ci sono solo le borse a tremare. Anche alcune grosse aziende "fuggono" dalla Russia.

Il gruppo petrolifero britannico Bp ha annunciato nelle scorse ore l'uscita della sua partecipazione azionaria nella russa Rosneft, nella quale ha una quota del 19,75% dal 2013.  Le motivazioni sono state espresse dalla stessa Bp in una nota:

"L'attacco della Russia in Ucraina è un atto di aggressione che sta avendo tragiche conseguenze nell’area. La decisione che abbiamo preso come consiglio di amministrazione non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche nell’interesse di lungo termine di Bp”.

La stessa strada è stata intrapresa dal colosso energetico norvegese Equinor. Controllata al 67% dallo stato norvegese, Equinor aveva alla fine del 2021 un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari in Russia, legata ad una partnership con il gruppo petrolifero Rosneft dal 2012. La decisione è stata comunicata dall'amministratore delegato della società norvegese  Anders Opedal.

"Nella situazione attuale, consideriamo la nostra posizione insostenibile. Cesseremo tutti i nuovi investimenti nelle nostre operazioni russe e inizieremo il processo di uscita dalle nostre joint venture in modo coerente con i nostri valori".

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