la guerra economica

L'Ungheria cede a Mosca: pagherà il gas in rubli. Ecco quanto la Russia si è arricchita in due mesi di guerra

Mosca avrebbe addirittura aumentato gli introiti derivanti dall'esportazione grazie all'incremento dei prezzi.

L'Ungheria cede a Mosca: pagherà il gas in rubli. Ecco quanto la Russia si è arricchita in due mesi di guerra
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"Il Governo deve garantire i propri cittadini". Con questa motivazione il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijarto ha annunciato che Budapest pagherà il gas in rubli, come richiesto dalla Russia. La decisione è arrivata poche ore dopo lo stop alle forniture da parte di Mosca a Polonia e Bulgaria. 

L'Ungheria cede a Mosca: pagherà il gas in rubli

Szijarto è stato chiaro sull'argomento:

"L’approvvigionamento dell’energia è materia di sicurezza nazionale e il Governo ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini".

Dunque, sì alla richiesta firmata da Putin il 31 marzo e che molti Paesi europei ritengono illegittima. Ma per non vedere i propri cittadini senza gas l'Esecutivo ungherese ha deciso di piegarsi al Cremlino.

Europa non più così compatta

Una decisione che potrebbe avere un peso importante nello scacchiere europeo. Il Vecchio Continente, infatti, non appare più così compatto sulla questione dell'embargo del gas. Alcuni Governi - Germania in primis - temono le conseguenze di una decisione di Putin di chiudere i rubinetti all'Europa e si oppongono dunque all'idea di forzare la mano su questo tema. L'Italia al momento non ha preso una posizione netta, concentrandosi piuttosto sulla ricerca di nuovi partner in Africa con cui approvvigionarsi.

Ma è chiaro che vedendo qualcuno che cede e altri che iniziano a pagare le conseguenze della situazione, qualche altro Governo possa decidere di seguire l'esempio ungherese.

E intanto la Russia si arricchisce

Anche perché sinora le sanzioni non hanno avuto l'effetto sperato. L'economia di Mosca infatti non sembra risentire particolarmente dei provvedimenti presi dai Paesi Nato. Stando a quanto riporta il Guardian, che cita uno studio del Centre for Research on Energy and Clean Air, la Russia durante i due mesi di guerra avrebbe raddoppiato i guadagni dalla vendita di combustibili fossili alla Ue.

Il Cremlino avrebbe infatti incassato circa 62 miliardi di euro dall'esportazione di petrolio, gas e carbone, in pratica un miliardo al giorno.    L’Ue ha importato circa 44 miliardi di euro di energia negli ultimi due mesi, rispetto ai 140 miliardi  in tutto il 2021.
In sostanza, le esportazioni sono diminuite - ma di poco - e i prezzi si sono alzati, cosa che consente dunque a Mosca di mantenere una posizione di predominio sul mercato e di fatto di infischiarsene delle mosse dei Paesi europei. E forse - Ungheria docet - qualcuno lo sta capendo...

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