DIALOGO TRA SORDI?

L'accusa: "Priorità russa è la guerra, non la diplomazia". Sblocco grano solo se via sanzioni

Fallita la mediazione turca. La guerra è destinata a durare ancora a lungo.

L'accusa: "Priorità russa è la guerra, non la diplomazia". Sblocco grano solo se via sanzioni
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"Priorità alla guerra e alla conquista dei territori dell'Ucraina, nessuno spazio alla diplomazia".

L'accusa che arriva dall'Ucraina è forte e chiara, mentre il messaggio ribattuto dalla Russia ha un'appendice ancor più perentoria ed eloquente:

"Lo sblocco del grano avverrà solo se e quando verranno tolte le sanzioni".

Guerra, il tentativo di trovare la pace con il dialogo

Se qualcuno si aspetta segnali di pace e di distensione attraverso i negoziati dopo ormai 100 giorni di guerra, quasi certamente non rimarrà molto confortato dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal Cremlino e dal Governo ucraino.

Perché fondamentalmente la mediazione cercata nelle scorse ore dalla Turchia attraverso l'incontro con il ministro russo Lavrov non ha avuto gli esiti sperati. Mosca di impostare la questione a parole non ci sta: la conditio sine qua non per intavolare qualsiasi discorso è l'eliminazione delle sanzioni.

Da contraltare, Kiev continua ad accusare Mosca di non voler alcun dialogo.

L'Ucraina: "Priorità russa è la guerra, non la diplomazia"

Un atteggiamento quello di Lavrov che ha infatti portato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a una disamina molto netta e anche piuttosto "cruda" nei confronti di Mosca, accusando apertamente il Cremlino di non lavorare per la pace:

"La Russia afferma che la richiesta del presidente Zelensky di ritirarsi dietro la linea del 24 febbraio non è seria. Questo dimostra che Mosca rimane concentrata sulla guerra, non sulla diplomazia, e invia un chiaro messaggio al mondo: il percorso della Russia verso il tavolo dei negoziati passa attraverso le sconfitte sul campo di battaglia".

E ora bisognerà vedere quale sarà la strada che terrà l'Europa perché i giorni passano inesorabili e la situazione, anche igienico sanitaria come ad esempio a Mariupol sta facendosi drammatica.

Il tentativo di mediazione turco: timido passo in avanti?

Sono durate così poche ore le speranze che da Ankara, dalla Turchia, potesse arrivare un'intesa sul grano. Mosca ha ribadito il suo pensiero: permetterà lo sblocco delle esportazioni di grano dai porti ucraini, ma alle sue condizioni: appunto che vengano tolte le sanzioni Ue.

Chi vede però il bicchiere mezzo pieno fa notare come dal tavolo di Ankara sembra proseguire il piano per liberare il mar Nero dalle mine e poter così consentire il trasporto del grano. Anche se farlo in tempi brevi sembra un'impresa titatica.

Addirittura, secondo il ministro dell'Agricoltura ucraino, Taras Vysotskyi, ci vorranno sei mesi per togliere tutte le mine.

Dialogo tra sordi

E da Kiev gli scenari pessimistici sono stati ribaditi anche dall'ambasciatore della capitale ucraina in Turchia, Vasyl Bodnar:

"Tra Russia e Ucraina non è stato raggiunto alcun accordo concreto"

Una disamina che agli occhi degli osservatori internazionali fa emergere la constatazione che davanti alle posizioni di Mosca e Kiev "il rischio è solo di continuare assistere a un dialogo tra sordi"

 

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