Ripercussioni economiche

La Russia chiude il gas a Polonia e Bulgaria che non vogliono pagare in rubli

Le minacce di Putin di inizio aprile sono diventate reali. Ursula Von Der Leyen: "Un altro tentativo di Mosca di ricattarci con il gas, ma siamo preparati a questo scenario".

La Russia chiude il gas a Polonia e Bulgaria che non vogliono pagare in rubli
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Uno scenario simile, a seguito delle sanzioni Ue alla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, era stato minacciato un paio di mesi fa dallo stesso Vladimir Putin che si era detto intenzionato a sospendere le forniture di gas russo qualora i cosiddetti Paesi ostili non lo avrebbero pagato in rubli. Nonostante gli avvertimenti del presidente russo, l'Europa aveva fatto fronte compatto senza farsi spaventare, mantenendo una linea dura ed intransigente con la Russia e aprendo alle trattative con altri Stati per le importazioni di gas. Una reazione questa che ha inasprito ulteriormente i toni delle minacce di Putin il quale, in quell'occasione, ad inizio aprile, aveva ribadito:

"Entro un mese le forniture vanno pagate con la nostra moneta nazionale".

Ed ecco che oggi, mercoledì 27 aprile 2022, dalle parole si è passati ai fatti. A partire dalle 8 di questa mattina, Gazprom (multinazionale russa di gas) ha interrotto tutte le consegne di gas naturale a Polonia e Bulgaria dopo che quest'ultime si sono rifiutate di pagare le importazioni con i rubli. Uno stop alle forniture che è destinato sicuramente ad avere effetti collaterali non solo nei due Paesi in questione, ma anche nel resto d'Europa che ora si prepara a prendere contromisure con nuove sanzioni a Mosca.

La Russia chiude il gas a Polonia e Bulgaria che non vogliono pagare in rubli

Le minacce di Putin hanno avuto realizzazione nei tempi stabiliti dallo stesso presidente russo: "Se entro un mese le forniture di gas non saranno pagate in rubli allora saranno sospese". Polonia e Bulgaria sono state così le prime due nazioni ad essere colpite dal blocco delle consegne di gas. Uno stop che giunge, per l'appunto, dal mancato pagamento del combustibile in rubli da parte dei due Stati europei.

Le prime indiscrezioni erano trapelate già nel corso della giornata di ieri, martedì 26 aprile 2022, quando il sito polacco Onet, ripreso dalla Tass, aveva anticipato che Mosca aveva sospeso le forniture di gas alla Polonia in base al contratto stipulato con la realizzazione del gasdotto Yamal. La notizia era stata inizialmente smentita da Gazprom (multinazionale russa di gas controllata dal governo di Putin), la quale però aveva ribadito che la Polonia avrebbe dovuto pagare il combustibile entro la giornata secondo le nuove modalità che prevedono l'uso del rublo.

Il mancato rispetto delle nuove procedure ha quindi portato Mosca ad interrompere qualsiasi consegna di gas alla Polonia: PGNiG, la principale società di gas polacca, ha fatto sapere di essere stata informata da Gazprom che, a partire dalle 8 di oggi, mercoledì 27 aprile 2022, tutte le forniture saranno sospese. La medesima manovra è stata adottata dal Governo russo anche con la Bulgaria dove però è stato il ministro dell'Energia di Sofia a rendere nota la comunicazione di Gazprom.

Dopo quanto accaduto, PGNiG ha fatto sapere che questo passo rappresenta una violazione del contratto relativo al gasdotto Yamal, con la stessa società polacca che ribadisce di rifiutarsi di pagare il gas russo in rubli. PGNiG anticipa inoltre che chiederà il risarcimento dei danni per violazione degli accordi.

"Risposta corretta alle sanzioni atlantiche"

Nel corso delle ultime ore, sullo stop alle forniture di metano a Polonia e Bulgaria si è espresso anche il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin, citato dal Tass, il quale ha riferito che la misura adottata rappresenta una risposta corretta alle sanzioni atlantiche imposte a Mosca:

"Gazprom ha completamente sospeso le forniture di gas a Bulgaria e Polonia. La decisione è giusta e i deputati della Duma di Stato la sostengono. È necessario fare lo stesso per quanto riguarda gli altri Paesi ostili".

A parte le due nazioni europee colpite dalla chiusura del gas naturale russo, Gazprom ha fatto sapere che sta continuando a rifornire il resto dell'Europa via Kiev, "ma con minore richiesta rispetto al giorno prima".

Von Der Leyen: "Un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas"

Non si sono fatte mancare le risposte immediate al Cremlino. Portavoce delle controreazioni al blocco del gas russo è stata la Presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen:

"L'annuncio di Gazprom - scrive sul suo profilo Twitter ufficiale - è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas. Siamo preparati per questo scenario. Stiamo tracciando la nostra risposta coordinata dell'Ue. Gli europei possono aver fiducia nel fatto che siamo uniti e solidali con gli stati membri colpiti. È in corso una riunione del gruppo di coordinamento sul gas".

IL TWEET:

Gravi ripercussioni economiche

L'escalation degli eventi che corrono paralleli al conflitto in Ucraina non passeranno di certo in sordina ed anzi porteranno gravi ripercussioni non solo su tutto il sistema economico dei due Paesi, ma anche su quello europeo in generale. Essendo Polonia e Bulgaria degli Stati di transito del gas verso Paesi terzi, Gazprom ha inoltre avvertito i due Paesi che in caso di prelievo non autorizzato di gas russo destinato a Paesi terzi, le forniture di transito verranno ridotte di un ammontare analogo.

L'interruzione di combustile dalla Russia alla Polonia e alla Bulgaria ha avuto come primo effetto quello di far schizzare il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam. I future sul metano, benchmark del prezzo del metano in Europa, sono balzati del 16% a 119,75 euro al megawattora, dopo aver toccato un rialzo massimo del 24%.

Lo stop alle consegne di gas porterà ad un inasprimento delle sanzioni europee contro la Russia, anche se, come accaduto di recente in Italia, i vari Paesi stanno cercando di intavolare trattative con altri Stati per ridurre gradualmente la dipendenza dalle forniture di gas naturale russe. Sulla questione è infine intervenuta anche Washington. "Nei mesi scorsi gli Usa hanno lavorato per aumentare forniture di gas naturale e alternative per quei Paesi che dipendono dalla Russia" da un punto di vista energetico, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, parlando di "uno sforzo continuo" da parte dell'amministrazione Biden.

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