Federico Negri è libero: era finito in carcere in India per non aver pagato 40 euro per attraversare un ponte
Il 28enne alessandrino, per un semplice malinteso, era stato accusato di immigrazione clandestina e rischiava fino a 8 anni.
La buona notizia dalle parole del suo avvocato Claudio Falleti: Federico Negri, il 28enne alessandrino che era stato incarcerato in India per non aver pagato 40 euro per attraversare un ponte, è finalmente libero e potrà tornare a casa.
Federico Negri è finalmente libero
Ieri, lunedì 17 ottobre 2022, l'udienza della speranza, quella nella quale si attendeva la lieta notizia della scarcerazione di Federico Negri, tenuto prigioniero in India per tre mesi, dallo scorso 8 luglio. Tutto è andato come previsto e la famiglia del 28enne alessandrino, tramite le parole del suo avvocato Claudio Falleti, ha potuto esultare:
"Ce l'abbiamo fatta. Dopo l'udienza di oggi il giudice ha sposato la linea del team difensivo derubricando il capo di imputazione dall'articolo 14/a a quello meno grave dell'articolo 14, sostenuto da noi sin dal principio, disponendo la scarcerazione di Federico, che verrà rilasciato tra oggi e domani.
Successivamente farà rientro a casa tra le braccia della sua famiglia una volta ottenuta l'autorizzazione a ripartire, questione di giorni. Un grazie di cuore alla nostra Ambasciata a New Delhi nelle persone dell'ambasciatore De Luca e del console D'Andrassi e al mio collega indiano per la grande professionalità e tenacia. Sono davvero soddisfatto del risultato ottenuto, adesso lo aspettiamo a casa".
In carcere in India per non aver pagato 40 euro per attraversare un ponte
La vicenda di Federico Negri aveva destato particolare attenzione nella Penisola non solo perché si trattava di un nostro connazionale detenuto in carcere all'estero, ma anche per le dinamiche con cui si era verificato il suo arresto. Lo scorso 8 luglio 2022, infatti, per Federico Negri, girovago da due anni e mezzo, erano scattate le manette per non aver pagato una tassa irrisoria, 40 euro per attraversare un ponte in Nepal.
I successivi accertamenti degli organi di polizia avevano poi verificato che il 28enne alessandrino non avesse un visto valido e per tale ragione il giovane era stato accusato di immigrazione clandestina. Come raccontato dal suo avvocato Claudio Falleti, tuttavia, l'arresto era arrivato per un semplice malinteso:
"Federico non sapeva esattamente dove si trovasse e la polizia contesta il mancato pagamento di una tassa di 40 euro, quindi una presenza non autorizzata sul territorio, con il rischio dai 2 agli 8 anni di carcere".
Dal giorno dell'arresto ad oggi sono quindi passati tre mesi esatti. L'unico contatto con i suoi familiari era avvenuto lo scorso 30 agosto quando lo ha visitato in cella il console Manuele D'Andrassi.
Federico ha potuto ricevere le lettere della famiglia, libri e cibo italiano. Proprio l'alimentazione lo aveva fatto stare male in carcere, anche se ora va meglio come spiegato dal suo legale perché gli è stata consentita una dieta induista a base di patate, banane e latte.