Chi ancora non crede ai vaccini guardi cosa sta succedendo in Cina
Secondo la società di dati sanitari britannica Airfinity, ad aprile, i morti potrebbero toccare gli 1,7 milioni
E' vero che il Covid non è più come nel 2020. Anche l'ultima variante del coronavirus dal nome inquietante (Gryphon) per fortuna non si sta rivelando più patogena delle altre della famiglia Omicron. Eppure di Covid si muore ancora: fragili e anziani con più patologie pregresse sono sempre i più vulnerabili. Ma soprattutto c'è una categoria che più di tutte le altre a prescindere presta il fianco alla malattia: si tratta dei non vaccinati.
E se nei Paesi più sviluppati le criticità maggiori sono per lo più legate a una questione ideologica, in Cina invece il problema è un altro: il problema non è se fare o non fare il vaccino, il guaio è che lì il vaccino non c'è, oppure quando c'è non è altrettanto efficace rispetto ai "nostri". Ecco il perché di un'impennata di decessi che ha raggiunto quota 9mila al giorno.
Chi non crede ai vaccini guardi la Cina
Insomma la tecnologia vaccinale cinese fa acqua, ma così pure la strategia sanitaria del Dragone, che fa fatica a gestire i miliardi di suoi cittadini (hanno provato ancora a mettere in atto il lockdown duro, ma si sono dovuti ricredere, era inapplicabile). E il punto sta tutto lì, nei numeri: se anche il Covid ormai uccide una percentuale molto più contenuta di persone rispetto ai tempi più bui della pandemia, se prendi città con milioni e milioni di abitanti, tutto questo si traduce comunque in migliaia di decessi giornalieri.
Una situazione che la Cina non sta riuscendo a gestire e che presenta un grosso problema a cascata anche fuori dai confini nazionali: il rischio che l'elevatissima proliferazione del virus scateni la generazione di nuove varianti dal potenziale sconosciuto e che nonostante le cautele dei Paesi occidentali (diverse nazioni tra cui l'Italia hanno riattivato i tamponi negli aeroporti per i viaggiatori provenienti dall'Oriente) queste poi si diffondano di nuovo pandemicamente.
Cosa sta succedendo in Cina: i numeri
Secondo la società di dati sanitari britannica Airfinity, in Cina starebbero morendo ogni giorno circa 9 mila persone contagiate dal virus. Il picco pare essere ancora lontano, non arriverà prima del 13 gennaio, quando dovrebbero essere raggiunti i 25 mila contagi al giorno, e oltre mezzo milione dall’inizio di dicembre. Ad aprile, i morti potrebbero toccare gli 1,7 milioni.
Negli ospedali e nelle farmacie cinesi la situazione è spesso fuori controllo. A Pechino diversi centri sportivi precedentemente utilizzati come centri di quarantena sono stati riadattati a pronto soccorso.
Molti cinesi intanto guardano all'estero per i vaccini: vanno nell'ex colonia portoghese di Macao, ma anche la Thailandia sta per esempio prendendo in considerazione l'ipotesi di offrire gratis la vaccinazione anti Covid per incentivare ilflusso di turisti cinesi che ha sempre rappresentato un'entrata fondamentale per le casse statali.
Le nuove varianti e la reazione dell'Italia
Tra le varianti ci sono BQ.1, nota come Cerberus, e BF.7, la cui presenza è stata segnalata in misura significativa in diverse città cinesi, entrambe sotto-varianti di Omicron 5 (BA.5), poi BA.2.75, Centaurus, infine XBB, nota come Gryphon.
Proprio XBB.1.5 è il principale indiziato legato all’impennata Covid in Cina: XBB sta rapidamente sostituendo sotto-varianti comuni, come BQ.1 e BQ.1.1
"Sebbene l'evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l'influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione".
Così il ministero della Salute nella nuova circolare 'Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23'.