La speranza di una tredicesima più ricca per milioni di italiani svanisce definitivamente. Nella Manovra, infatti, spariscono sia l’ipotesi di detassazione sia il bonus di 100 euro.
Chi sperava in qualche decina di euro in più sotto l’albero, dunque, dovrà confrontarsi con la realtà dei conti pubblici ancora sotto pressione.
Bonus tredicesima: cosa è successo alla misura annunciata
Secondo il Dpb e la nuova legge di Bilancio 2025, l’ipotesi di alleggerire fiscalmente la tredicesima mensilità è stata completamente archiviata.
Le prime simulazioni avevano alimentato aspettative significative: con una retribuzione annua lorda (RAL) di 20.000 euro, la totale esenzione fiscale avrebbe potuto garantire circa 321 euro netti in più, mentre con un’aliquota agevolata al 10% l’incremento sarebbe stato di 182 euro. Per chi guadagna 50.000 euro annui, il vantaggio stimato avrebbe potuto superare i 1.200 euro netti.
Tutto, però, resta sulla carta. Nel testo ufficiale non compare alcuna misura di detassazione o bonus tredicesima, né sono previsti interventi nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri.
Perché la misura è stata cancellata
A determinare lo stop è stata la mancanza di coperture finanziarie. Secondo le stime del Ministero dell’Economia, l’azzeramento dell’Irpef sulla tredicesima sarebbe costato allo Stato circa 15 miliardi di euro: una cifra giudicata insostenibile rispetto ai 18 miliardi già destinati a riforma Irpef, sanità e misure per le famiglie.
Ha prevalso la linea del ministro Giancarlo Giorgetti, orientata alla prudenza: evitare misure spot e preservare l’equilibrio dei conti pubblici. Una decisione che Bruxelles e i mercati accolgono positivamente, ma che lascia lavoratori e pensionati delusi.
Tredicesima 2025: quanto si riceverà davvero
Per chi lavora o percepisce una pensione, la tredicesima 2025 non subirà variazioni rispetto all’anno precedente. Rimane soggetta a Irpef e contributi previdenziali, con le aliquote confermate:
- 23% fino a 28.000 euro di reddito,
- 35% fino a 50.000 euro,
- 43% oltre tale soglia.
L’importo netto sarà quindi inferiore alla mensilità ordinaria, poiché sulla tredicesima non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente o familiari a carico già usufruite durante l’anno.
Esempio: un dipendente con stipendio mensile di 1.700 euro riceverà a dicembre circa 1.400 euro netti, la stessa cifra del Natale scorso.
Le prospettive: nessun aumento in vista
Il dietrofront politico è stato motivato con la necessità di contenere il deficit e rispettare i nuovi vincoli di bilancio europei.
Antonio Tajani, leader di Forza Italia (il partito che più aveva spinto per il provvedimento), ha parlato di “occasione rimandata”, preannunciando di riproporla per il prossimo anno.
Possibili novità potrebbero arrivare comunque dal Parlamento, tramite eventuali emendamenti al capitolo sugli adeguamenti salariali, ma al momento non sono previste modifiche dirette.
In sintesi, anche per il 2025, nessuna sorpresa nella busta paga di dicembre: la tredicesima resterà tassata e invariata.