La tredicesima 2025 potrebbe portare una sorpresa positiva per milioni di lavoratori italiani. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sta studiando una misura per ridurre o azzerare le tasse sulla tredicesima mensilità, con l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale e aumentare il potere d’acquisto delle famiglie.
L’idea, sostenuta soprattutto da Forza Italia, mira a mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori a dicembre, in un periodo cruciale per i consumi. Tuttavia, la misura presenta anche un nodo complesso: il gettito fiscale legato alle tredicesime vale circa 15 miliardi di euro l’anno, una cifra difficile da compensare senza solide coperture.
Come viene tassata oggi la tredicesima
La tredicesima mensilità, riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e ai pensionati, è trattata come un normale stipendio. Su questa somma si applicano i contributi previdenziali, pari al 9,19% del lordo e l’Irpef secondo gli scaglioni attuali:
- 23% fino a 28.000 euro,
- 35% tra 28.000 e 50.000 euro,
- 43% oltre i 50.000 euro.
A differenza degli altri mesi, però, sulla tredicesima non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente e familiari. Ecco perché l’importo netto è spesso più basso rispetto a una mensilità ordinaria.
Le ipotesi allo studio del governo per la tredicesima 2025
In attesa della Manovra, sono due le ipotesi allo studio del Governo.
1. Esenzione totale dall’Irpef
La prima ipotesi, la più ambiziosa, prevede l’esenzione completa dall’Irpef sulla tredicesima. Resterebbero solo i contributi previdenziali.
Secondo le simulazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, questa misura garantirebbe:
- circa +500 euro netti per chi guadagna 30.000 euro lordi l’anno;
- fino a +1.200 euro netti per chi percepisce 50.000 euro.
Tuttavia, l’impatto sui conti pubblici sarebbe notevole: una perdita di gettito di diverse decine di miliardi di euro.
2. Aliquota agevolata al 10%
La seconda ipotesi è più prudente: introdurre una tassazione agevolata al 10% sulla tredicesima, simile a quella già applicata ai premi di produttività.
In questo scenario, sempre secondo la Fondazione dei Commercialisti, i benefici netti sarebbero:
- circa +270 euro per un reddito di 30.000 euro lordi;
- +870 euro per chi guadagna 50.000 euro l’anno.
Questo compromesso permetterebbe di aumentare il reddito dei lavoratori senza mettere troppo sotto pressione i conti dello Stato.
Le simulazioni
Dunque, quanto si guadagnerebbe? Vediamo qualche simulazione.
- Ral 20.000: 182 euro (prima ipotesi)
- Ral 25.000: 227 euro (prima ipotesi)
- Ral 30.000: 272 euro (prima ipotesi)
- Ral 35.000: 611 euro (prima ipotesi), 27 euro (seconda ipotesi)
- Ral 40.000: 699 euro (prima ipotesi), 111 euro (seconda ipotesi)
- Ral 45.000: 786 euro (prima ipotesi), 194 euro (seconda ipotesi)
- Ral 50.000 : 873 euro (prima ipotesi), 278 euro (seconda ipotesi)
- Ral 60.000: 1.383 euro (prima ipotesi), 440 euro (seconda ipotesi).
Collegamento con la riforma Irpef
La detassazione della tredicesima 2025 si inserisce nel quadro più ampio della riforma dell’Irpef. L’esecutivo, infatti, valuta anche la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, estendendola fino ai redditi di 60.000 euro.
L’unione delle due misure – taglio Irpef e tredicesima più leggera – rappresenterebbe una manovra espansiva pensata per sostenere il lavoro dipendente e rilanciare i consumi interni.
I costi per lo Stato e gli effetti sull’economia
Secondo le stime della Cgia di Mestre, le tredicesime valgono circa 59,3 miliardi di euro lordi, generando 14,5 miliardi di gettito Irpef.
Azzerare completamente l’imposta sulla gratifica natalizia significherebbe rinunciare a gran parte di queste entrate.
Per questo motivo, l’opzione più realistica al momento sembra quella di un regime sperimentale o parziale, limitato ai redditi medio-bassi. Gli economisti, però, avvertono: l’effetto sui consumi dipenderà dalle scelte delle famiglie. Non tutti, infatti, spenderanno l’aumento della tredicesima; alcuni potrebbero preferire risparmiare o estinguere debiti.
Quando potrebbe entrare in vigore la detassazione
Le trattative nella maggioranza sono ancora in corso. Se le coperture verranno trovate, la detassazione della tredicesima 2025 potrebbe essere inserita già nella prossima Legge di Bilancio. In caso contrario, la misura slitterebbe al 2026.
In ogni caso, l’obiettivo politico resta chiaro: premiare chi lavora e dare nuova linfa al potere d’acquisto degli italiani, in un periodo in cui l’inflazione e la stagnazione dei consumi pesano sulle famiglie.