Proroga Superbonus 110 fino al 2023: è nella Nota di aggiornamento al Def
Poco fa la conferma in una nota di aggiornamento al Def.
La Nota di aggiornamento al Def approvata nella giornata odierna - mercoledì 29 settembre 2021 - dal Consiglio dei ministri prevede la proroga del Superbonus al 110% fino al 2023. La Nadef recita:
"Il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 consente di coprire le esigenze per le cosiddette politiche invariate e il rinnovo di numerose misure di rilievo economico e sociale" (come l’efficientamento energetico degli edifici, meglio conosciuto come il Superbonus 110%).
Discesa del debito
La Nota conferma inoltre l'inaspettata discesa del debito rispetto al 2020, in cui aveva toccato quota 155,8% del Pil. La situazione economica nazionale consente, quindi, di sostenere il prolungamento del Superbonus al 110%. Parallelamente oltre 50 aziende hanno scritto una missiva rivolta al premier Mario Draghi chiedendo di rendere strutturale il Superbonus 110%. Si calcola infatti che la misura avrà un impatto di 6 miliardi di euro di ricadute dirette sul settore, che diventano 21 miliardi sull’economia nel suo complesso.
La partenza complicata
Sulla carta il Superbonus è davvero vantaggioso per tutti gli attori coinvolti: proprietari che possono far effettuare dei lavori praticamente a costo zero; l’impresa che può riattivare dei cantieri in un momento di forte crisi a causa della pandemia e le banche o le assicurazioni che finanziano in toto i lavori prendendo quel 10 percento del 110% in eccesso rispetto all’effettivo costo dei lavori. Come è possibile dunque che ad aprile 2021 sarebbero stati avviati, secondo le statistiche, solo 6.512 interventi di cui oltre un terzo localizzati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna?
Consapevole del potenziale dell'agevolazione - ma anche del forte deterrente burocratico - il presidente del Consiglio Draghi ha deciso di mettere mano alla misura in ottica di semplificarla e prorogarla. Considerando che le semplificazioni sono entrate in vigore recentemente - "perdendo" di fatto un anno a causa della burocrazia che ha scoraggiato imprese e fruitori - si puntava dunque a un rinnovo anche per il successivo anno, superando la proroga già concordata. Poche ore fa la conferma: avanti fino al 2023.
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