prezzi in aumento

Salgono i tassi per i mutui: un prestito trentennale da 100mila euro oggi costa fino a 18mila euro in più di un anno fa

Al momento, però, il tasso fisso rimane ancora (seppur di poco) preferibile rispetto al variabile.

Salgono i tassi per i mutui: un prestito trentennale da 100mila euro oggi costa fino a 18mila euro in più di un anno fa
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Comprare casa? Se siete in procinto di farlo è bene sbrigarsi. Perché i tassi dei mutui (soprattutto quelli  fissi) stanno salendo ancora. Lo confermano i dati di Bankitalia che dicono che  i tassi sui mutui casa  a marzo sono nuovamente saliti sopra il tetto del 2%.

Mutui: salgono ancora i tassi

Secondo Bankitalia  a marzo i tassi di interesse sui mutui casa si sono collocati al 2,01 per cento (con un netto incremento rispetto a febbraio, quando stavano all'1,85), mentre rimangono stabili all'8,06% quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo.

Colpa della guerra in Ucraina, ma non solo. Il rialzo dei costi delle materie prime, della benzina e più in generale dei beni di consumo - con l'inflazione che galoppa - hanno portato i tassi dei mutui ai massimi dall'agosto 2019, epoca pre-Covid.

Fino a 18.000 euro in più in 30 anni

La Bce parla  di un rialzo medio all'1,47% dei tassi sui nuovi mutui a marzo, con l'aumento più forte, su base mensile, dal 2011. E in Italia la situazione è ancora peggiore. Per fare un esempio concreto e chiarificatore, chi oggi volesse accendere un mutuo a tasso fisso da 100.000 euro pagherebbe all'incirca tra  50 euro in più al mese rispetto a un anno fa, dunque sino a 18.000 euro in più sulla durata trentennale. Proporzione che scende rispetto all'inizio del 2022 dimezzandosi a 9.000 euro.

Rispetto a un mese fa, invece,  sottoscrivere un mutuo di 100.000 euro della durata di 20 anni costa in più 5.128 euro (+4,30%). Su una durata 30 anni l'aumento è di 7.073 euro (+5,62%). Attenzione, però, non vuol dire che le condizioni stanno migliorando, perché la base di partenza del confronto è già un tasso aumentato.

Siamo lontani dai tassi di dieci anni fa, quando era sopra il 4%, o dal 2008, quando all'apice della crisi finanziaria superava addirittura il 6%. Ma sicuramente è un campanello d'allarme che non può lasciare tranquillo chi progetta l'acquisto di una casa.

Meglio il variabile?

Al momento, però, il mutuo a tasso fisso rimane ancora conveniente. La forbice con il variabile si è allargata, ma non a tal punto da preferire una rata "mobile". Anche perché parecchi analisti concordano sul fatto che l'Euribor entro fine anno dovrebbe cominciare a risalire. Il tasso dei mutui variabili, infatti, ha aperto l'anno a -0,6 e ora è a -0,4, e le previsioni parlano di un'accelerazione.  E le banche comunque applicano ancora uno spread più basso per i finanziamenti a tasso fisso, contenendo dunque in parte la "mazzata".

Compravendite in calo e niente surroghe

L'aumento dei tassi se da un lato sta dando la spinta a chi era prossimo a comprare casa, dall'altro - e più in generale - sta frenando il mercato, in rallentamento. E il rischio di un blocco delle vendite - o comunque di una stagnazione - è piuttosto concreto.

Altro effetto che si è creato è lo stop alle surroghe. Con il crollo dei tassi molti avevano deciso di rinegoziare il proprio mutuo o cambiare banca per ottenere condizioni più favorevoli. Che ora non sono proponibili.

 

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