addio "whatever it takes"

Dopo sette anni la Bce non acquisterà più debito pubblico dei singoli Stati: e i mutui s'impennano!

Problemi soprattutto per chi ha un prestito a tasso variabile. Ma anche chi cercherà un finanziamento potrebbe avere vita dura.

Dopo sette anni la Bce non acquisterà più debito pubblico dei singoli Stati: e i mutui s'impennano!
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La Bce chiude i rubinetti, e potrebbero essere guai. Come non bastassero gli aumenti della benzina, dell'energia e dei generi alimentari, anche i mutui - che già hanno iniziato a risalire - potrebbero diventare delle vere e proprie stangate. Soprattutto per quel che riguarda i tassi variabili.

Dopo sette anni la Bce non acquisterà più debito pubblico

Ma partiamo dal principio. Dopo gli anni del "Whatever it takes" di draghiana memoria, la Banca centrale europea ha detto stop all'epoca del "quantitative easing". In soldoni, dall'1 luglio la Bce non acquisterà più titoli dei singoli Paesi. 

In concreto, dal 21 luglio la Bce intende alzare i tassi di interesse di 25 punti base (è la prima volta dal 2011 a oggi). E a settembre è già previsto il raddoppio... Dopodiché c'è da attendersi un incremento graduale e costante, come ha già fatto capire Christine Lagarde, presidente della Bce.

Cosa cambia per i  mutui

La questione si fa delicata soprattutto per chi ha un mutuo a tasso variabile. Chi ha invece scelto il tasso fisso (molti in questi anni, compresi coloro che hanno rinegoziato e sono passati alla rata fissa) sarà al riparo dalla "mazzata". Che in qualche modo è già stata anticipata da un incremento arrivato nell'ultimo anno.

Per fare un esempio, alcuni analisti hanno ipotizzato l'acquisto di una casa di 200.000 euro a 20 anni con un tasso al 1%. In questo caso la rata passerebbe  a luglio 2022 da 920 a 959 euro. E a settembre, se  venisse confermato l'ulteriore incremento, si arriverebbe a 998 euro.  E gradualmente si arriverebbe a cifre ben superiori ai mille euro.

Sulla stessa cifra, ma a 30 anni, la rata di partenza di 643 euro salirebbe a luglio a 683 euro, per poi arrivare a settembre a 723, sfondando tra un anno gli 800 euro.

Guai in vista anche per coloro che vorrebbero acquistare una nuova casa: costoro potrebbero infatti vedersi rifiutare la richiesta del mutuo dati tassi di interesse troppo elevati a causa dell'insostenibilità delle rate.

Non solo mutui

La questione non riguarderà poi soltanto i mutui. Anche prestiti personali e rateizzazione delle spese saranno più cari. Una situazione che influirà sui conti  delle famiglie ma anche su quelli delle aziende, che sinora potevano contare su prestiti a tassi favorevoli (magari con garanzie statali o scadenze prorogate grazie a interventi governativi atti a contrastare la crisi economica derivante dalla pandemia). Dall'estata la situazione sarà più complessa per tutti.

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