Lo spreco alimentare è una delle principali cause del surriscaldamento globale
Il cibo che butti fa male al portafoglio e al Pianeta: i dati del WWF parlano di un terzo del consumo umano che finisce perso o sprecato nel mondo
Lo spreco alimentare rappresenta una vera piaga mondiale, nonché una delle principali sfide da affrontare per contrastare il cambiamento climatico. Illuminanti, sul tema, i dati pubblicati dal WWF in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio) del 2023
A livello mondiale, le stime del WWF parlano di un terzo del cibo prodotto per il consumo umano che finisce perso o sprecato. Solamente in Europa ogni anno vanno sprecate circa 88 milioni di tonnellate di alimenti. Un problema che, come detto, ha un impatto fortissimo anche sull’ambiente. Secondo le stime fornite dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) in un report dedicato nel 2021, infatti, lo spreco alimentare è associato a una quota di emissioni di gas serra compresa tra l’8 e il 10% a livello globale.
“Il problema dello spreco alimentare è riconosciuto come una dei più gravi paradossi dell’attuale sistema di produzione del cibo. In un mondo dove ancora oggi la sicurezza alimentare non è garantita per tutti, se si riducessero le perdite o gli sprechi alimentari si potrebbe garantire più cibo per tutti, ridurre le emissioni di gas serra (lo spreco è responsabile del 10% di “inutili” emissioni di gas serra) e allentare la pressione sulle risorse naturali, in particolare il consumo di acqua e di suolo, per aumentare la sostenibilità dei nostri sistemi di produzione e delle nostre società”, spiega il WWF.
Ed è inoltre stata stilata la classifica dei Paesi “maggiormente spreconi”.
Stop allo spreco alimentare
"Scende del 12% rispetto a 1 anno fa lo spreco nelle case italiane: nel 2022, anno di ripresa post pandemia, abbiamo gettato 75 grammi di cibo al giorno, ossia 524 grammi settimanali, poco più di 27 chili di cibo l’anno a persona. Un dato che si accentua a sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana). Sprechiamo 1 kg l’anno di frutta e poco meno di 1 kg di pane. Nella hit nefasta degli sprechi anche insalata, verdure, aglio e cipolle. Vale 6,5 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle case e oltre 9 miliardi lo spreco di filiera, dai campi alle case. Eppure, sempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e il 9,4% della popolazione versa in condizione di povertà."
Nota il Wwf, e ancora:
"Diventa centrale la sostenibilità alimentare: il 35% degli intervistati ha aumentato il consumo di legumi e derivati vegetali a scapito della carne e delle proteine animali, mentre il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a km 0. Si mangia meno fuori casa per risparmiare: per 1 italiano su 3 diminuiscono drasticamente le colazioni e pranzi fuori e per 4 italiani su 10 anche la cena al ristorante. Gli italiani tagliano gli sprechi anche come risposta allo scatto inflattivo, sono attenti alla qualità di quello che si porta in tavola e a non sacrificare la cura della propria salute. Sono invece più disponibili a tagliare i consumi per ridurre le bollette dell’energia elettrica e del gas, o per le spese di abbigliamento."
I Paesi più virtuosi e i più spreconi
Come spiegato sprecare il cibo equivale a sprecare energia: 6,4 miliardi stimati sono stati attribuiti agli sprechi dell’energia per produrre il cibo, così come dell’acqua e delle altre risorse “nascoste”. Uno dispendio di 15,6 miliardi l’anno: da capogiro.
Un’indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, è stata realizzata in 9 Paesi del mondo (Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile, Giappone). Ne emerso che Sudafrica e Giappone sono i Paesi più virtuosi, perché nelle loro case si spreca circa la metà rispetto all'Italia (324 e 362 grammi a settimana), mentre in Europa è la Francia il Paese più virtuoso con 634 grammi settimanali. Germania e Regno Unito raggiungono, rispettivamente, 892 e 859 grammi.
Irrimediabilmente inclini allo spreco paiono essere Gli Stati Uniti, con 1338 grammi di cibo gettato a settimana, per quanto in lieve discesa rispetto al 2021, quando avevano gettato 64 grammi in più. Il Brasile, per la prima volta monitorato da WasteWatcher, si posiziona al quarto posto complessivo nella hit degli sprechi domestici, con 794 grammi di cibo gettato ogni settimana, sempre pro capite.
Accorgimenti preziosi
Tutti possiamo agire per ridurre lo spreco acquistando solo ciò che ci serve realmente, compilando liste precise, scegliendo alimenti locali e di stagione, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti, stipando con metodo i cibi e cucinando le porzioni giuste, senza eccessi. È indispensabile una svolta ecologica a tavola (nel frigo e nelle dispense) per aiutare il Pianeta e la nostra salute.
L’Unione europea, insiemi agli Stati membri, si è impegnata a dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, nell’ambito della “Agenda for Sustainable Development” delle Nazioni Unite. In campo strategie come la prevenzione, così da evitare che il cibo venga perso o sprecato; il riuso, attraverso la redistribuzione di alimenti presso strutture dedicate o tramite l’utilizzo per scopi di allevamento; il riciclo, per recuperare parte del cibo come concimi; il recupero, tramite l’incenerimento per generare energia.
Visualizza questo post su Instagram
Un piccolo passo concreto, che fa bene all'ambiente e al portafoglio, è quello di utilizzare le app che forniscono indicazioni circa gli esercizi commerciali che, a fine giornata, mettono in sconto il cibo rimasto invenduto nei nostri paraggi.