Lavoro, aumentano le assunzioni ma mancano i profili professionali: quali sono i più ricercati
La maggiore difficoltà sta nel reperire i fabbri.
Crescono la domanda di lavoro e le assunzioni, ma spesso mancano i candidati. E' la situazione per certi versi paradossale in cui si trova il mercato del lavoro italiano a cavallo tra la terza e la quarta ondata della pandemia Covid. Lo certifica il report di novembre del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Cresce la domanda di lavoro, ma mancano i candidati
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Il report racconta di una previsione di contratti di assunzione a novembre di 465.000 unità (201.000 in più rispetto a novembre 2020 e 116.000 mila in più del novembre 2019). Buon segno, dunque: il lavoro nel nostro Paese continua a correre e dovrebbe farlo anche nei mesi a venire dato che si stimano 1.492.600 assunzioni da qui a gennaio 2022. Anche se c'è un ma... Ed è abbastanza paradossale: mancano, cioè, i candidati, soprattutto in alcuni settori. La difficoltà di reperimento di profili a novembre è prevista attorno al 38,5%.
Ma perché con tante persone a casa si verifica questa situazione? Due i motivi principali. Il 22% dei datori di lavoro segnala una vera e propria mancanza di candidati, mentre il 13,6% spiega che la preparazione di chi si propone è inadeguata.
I lavoratori più difficili da trovare
Facendo un'analisi settoriale, la maggiore difficoltà di reperimento di lavoratori è di operai specializzati (52,8%). Tra questi spicca il profilo che incontra a novembre le maggiori criticità: nel 61,7% dei casi non si riescono a trovare fabbri ferrai e costruttori di utensili. Seguono artigiani e operai addetti alle finiture delle costruzioni (58,2%). Difficile trovare anche operai specializzati elettrici e fonditori. In generale, è il settore delle costruzioni a incontrare molte difficoltà, con domanda e offerta che non si incontrano mediamente nel 53,7% dei casi.
Non va meglio nelle professioni scientifiche ad alta specializzazione. Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali non si trovano nel 58,7% dei casi.
Tra le professioni tecniche è più difficile invece reperire tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (55,2%). Nonostante le facoltà di Ingegneria sfornino migliaia di laureati, poi, c'è una carenza di ingegneri pari al 49,3%, soprattutto nel settore metallurgico.
Difficile anche reperire addetti nelle attività di ristorazione, sopra il 50%.
I contratti a termine
Nell'analizzare il dato sulle assunzioni previste nei prossimi mesi va specificato che nella maggior parte dei casi si tratta di contratti a tempo determinato (ma il segnale è comunque positivo). Un trend che si spiega anche con l'incertezza che ha colpito il mercato del lavoro negli ultimi due anni, fortemente caratterizzati dalla pandemia. Le richieste per novembre si attestano attorno a quota 256.000, 90.000 in più rispetto allo stesso mese del 2019, in epoca pre-Covid.
Una distinzione geografica
Il report si conclude con un'analisi geografica delle assunzioni previste. La Lombardia è la regione dove si prevede un incremento maggiore con 104.300 profili. Seguono il Lazio (46.420) e il Veneto (44.920). Meno forza lavoro troverà occupazione - anche per una questione di proporzioni - in Molise (1.780) e Valle d'Aosta (2.240). La Valle d'Aosta sarà anche la regione con le maggiori difficoltà di reperimento (48,9%), seguita dal Friuli Venezia Giulia (47,4%).