Ecco come si difende il benzinaio che gestisce la stazione di servizio più cara d'Italia
Lui acquisterebbe alla società petrolifera ad un prezzo più alto rispetto a quello medio che espone. Questa la giustificazione
"Abbiamo fatto causa alla compagnia petrolifera".
Benzina più cara d'Italia: li spiegazioni del gestore
Alcuni automobilisti hanno dovuto cedere e rifornirsi per forza nell'aera di servizio sull'autostrada Milano-Varese, precisamente all'area di servizio Villoresi dove, da Ferragosto, la benzina verde raggiunge il super prezzo di 2,722 euro al litro in modalità self service, che sale a 2,8 nella versione “servito”.
Gli automobilisti parlano di "truffa" e tirano dritto, tranne pochi sfortunati in riserva, che si vedono costretti a tamponare la situazione. Sconcertati anche i turisti stranieri.
Due le visite della Guardia di Finanza nelle ultime ore eppure, come spiega il gestore, hanno recuperato tutti i registri e i documenti necessari, fatti i controlli del caso sono andati via senza riscontrare illegalità. Non è scattata nessuna multa, e il prezzo della benzina per gli automobilisti è rimasto lo stesso.
"Colpa della compagnia"
Si dice dispiaciuto per i clienti, non nega che abbiano tutte le ragioni per lamentarsi, ma "il vero vessato sono io” spiega Stefano Vitale, il titolare dell’attività. "La società Eg Italia continua a rialzarci il prezzo”. Nessuna speculazione dunque, stando alle sue parole. Secondo Valente lui acquisterebbe alla società petrolifera ad un prezzo più alto rispetto a quello medio che espone, ed il suo prezzo di acquisto sarebbe superiore alla media nazionale.
Sul caso è intervenuta Assoutenti, che ha presentato una segnalazione alle Fiamme gialle denunciando il listino record praticato dal distributore che applicherebbe prezzi più alti del 35% rispetto alla media autostradale. Nel concreto, il pieno di un'utilitaria verrebbe a costare circa 130 euro: non propriamente facezie.
Salta inoltre all'occhio come, anche i distributori lì vicino, abbiamo un prezzo medio intorno ai 2,019 euro al litro, ben sotto i prezzi esposti nell'area Villoresi. Una differenza sensibile. Il caso è assurto alla ribalta nazionale, fra associazioni dei consumatori che chiedono interventi immediati ed interventi politici.
La difesa del Governo e l'affondo delle opposizioni
"Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania", questa la difesa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, contrattacca:
"Le dichiarazioni del ministro Urso sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà. La verità è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi. Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti. Il governo metta da parte la propaganda e utilizzi l’extragettito da accise e Iva per rifinanziare il buono per il trasporto pubblico, introdotto dal governo Draghi su proposta dell’allora ministro del lavoro Orlando e ridimensionato dall’attuale governo, che ha ridotto lo stanziamento e ha previsto criteri di accesso più restrittivi. Le risorse destinate a questa misura sono pressoché esaurite e servono nuovi fondi per evitare il blocco dell’erogazione dei buoni".
La proposta delle associazioni dei consumatori
Si verificano i prezzi ma anche la qualità dei prodotti venduti e il rispetto degli obblighi fiscali: la Guardia di Finanza intensifica i controlli nei distributori, ma la benzina continua a correre e lo fa giorno dopo giorno, mentre 15 milioni di Italiani si muovono lungo le direttrici turistiche con una media di tre pieni tra andata e ritorno.
“Un salasso per le famiglie e soldi freschi per le casse statali - secondo Assoutenti, che quantifica in poco più di due miliardi di euro il maggior gettito - Al di là del caso isolato di quasi 3 euro al litro siamo ormai ovunque sopra i 2 euro: il Governo deve intervenire e ridurre le accise, lo può fare utilizzando gli extraprofitti generati dal gettito sui carburanti”.
Un meccanismo simile, ovvero redistribuire la quota dell'IVA in più per calmierare il prezzo, lo propone la Federazione autonoma dei benzinai italiani.
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