Bonus 100 euro (ex Bonus Renzi) in busta paga: a chi spetta e come sapere se ne avete diritto
Possibile che molti se lo vedano riconoscere soltanto più avanti, in base ad altri calcoli
Con il 2022 sono entrate in vigore grandi novità sulle buste paga degli italiani, che si concretizzeranno ulteriormente questo mese con la sparizione di assegni familiari e detrazioni, sostituite dall'assegno unico per i figli. Tra quello che invece abbiamo già visto c'è la modifica dell'Irpef e del bonus 100 euro (l'ex bonus Renzi, per capirci): qualcuno non se lo è trovato in busta paga, altri lo hanno visto ridotti. Vediamo bene a chi spetta e come sapere se ne avete diritto.
Bonus 100 euro (ex Bonus Renzi) in busta paga: a chi spetta e come sapere se ne avete diritto
Chi ne ha diritto certamente, senza se e senza ma, sono coloro che hanno i redditi più bassi: sotto i 15.000 euro annui il contributo non verrà infatti toccato. Per tutti gli altri, invece, sono "dolori". Già, perché il bonus è previsto ancora, ma solo per chi ha un reddito sino a 28.000 euro, ma in misura proporzionale. E il calcolo non è semplicissimo. Per questo motivo - in attesa di chiarimenti dall'Agenzia delle Entrate - non sono così rari casi di aziende o studi paghe che hanno preferito in questa fase iniziale non versare la cifra, per evitare al dipendente di dover poi restituire tutto a conguaglio a fine anno (così facendo, invece, il lavoratore dovrebbe ricevere la spettanza a fine 2022).
La somma delle detrazioni
Ma come facciamo a sapere se riceveremo in bonus e in quale misura? I calcoli non sono semplicissimi e molto probabilmente andranno fatti più avanti (con il rischio di dover conguagliare, in positivo o negativo), anche perché entrano in gioco anche fattori extra-lavorativi.
Per chi rientra in una fascia di reddito tra i 15 e i 28.000 euro annui devono verificarsi alcune condizioni. Il bonus viene riconosciuto solo se la somma delle detrazioni è di ammontare superiore all'imposta lorda. Le detrazioni a cui si fa riferimento sono quelle relative a:
- familiari a carico;
- mutui agrari;
- mutui immobiliari per acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2021;
- redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione;
- spese sanitarie;
- spese per i lavori in casa (dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica);
- erogazioni liberali.
Nel caso in cui si verifichi questa condizione il contributo viene erogato "in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni sopraelencate e l'imposta lorda" e comunque con un massimo di 1.200 euro annui.