Ma i problemi restano...

Azienda offre 3mila euro ai dipendenti che fanno figli o adottano nel 2024

La storica Sparco, nel Torinese, propone questa (apprezzabile) agevolazione. Ma contrastare efficacemente la denatalità nel Paese è sempre più dura

Azienda offre 3mila euro ai dipendenti che fanno figli o adottano nel 2024
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L’Italia è avvolta in un inverno demografico che, pare, non vedere la fine. Ed ecco che ad incentivare la natalità ci si mettono alcune aziende private: è il caso della storica azienda Sparco di Volpiano, provincia di Torino, che erogherà bonus da 3.000 euro lordi a tutti i dipendenti che faranno un figlio o lo adotteranno nel 2024. L'obiettivo è quello di rafforzare il welfare aziendale nei prossimi cinque anni.

L'azienda che offre 3mila euro per chi fa (o adotta) un figlio nel 2024

Fare un figlio oggi non è da tutti: come mostrano impietosamente i dati demografici nostrani. E così, laddove rimangono ancora in situazioni di stallo incentivi fondamentali come una presenza capillare (ed economicamente accessibile) al nido, senza contare le condizioni di precarietà lavorativa che investono molte neomamme, ecco qualche privato che si fa avanti. Tentando di “aiutare” come può.

La Sparco è un’azienda composta da tre business unit: racing e motorsport, carbonio, scarpe e l'abbigliamento per l'antinfortunistica e conta 1.700 dipendenti di cui 800 in Italia ed è presente in Tunisia, Usa e Spagna.

Nel 2022 ha fatturato oltre 140 milioni e quest'anno punta a 150 milioni e punta a migliorare il suo rating Esg (ovvero quel sistema di valutazione che misura le performance di un’azienda o di un investimento in base a criteri legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale). Per la sua politica di welfare si è ispirata a grandi aziende come Prysmian (azienda italiana specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell'energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche) che è arrivata a garantire 5.000 euro ai suoi dipendenti che faranno un figlio.

Niccolò Bellazzini, brand manager di Sparco e componente del cda, ha spiegato ad Ansa di aver avuto l'idea perché l'azienda è molto giovane e il 60% dei dipendenti è composto da donne che lavorano sia nel comparto sartoriale sia nel management.

Le ragioni profonde della denatalità

Ben vengano le iniziative dei privati che restano, però, sparuti accorgimenti ai quali non può essere affidato l’onere della gestione di una problematica tanto stratificata e radicata.

Per gli italiani l’aumento dell’età media in cui si fanno figli origina soprattutto da motivazioni economiche, soprattutto il costo della vita, troppo elevato rispetto al reddito. Le motivazioni socio-culturali sono al secondo posto. Le ragioni lavorative sono al terzo. È diffusa la percezione di scarsa stabilità lavorativa, soprattutto nei primi anni, e anche la scarsa conciliabilità tra avere figli e perseguire obiettivi di carriera.

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La mancanza di una casa di proprietà è altra causa del ritardo, oltre allo spinoso tema della mancanza di supporto alle famiglie.

A proposito di cosa possono fare le aziende per favorire la natalità: per 6 italiani su 10 una maggiore flessibilità lavorativa potrebbe favorire la genitorialità in Italia. L’ipotesi di istituire asili nido all’interno dell’azienda piace molto.

scambio in culla neonate

Il confronto con il panorama europeo fa emergere un giudizio molto critico: per quasi 7 italiani su 10 le politiche italiane di sostegno alla famiglia e alla genitorialità sono inferiori alla media di quelle del Vecchio Continente, in particolare per chi ha figli (73% contro 66% i giudizi critici).

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