Il colosso alza le mani

Sanpellegrino mette in solidarietà i suoi operai, manca l'anidride carbonica

Dopo uno stop di due giorni a settembre il tentativo di far fronte alla carenza di materie prime è andato in fumo nelle ultime ore.

Sanpellegrino mette in solidarietà i suoi operai, manca l'anidride carbonica
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Sanpellegrino, storica azienda nostrana di produzione di acque minerali e bevande, si trova costretta a mettere in solidarietà gli operai. Il motivo? Manca l'anidride carbonica - necessaria per la produzione delle acque minerali - e non solo...all'appello non figurano neppure i container per l’esportazione. Ennesimo caso di crisi indotta dalla difficoltà di reperimento delle materie prime.

Per le stesse ragioni la Sanpellegrino era stata costretta a fermare la produzione per due giorni, il 15 e il 16 settembre scorsi, salvo poi tentare di rialzare la testa. Nelle ultime ore si è ricorsi al contratto di solidarietà per gli operai. Il caro-materie prime comincia così a ripercuotersi sulla tenuta occupazionale delle imprese.

La solidarietà

Nello stabilimento bergamasco di Ruspino sono impiegati oltre 500 addetti: per 306 di questi è scattato un periodo di sei mesi di contratto di solidarietà, per loro si profila una riduzione significativa dell’orario di lavoro. L’azienda però - fanno sapere la Flai-Cgil, la Fai-Cisl e la Uila-Uil - ha promesso di integrare l’indennità dell’Inps in modo che in busta paga i lavoratori arrivino a ricevere il 90% della loro precedente retribuzione. Ma per quanto tempo si potrà sostenere?

Cronaca di uno stop annunciato

A inizio luglio Acqua Sant'Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali con sede nel Cuneese, aveva dovuto fermare le linee di produzione dei suoi articoli gasati a causa della mancanza di CO2, l'anidride carbonica fondamentale per realizzare acqua frizzante.

Da lì la situazione è andata peggiorando. Gli effetti della carenza di anidride carbonica per uso alimentare si sono riversati nella vita di tutti i giorni: sugli scaffali di molti supermercati italiani sono scomparse le bottiglie di acqua frizzante per lunghi periodi.

Successivamente, a"cadere", è stato un colosso come la Sanpellegrino che ha chiuso il suo stabilimento di Ruspino, a San Pellegrino Terme, per due giorni. Come racconta Prima Bergamo, giovedì 15 e venerdì 16 settembre porte chiuse e dipendenti in permesso retribuito. La società aveva fatto sapere in una nota stampa che, nonostante il generalizzato problema della carenza di materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà dei produttori di CO2, l'azienda avrebbe continuato a ricercare nuove linee di approvvigionamento con l'obiettivo di ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione.

Nelle ultime ore la resa.

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