Rapimenti, risse, raggiri, coltelli tra trapper... ma secondo loro era solo una messinscena
Tutti e nove gli indagati sono comparsi davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia, compresi i capi delle gang, Simba La Rue e Baby Touché.
Dopo che lo scorso 29 luglio 2022, all'alba, i carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno dato esecuzione all'arresto di 9 soggetti tra le provincia di Lecco, Como, Bergamo e Milano, indagati a vario titolo per violenza, sequestro di persona e rapine, sono cominciati gli interrogatori davanti al giudice per cercare di ottenere confessioni e fare chiarezza su un complesso quadro di risse (veri o inscenati?), raggiri e coltelli (quelli tragicamente veri considerato il sangue versato), emerso da quella che doveva essere una faida tra trapper. A tirare le fila delle due bande rivali c'erano due giovani volti nuovi della scena musicale rap italiana: da una parte Simba La Rue, trapper italo-tunisino residente a Lecco, mentre dall'altra l'avversario padovano Baby Touché.
Sullo sfondo anche droga a fiumi, con ben 8 chili trovati in un box di via Privata Zanella, traversa del Viale Turati a Lecco sequestrati a Christopher Alan Momo, 24 anni con casa a Valmadrera e Fabio Carter Gapea, 25 anni residente a Lecco, due dei giovani finiti in manette.
La faida tra Simba La Rue e Baby Touché: tutto vero o messinscena?
Il quadro che emerge dalle parole degli arrestati che sono stati ascoltati, come raccontato da Prima Lecco, è più "ricco" di incognite che di certezze, con qualche ammissioni a anche tante accuse negate. In particolare dall'interrogatorio di fronte al gip Guido Salvini di alcuni indagati e tra questi Chakib Mounir, 24anni residente a Calolzio, – detto Malippa e manager del rapper accoltellato a Treviolo – sarebbero mersi nuovi dettagli sulla “faida” tra i gruppi di Mohamed Lamine Saida, ventenne meglio conosciuto come Simba La Rue, e Mohamed Amine Amagour, in arte Baby Touché.
Gli indagati si sarebbero difesi dall'accusa di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate ai danni del rivale Baby Touché, rapper padovano, dicendo che è stata tutta una montatura.
Secondo la versione che avrebbero fornito il 9 giugno scorso, i due gruppi si sarebbero infatti incontrati casualmente in via Boifava a Milano e dopo un pestaggio (causato da sgarri precedenti) avrebbero insieme deciso di girare alcuni video da pubblicare sui social. Obiettivo: acchiappare like, pubblico e contratti musicali.
Il sequestro di Baby Touché
IL VIDEO:
La “vittima” Baby Touché, ripresa con il volto tumefatto e sporco di sangue, si sarebbe quindi prestata a quella che secondo i tre interrogati non sarebbe altro che una messinscena concordata.
La versione cozzerebbe però con i risultati delle indagini. Malippa avrebbe inoltre testimoniato di essersi limitato a guidare l'auto e di aver cercato di calmare i due gruppi per evitare di veder sfumare contratti musicali importanti. Per loro l'avvocato Niccolò Vecchione ha chiesto la revoca della misura cautelare.
Simba La Rue interrogato dal giudice
Anche Mohamed Lamine Saida, meglio conosciuto come Simba La Rue, il capo di una delle due gang di trapper coinvolte nella faida, nel corso della giornata di ieri, martedì 2 agosto 2022, è stato interrogato dal gip Guido Salvini. Il 20enne italo tunisino si è presentato in Tribunale con le stampelle, ancora ferito dopo essere stato accoltellato a Treviolo (Bergamo).
Accusato di sequestro di persona, lesioni e rapina, Simba La Rue durante l’interrogatorio di garanzia avrebbe dichiarato:
"Mi sono reso conto dell’assurdità di tutto quello che è successo - per poi aggiungere - Era tutta una cosa mediatica. Abbiamo anche programmato di fare uscire una canzone insieme".
Una versione confermata anche dal suo rivale Baby Touché, il quale aveva già detto qualche giorno fa che era tutto finto, parole che però gli inquirenti hanno definito false e che sarebbero solo un modo per interrompere le indagini sui due gruppi.
Continuando con l'interrogatorio, Simba La Rue ha dichiarato:
"I 'dissing' tra i due sono iniziati lo scorso febbraio. Touché aveva postato sui social provocazioni e messaggi offensivi vari. Da lì è cominciato tutto".
Umiliazioni che alla fine sono sfociate in violente aggressioni e nell’accoltellamento che lo costringe a usare le stampelle. La prima volta che è stato in ospedale in seguito a uno di quegli scontri, si sarebbe anche procurato una pistola "con qualche proiettile dagli zingari per paura di nuove aggressioni", ha raccontato Simba, "ho fatto una grande cavolata, è stata la prima e ultima pistola che ho preso". Già sottoposto a un intervento all’arteria femorale, dovrà finire ancora sotto i ferri a Monza. Per questo motivo i suoi legali hanno presentato una richiesta di scarcerazione e la concessione dei domiciliari a casa del padre.