Prof cerca di sedare una rissa fra studenti: gli rompono il naso
E' successo a Carpi. In Veneto, invece, una docente è stata accerchiata dagli amici di un ragazzo a cui aveva dato una nota
E' inquietante quanto avvenuto a Carpi a Vincenzo Giordano, 26 anni, ingegnere civile, docente di sostegno nell'istituto Vallauri. Il prof. voleva fermare una spedizione punitiva di alcuni studenti introdottisi nel cortile della scuola - con tanto di tirapugni - ed è stato malmenato.
Prof picchiato: voleva evitare una spedizione punitiva
Il naso fratturato e 30 giorni di prognosi per il professor Giordano che, mercoledì 29 novembre 2023, è finito in ospedale per aver cercato di sedare una rissa tra alcuni studenti avvenuta all’interno dell’istituto superiore Vallauri di Carpi.
Più di dieci persone, straniere e minorenni, durante la ricreazione sono entrate nel cortile dell’istituto e si sono messe a litigare con un ragazzo del professionale. Una vera e propria spedizione punitiva, che ha visto protagonisti ragazzi provenienti da altri istituti scolastici, che si sono presentati con cappucci e tirapugni. L’obiettivo era un regolamento di conti per motivi extrascolastici.
Il giovane prof ha tentato di difendere lo studente dal branco, finendo attaccato e contuso. Gli aggressori - minorenni arrivati da altri istituti - sono quasi tutti già stati identificati.
Ragazzino prende una nota e raduna gli amici per minacciare la prof
Nei medesimi giorni in cui si sono consumati i fatti di Carpi, è accaduta un’altra follia in Veneto, Badoere, frazione di Morgano, in provincia di Treviso, alle medie "Crespani". Una prof, evidentemente stufa per alcuni atteggiamenti tenuti da un suo alunno, decide di mettergli una nota disciplinare. Ma qualcosa va storto: il giovanotto non la prende bene. E medita vendetta...Il minore aspetta il termine delle lezioni, si fa spalleggiare da altri coetanei, si dirige verso il parcheggio in cui si trova l'automobile dell'insegnante, e una volta arrivata partono le minacce.
Come racconta Prima Treviso, alla donna viene riferito con tono aggressivo che non dovrà più permettersi di mettere una nota, e che se lo rifarà dovrà pagarne delle conseguenze. Il tutto è avvenuto, come ricostruito anche dal Governatore del Veneto Luca Zaia in un suo recente post sui social, mentre gli alunni si erano disposti intorno alla prof accerchiandola. Un vero e proprio atteggiamento minatorio da baby gang.
"Figli dei nostri giorni"
"Questi sono i risultati della mancanza di affettività, di umanità. Questi sono i figli dei nostri giorni, specchio di una società ormai alla deriva, senza punti di riferimento".
Amaro il bilancio del 26enne, che si dice però lieto di aver ricevuto grande solidarietà da parte di tutti.
Anche la preside dell’istituto, Silvia De Vitis, si dice sconvolta per l’accaduto:
"Questa aggressione ha preoccupato tutta la comunità scolastica che si è schierata compatta con le vittime dell’aggressione esprimendo solidarietà al docente ferito. Altrettanto degna di lode è la reazione degli studenti che senza alcun timore si sono schierati a difesa della legalità e hanno contribuito a chiarire la dinamica dell’accaduto".
Il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli invita invece ad una riflessione rispetto al "modello organizzativo della ricreazione".
l ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in persona è intervenuto per stigmatizzare quanto accaduto. "Serve massima severità contro comportamenti come questi, ecco perché – spiega – auspico un percorso rapido per il disegno di legge per dare più peso al voto in condotta e che prevede anche i lavori socialmente utili, per imparare a stare in società. È una questione oltre che di educazione, di civiltà. Saremo a fianco dei docenti ed eventualmente pronti, in casi simili, anche a proporre azioni per il risarcimento dei danni di immagine – conclude il ministro – attraverso l’Avvocatura di Stato".
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Il quadro generale del sistema scolastico nostrano e i problemi di disciplina degli studenti è poco confortante. Dalla ormai nota vicenda della prof colpita con pallini sparati da una pistola ad aria dagli studenti, a ragazzini promossi con 6 insufficienze grazie a ricorsi al Tar dei genitori.
Ma l'elenco è lunghissimo. Dallo studente che ha inciso una svastica sul banco e, una volta scoperto dal prof, gli ha sferrato un pugno allo studente che ha introdotto una pistola in classe, puntandola alla schiena di una compagna.
Ciò che lascia sgomenti è la percezione del tutto distorta che questi ragazzini hanno circa la gravità dei loro gesti.