ipotesi omicidio

Mistero della ragazza trovata morta in una chiesa sconsacrata Val d'Aosta, il testimone: "Sembravano due vampiri"

La vittima presenta anche un taglio profondo al collo. A terra sono state riscontrate macchie di sangue e tracce di trascinamento

Mistero della ragazza trovata morta in una chiesa sconsacrata Val d'Aosta, il testimone: "Sembravano due vampiri"
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Il fascicolo aperto dalla procura di Aosta è per omicidio. Questo il reato ipotizzato dagli inquirenti per la giovane ragazza trovata morta a La Salle, il 5 aprile 2024, nella cappella diroccata del villaggio di Equilivaz. A provocare il decesso potrebbe essere stata una ferita da arma da taglio alla gola. Ma, sul corpo della giovane, ce ne sarebbe anche un'altra all'addome. Mentre si attendono i risultati dell'autopsia, emergono ulteriori dettagli su questa misteriosa giovane, non ancora identificata.

I boschi di Equilivaz

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A notare il corpo erano stati degli escursionisti di passaggio nella zona, abbandonata da anni. Non solo ferite all’addome, da quanto emerso la vittima presenta anche un taglio profondo al collo. La giovane indossava pantaloni e una felpa, aveva un piercing all’ombelico: vicino a lei è stata trovata una confezione di marshmallow e del cibo in scatola.

A terra sono state riscontrate macchie di sangue e tracce di trascinamento. I carabinieri hanno requisito i vari reperti trovate nella chiesetta diroccata. Tra questi, una grossa pietra macchiata di sangue. La procura al momento mantiene il più assoluto riserbo. Nella mattinata di lunedì 8 aprile, gli uffici di via Ollietti sono stati interdetti alla stampa.

Il luogo del ritrovamento

Si parla di un delitto d’impeto. Magari scaturito da una lite poi degenerata. Il procuratore Manlio D’Ambrosi punterebbe su una testimonianza che riguarda un uomo su un furgone bordeaux che la scorsa settimana è stato visto parcheggiato per alcuni giorni sulla Statale 26. Ovvero all’inizio del sentiero che porta al villaggio abbandonato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza tra Aosta e Courmayeur potrebbero averlo inquadrato. Lì vicino ci sono strade che portano in Francia o in Svizzera. Ma, nelle scorse ore, la pista del furgone sarebbe stata smentita da chi lavora all'indagine.

"Sembrava dormisse": le testimonianze

"Sembrava che dormisse", racconta l'escursionista che ha trovato il corpo. Era sdraiata in fondo alla stanza in posizione fetale, con le braccia vicino alla testa e la felpa insanguinata all’altezza della spalla.

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Il luogo del ritrovamento

Un altro testimone, ha detto a La Stampa di aver visto una coppia di ragazzi la mattina di martedì 2 aprile:

"Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo. Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne".

E ancora:

"Per questo so che non esiste il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale. Perché mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo. Non avevano abiti da montagna. Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droga. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa".

Il testimone ha indicato il market Famila. Intorno al cadavere c’erano ancora i sacchetti per la spesa. E i marshmallow rosa, forse comprati proprio lì.

Urbex

I ragazzi avrebbero raccontato che insieme stavano facendo "urbex". 

 

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Si tratta di una tendenza, molto diffusa negli ultimi anni, che riscopre siti fantasma. Il termine racchiude la fascinazione esercitata da cimiteri, ville, strutture urbane come scuole e uffici, ma anche manicomi, un tempo vissuti e poi abbandonati, lasciati all’incuria e al tempo.

 

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A fronte di questa crescente moda, spesso, gli "esploratori delle rovine" si raccolgono intorno a vere e proprie reti, community e organizzazioni, all'interno della quali si condividono i propri scatti e video. Ve ne sono moltissime in Italia, ma anche a livello europeo.

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