Mal di testa, invece morì di meningite: chiesto il processo per tre medici accusati di omicidio colposo
L'incredibile morte di una giovane mamma dopo un'odissea in quattro ospedali. Per la Procura l'infezione batterica era riconoscibile
Una storia agghiacciante, una meningite scambiata per un banale mal di testa.
E ora per tre medici è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Omicidio colposo è l'accusa formulata dalla Procura dopo la morte di Valeria Fioravanti, una giovane mamma di Roma.
Una vicenda assurda che aveva lasciato tanta rabbia e amaro in bocca tra i familiari e amici della 27enne.
Meningite scambiata per mal di testa, che odissea
La 27enne mamma (addetta alla security degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino) trovò infatti la morte dopo un'odissea in quattro ospedali.
La donna aveva cominciato a sentirsi male due giorni dopo Natale, ma la meningite batterica che le è stata fatale purtroppo era stata diagnosticata in ritardo.
Ecco allora che sotto accusa erano finiti i medici che avevano visitato la donna prima della diagnosi definitiva e l'inutile trasporto d'urgenza al Policlinico Gemelli.
Una morte assurda, l'accusa di omicidio colposo
Ora come detto gli sviluppi giudiziari della vicenda hanno portato nelle scorse ore la Procura di Roma alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo per tre medici.
Il Giudice per l'udienza preliminare deciderà sulla richiesta di giudizio il 23 maggio, dopo che lo slittamento dell’udienza di giovedì dovuto a eccezioni preliminari da parte della difesa.
Le perizie della Procura, si va a processo?
Secondo quanto messo nero su bianco dai consulenti del pubblico ministero, la malattia che uccise la ragazza non venne riconosciuta, non si eseguirono esami specifici nei tempi necessari a evitare il peggio nonostante il quadro clinico portasse a sospettare che la paziente fosse affetta da meningite.
In due ospedali (al Campus Bio Medico e al Policlinico Casilino) i malori della donna vennero scambiati per mal di testa e inizialmente anche nel terzo (al San Giovanni), fino appunto alla diagnosi giusta e alla disperata quanto inutile corsa al Gemelli dove la giovane morì.
Si deve far capire a tanti medici di Pronto Soccorso che loro non fanno un lavoro di routine. Non bisogna mai sottovalutare( forse per far risparmiare la ASP) LA SINTOMATOLOGIA delle persone che ricorrono ai PS. Peggio se si ricorre (come ai tempi covid) a medici di fatiscenti cooperative mediche, senza averne la preparazione e la professionalità necessarie per espletare questo delicato compito. Meglio esagerare con esami clinici che dimettere un paziente che magari ti muore dopo essere dimesso per sottovalutazioe sintomatologica.