IL CASO DEL GIORNO

L'esordio di Elon Musk a Twitter: licenziati (via mail) 3700 dipendenti e basta smart working

Il magnate sudafricano lascia a casa via mail la metà dei dipendenti del social network e ai manager chiede di stilare una lista dei "licenziabili".

L'esordio di Elon Musk a Twitter: licenziati (via mail) 3700 dipendenti e basta smart working
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L'era targata Elon Musk si abbatte come un ciclone su Twitter, il canale social dei "cinguettii": le primissime mosse della nuova proprietà si sono infatti concretizzate in un taglio di 3700 dipendenti e nello stop allo smart working.

Ciclone Elon Musk su Twitter: dipendenti lasciati a casa via mail

Dopo una trattativa tormentata caratterizzata da molti tira e molla, dopo avere rilevato il social network per 44 miliardi di dollari, il magnate americano, famoso per le sue avventure imprenditoriali nel settore auto e spaziale (Tesla e Space X) si prepara a guidare la sua nuova "creatura" approntando una robusta "cura dimagrante" all'organico.

Secondo i ben informati circa 3700 dipendenti, praticamente la metà di quelli che lavorano nel social network.

Una decisione drastica e pesante ma che in realtà rappresenterebbe una sorta di via di mezzo, dal momento che c'erano altre due soluzioni sul tavolo: una prima ipotesi che prevedeva un quarto dei licenziamenti del personale e una che addirittura superava la metà.

E anche la modalità di licenziamento sta alzando un polverone perché i dipendenti sono stati lasciati a casa attraverso una mail.

I primi mandati via e la lista dei "licenziabili"

Una modalità che porterà quasi sicuramente a controversie legali e a battaglie in Tribunale.

Ma non è l'unico aspetto che sta scatenando l'opinione pubblica e il mondo della cronaca e dei social: tra i primi licenziati ci sono stati il ceo (l'amministratore delegato) Parag Agrawal e il Cfo (il Chief Financial Officer, il contabile e team leader) Ned Segal.

Dunque, un ingresso decisamente impetuoso (e salutato con favore tempo dall'ex presidente Usa Donald Trump) tanto più che lo stesso Musk ha chiesto anche ad alcuni manager di redigere una lista di persone "licenziabili immediatamente", in soldoni i "meno utili" alla causa, al progetto Twitter.

Un modo di presentarsi discutibile e contestato, tanto che oltre ai licenziamenti stanno iniziando a fioccare anche le lettere di dimissioni (chissà magari non poi così sgradite allo stesso Musk).

Elon Musk come un ciclone, stop allo smart working

Ma non solo. L'impatto della nuova proprietà si farà sentire anche per chi rimarrà.

Musk (da sempre pubblicamente scettico verso la modalità di lavoro "agile") ha infatti già annunciato anche lo stop allo smart working, con il ritorno obbligatorio in presenza da lunedì, oltre alla richiesta ai lavoratori coinvolti in progetti particolari di allungare l'orario di lavoro. In buona sostanza, la richiesta di fare degli straordinari.

Meno spese, più profitti: l'idea degli abbonamenti

Insomma, il magnate sudafricano sembra intenzionato ad aumentare i profitti e a diminuire i costi. E proprio sul versante dei profitti, gli utenti verranno di fatto messi probabilmente di fronte a un bivio.

Musk sembra infatti decisamente intenzionato a offrire un servizio di abbonamento "premium" da 8 dollari al mese per dare una «spunta blu» (account verificato) agli utenti, aumentare la visibilità dei loro post e consentire loro di vedere meno pubblicità.

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