ALTRA TRAGEDIA

Le bugie sulla laurea: "Vado a ritirare la tesi", poi la ritrovano in un dirupo

Un peso che non sono riusciti a reggere nemmeno una studentessa di Milano, trovata senza vita nei bagni del suo ateneo un mese fa, e un giovane veneto che poco prima di Natale si è schiantato intenzionalmente contro un albero

Le bugie sulla laurea: "Vado a ritirare la tesi", poi la ritrovano in un dirupo
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Un mese fa a Milano, nei bagni dell'università Iulm, era stato trovato il corpo senza vita di una studentessa. A fine 2022 nel Padovano, un 26enne si è andato a schiantare volontariamente contro un albero. Due tragedie legate alle difficoltà dei due ragazzi nel percorso di studi universitari. In questi ultimi giorni, purtroppo, nel Comune della provincia di Napoli, un episodio simile ha riguardato Diana Biondi, ragazza di 26 anni, che, dopo essere scomparsa dallo scorso lunedì, 27 febbraio, è stata rinvenuta morta in un dirupo.

Somma Vesuviana, studentessa scomparsa trovata morta

E' un'altra vicenda particolarmente delicata quella che si è verificata in questi ultimi giorni a Somma Vesuviana (Napoli). Diana Biondi, studentessa di 26 anni, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 1° marzo 2023, è stata ritrovata senza vita in un dirupo. Ad individuarla per primi alcuni ragazzi che frequentano quella zona, ossia la località Santa Maria a Castello.

Il corpo della 26enne è stato trovato dai carabinieri dopo che i genitori avevano denunciato la scomparsa della loro figlia, avvenuta lo scorso lunedì, 27 febbraio. Da quella segnalazione, gli inquirenti hanno cominciato a setacciare tutto il territorio. Ieri pomeriggio, purtroppo, la spiacevole notizia.

La sua borsetta nera, con dentro i suoi documenti, è stata trovata accanto a una ringhiera in prossimità del dirupo. La ragazza aveva addosso gli abiti con i quali era uscita l’ultimo lunedì in cui ha visto la sua famiglia: jeans e maglietta nera, un paio di sneakers e un giubbotto grigio. I carabinieri, attraverso l'analisi delle videocamere di sorveglianza di un ristorante vicino alla zona della tragedia, sono riusciti a ricostruire visivamente gli ultimi attimi prima che Diana Biondi decidesse di farla finita.

Si ipotizza il suicidio per problemi con l'università

L'ipotesi più accreditata su cui stanno indagando al momento i carabinieri riguarderebbe quella di un suicidio. Gli inquirenti hanno intrapreso questa pista dato che, come affermato dai genitori della 26enne, Diana avrebbe detto loro, prima di rendersi irrintracciabile, che stava andando a ritirare la tesi di laurea.

La giovane, infatti, era iscritta al corso di Lettere moderne all'Università Federico II di Napoli. Dalle prime indiscrezioni sul caso, è emerso che la 26enne avrebbe mentito ai genitori riguardo l'andamento del suo percorso accademico. Alla giovane, infatti, sebbene avesse annunciato ai parenti la data di discussione della sua tesi, mancava ancora un esame prima di laurearsi. Un segreto tenuto nascosto a tutti e che alla fine l'avrebbe psicologicamente logorata.

I carabinieri, nel ricostruire i fatti, stanno tentando di considerare ogni opzione possibile, ma al momento quella del suicidio dovuto a problemi con l'università starebbe prendendo sempre più corpo. Secondo quanto pensano gli investigatori, fino all’ultimo Diana Biondi non avrebbe trovato il coraggio di confessare la reale situazione ai suoi cari, temendo di deluderli.

La studentessa trovata morta nei bagni dell'università Iulm

Come affermato in apertura, il caso di Diana Bianchi, se confermato il motivo, si aggiungerebbe a quello avvenuto un mese fa a Milano. Il 2 febbraio scorso, infatti, nei bagni dell'università Iulm, è stato trovato il corpo senza vita di una studentessa di 19 anni.

A fare la drammatica scoperta è stato uno dei custodi dell'università milanese quando alle 6.45 ha aperto la porta di uno dei bagni, all'inizio del suo turno mattutino. La giovane è stata trovata con una sciarpa avvolta attorno al collo, mentre l'altro capo dell'indumento era legato a una porta. Il padre della ragazza, residente a Milano, ne aveva denunciato la scomparsa nella serata di martedì 31 gennaio 2023.

Immediatamente è scattata la chiamata ai soccorsi, ma purtroppo per la ragazza era troppo tardi. Quando sono arrivati sul posto i sanitari del 118 la giovane era già morta. Le iniziali ipotesi di un suicidio volontario sono state subito confermate dagli inquirenti.

La 19enne, una ragazza classe 2003, nata a Milano da una famiglia di origini straniere, iscritta al primo anno della facoltà di Arti e turismo, ha lasciato una lettera nel quale ha spiegato le ragioni del suo gesto: nel suo scritto la ragazza si scusa, soprattutto con i genitori che le hanno pagato gli studi, e fa riferimento ad un esame al quale non si è mai presentata. La giovane parla soprattutto di questioni personali a cui ricondurre i motivi del suicidio, e definisce la sua vita "un fallimento".

La morte di Riccardo Faggin: schiacciato dalle bugie sulla laurea?

Difficoltà nel conseguimento del diploma di laurea che sono state alla base anche della drammatica morte del 26enne Riccardo Faggin, scomparso in un incidente stradale ad Abano Terme (Padova) poco dopo la mezzanotte dello scorso 29 novembre 2022.

Riccardo Faggin, 26enne padovano morto in un incidente stradale

Quello che all'apparenza era sembrato un tragico evento casuale, in realtà, dopo la ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, ha portato ad indagare la pista di un gesto volontario. Il 26enne, infatti, secondo gli investigatori, si sarebbe schiantato di sua spontanea volontà con l'auto contro un platano, togliendosi così la vita.

Il motivo, come detto, avrebbe riguardato le bugie riguardo la fine del suo percorso di studi universitari in Scienze infermieristiche. Il ragazzo aveva infatti mentito alla famiglia dicendo loro il giorno della discussione della tesi di laurea. Tutti a casa, quindi, si erano preparati a festeggiarlo. Ma subito dopo la tragedia, è emerso che Riccardo Faggin quel giorno non aveva alcuna tesi da discutere e che anzi non era affatto in procinto di laurearsi. Sono state fonti ufficiali della stessa Università a confermarlo.

Da qui l'amara verità del possibile incidente volontario, circostanza arrivata al culmine di un disagio personale covato per mesi. Un malessere che deve aver logorato l'universitario. Una "piccola bugia", come l'ha definita il padre del ragazzo, che però deve averlo schiacciato come un macigno.

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