La moglie sapeva che il medico killer la drogava ma non voleva lasciarlo. E anche l'amante ha rischiato la vita
Nuovi sviluppi dalle indagini che scavano a fondo nella vita dell’ex medico Virtus Giampaolo Amato, arrestato con l’accusa di aver ucciso la consorte
Man mano che le indagini scavano a fondo nella vita dell’ex medico Virtus Giampaolo Amato - arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie, Isabella Linsalata, con un cocktail fatale di farmaci e indagato per la morte della suocera, consumatasi con medesime modalità, soltanto 20 giorni prima dell’uxoricidio – il quadro si allarga e si fa sempre più a tinte fosche. Secondo il giudice, Claudio Paris, nell’ordinanza con cui ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’oculista 64enne bolognese, anche la sua giovane amante sarebbe nel “concreto rischio di subire una sorte analoga, tanto più ove la stessa dovesse decidere davvero di rifarsi una vita”. L’uomo “era ossessionato allora, e continua ad esserlo oggi”.
Emerge inoltre l’amore che la vittima, Isabella, continuava a provare verso il marito, nonostante la relazione extraconiugale fosse ormai nota anche a lei, oltre che a figli e famiglia. La dottoressa sapeva che Amato la sedava, come certifica anche il vino, che lui le aveva offerto, che la donna aveva fatto analizzare dopo essere finita al Pronto Soccorso, un anno prima della morte, con chiarissimi segnali da intossicazione. Ma non voleva lasciarlo, sperava di ricompattare la famiglia.
Lei sapeva dell’amante e che lui la sedava
Come riporta Open, Elisabetta Giberti, psicologa e amica da oltre trent’anni di Linsalata, non ha dubbi: “Abbiamo provato a fare squadra per dare una mano ad Isabella. Ma non ci siamo riuscite. E alla fine lei è stata uccisa”.
Giberti racconta anche che gli esami delle urine fecero scoprire a Isabella che il marito le dava tranquillanti:
“Le consigliai di lasciarlo e di denunciarlo. Ma lei non volle. Non voleva esporre i figli. E poi era ancora profondamente innamorata di lui. Era convinta che volesse sedarla, non ucciderla. Pochi immaginavano che sarebbe arrivato a tanto”.
A confermare questa dinamica di coppia sarebbero anche alcune frasi che la figlia di Amato e Linsalata avrebbe rivolto agli inquirenti. La ragazza avrebbe spiegato che nonostante la madre, molto devota, sapesse dei tradimenti del marito e sospettasse che lui la sedasse, non voleva considerare l’ipotesi del divorzio.
Riguardo la morte della suocera “sul momento nessuno sospettò che potesse esserci la mano di Giampaolo. Dopo che è morta Isabella è doveroso indagare. Ora mi viene da pensare che abbia fatto una prova prima di procedere con lei”, chiarisce Giberti.
Anche perché in questo modo il medico entrava nell’asse ereditario. Mentre l’amante di Amato «stalkerizzava Isabella. Le mandava messaggi continui. Per questo lei si è rivolta a un avvocato».
L’inchiesta e i rischi per l’amante
Secondo le risultanze dell’ordinanza che ha portato in carcere Amato, il dottore il 31 ottobre 2021 avrebbe somministrato a Linsalata un cocktail di farmaci provocandone la morte. Le accuse nei suoi confronti sono omicidio aggravato nella persona della moglie, peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi. Secondo la tesi del pm Isabella è morta dopo una somministrazione massiccia di Midazolam e sevoflurano. Ovvero una benzodiazepina e un anestetico. Il medico li avrebbe sottratti da uno degli ospedali in cui lavorava all’epoca.
Accuse pesanti a cui si aggiunge l’indagine in corso relativa alla morte della madre di Isabella, soltanto 20 giorni prima dell’omicidio. E non è ancora finita. Amato ormai aveva perso la testa per un’altra, molto più giovane, che oggi non è indagata e anzi avrebbe potuto essere a propria volta – questo il timore che il giudice illustra motivando le esigenze cautelari – "esposta al rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata, tanto più ove dovesse decidere di rifarsi una vita", dato che ha lasciato l’indagato poco dopo essere venuta a conoscenza delle indagini a suo carico.
I rapporti tra l’amante e Isabella ed i suoi figli, erano problematici. Nel 2020 c’era stata pure una diffida da parte dell’avvocato della Linsalata, firmata da lei e dalla figlia. La giovane amante (all’epoca trentatreenne) avrebbe vessato Isabella e pure la figlia maggiore tempestandole di telefonate, messaggini e mail provocatorie, in particolare una, mandata di notte, in cui si ritraeva in atteggiamenti intimi con Amato e scriveva "siamo ancora qui". Più di una volta, la donna si era presentata sotto casa della coppia e in un’occasione anche davanti a quella di famiglia in campagna, a Monte San Pietro. Un’altra volta, in via Bianconi, era pure scesa la figlia e aveva discusso con la donna, davanti ad Amato che cercava di placare gli animi: come riferito dall’uomo stesso agli inquirenti.
Il movente (anche) economico
A chiudere il cerchio degli orrori il movente che, come sottolineato da chi indaga, non sarebbe soltanto sentimentale, ma anche economico. E proprio i soldi potrebbero aver portato alla morte di Giulia Tateo, la madre di Isabella, deceduta appena 22 giorni prima di lei e risultata in seguito positiva a Midazolam con un "sospetto di presenza di sevoflurano in un polmone", proprio come la figlia. Per quella morte ora è indagato, ancora una volta, il genero.
Amato, qualificato dalla figlia come "molto spendaccione", nell’ultimo periodo avrebbe cambiato atteggiamento, al punto da chiedere indietro alla ragazza i soldi spesi per comprarle un telefonino, cosa che non aveva mai fatto prima. E poi c’è l’eredità.
“Tutti i nostri appartamenti, tranne quello in campagna, erano di mia nonna, ma quando lei è morta mia zia ha cominciato a palesare alla mamma la paura che, essendo ancora sposata con mio padre, lui potesse disporre di tali beni". Una paura riferita dalla madre alla figlia il giovedì prima di morire.
Inoltre, il figlio minore, avrebbe riferito alla sorella di avere udito una telefonata del padre con l’amante, in cui le gridava: "Con tutti i soldi che ti ho già dato".
E se Isabella voleva a tutti i costi restare con il marito, i figli si opposero strenuamente alla decisione che il padre tornasse a vivere al piano di sotto dell’appartamento della moglie, in via Bianconi, alla fine dell’estate del 2021. Negli ultimi tempi L’insalata pareva più serena, aveva creduto alle promesse di riunire la famiglia, poi l’epilogo.