un mosaico inquietante

Il medico Giampaolo Amato avrebbe ucciso la moglie per la giovane amante. Nel corpo della suocera gli stessi farmaci letali

La madre della vittima morta anch'essa nel sonno: nel suo sangue lo stesso mix di farmaci. Per il gip duplice movente: "economico e sentimentale"

Il medico Giampaolo Amato avrebbe ucciso la moglie per la giovane amante. Nel corpo della suocera gli stessi farmaci letali
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Una vicenda che si fa sempre più inquietante. Il quadro iniziale, che ha indicato il medico 64enne Giampaolo Amato, arrestato a Bologna nei giorni scorsi con la pesante accusa di essere il presunto killer della moglie 62enne, Isabella Linsalata, stroncata da un mix letale di calmanti e anestetici, si allarga e assume i contorni di un mosaico dell’orrore. Dietro all’apparenza di una rispettabile famiglia di professionisti, entrambi medici, si nascondono insidie e dolori. L’uomo, avrebbe perso la testa per una giovane donna, divenuta poi sua amante, alla quale aveva promesso di lasciare moglie e figli per un futuro insieme. A questo retroscena si aggiunge un altro pesantissimo sospetto su Amato: sarebbe anche indagato per la morte della suocera. Anche lei deceduta nel sonno, infatti, sarebbe risultata positiva alle benzodiazepine e al sevoflurano. In questo caso però saranno necessari ulteriori accertamenti per capire se i farmaci non fossero stati assunti dietro prescrizione.

Medico arrestato con l'accusa di aver ucciso la moglie

Nella notte del 31 ottobre del 2021 il medico specializzato in oftalmologia e medicina dello sport, nonché medico sociale della Virtus Pallacanestro (dal 2013 al 2020), chiama allarmato il 112 per chiedere aiuto per la moglie: Isabella Linsalata, specialista in ginecologia e ostetricia. Racconta ai soccorritori, accorsi nella loro casa in via Bianconi, a Bologna, di aver trovato la moglie priva di sensi, al loro arrivo era già spirata. Inizialmente i sanitari constatano il decesso per cause naturali. I successivi accertamenti medico-legali hanno poi fatto emergere l’ipotesi di omicidio premeditato. Amato avrebbe preparato a Linsalata una tisana, come era solito fare, “correggendola” con i farmaci. Secondo la tesi del pm Isabella è morta dopo una somministrazione massiccia di Midazolam e sevoflurano: una benzodiazepina e un anestetico. Il medico li avrebbe sottratti da uno degli ospedali in cui lavorava all’epoca.

Isabella Linsalata

Il precedente

A rinforzare i sospetti, durante le indagini, le testimonianze dei congiunti che hanno confermato che la vittima si lamentava spesso del sapore “troppo amaro” delle tisane che il marito le somministrava, che le avevano causato episodi di malessere e di narcolessia. Nel maggio 2019 la sorella di Isabella, Anna Maria, aveva portato al Pronto Soccorso la sorella. Gli esami avevano rivelato un esubero di benzodiazepine nel corpo della donna. Secondo il racconto di Anna Maria le due sorelle fecero analizzare una bottiglia di vino dopo il malessere di Isabella, trovandola con dosi massicce di Midazolam.

La giovane amante

C’era poi la giovane amante dell’oculista, con il quale aveva avuto un’intensa relazione, di cui la moglie era venuta a conoscenza. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, nelle 141 pagine di ordinanza firmate dal gip Claudio Paris, il movente sarebbe stato duplice. Di “tipo sentimentale”, ma “senza escludere spinte di tipo economico”. Il medico sarebbe infatti stato dilaniato tra due “dolorosissime decisioni: la volontà di non fare soffrire la famiglia e il desiderio di vivere liberamente la sua relazione con la giovane amante”. Lei non è indagata e in seguito l’ha lasciato. La moglie sapeva della relazione dal luglio 2018. Secondo l’ordinanza l’amante faceva pressioni affinché Amato lasciasse la famiglia. Mentre la moglie lo aveva costretto a telefonare alla ragazza di fronte ad altri parenti per annunciarle la fine della storia. In un’occasione l’amante si era presentata sotto casa di marito e moglie e aveva ingaggiato un litigio con la figlia della coppia.

Ci si chiede inoltre perché Amato volesse a tutti i costi cremare il corpo della moglie. Desiderio che alla fine non venne soddisfatto, dando così la possibilità di effettuare la seconda autopsia, che lo ha portato in carcere con le accuse di omicidio aggravato nella persona della moglie, peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi.

Il medico 64enne durante le indagini si è sempre dichiarato innocente. Ma nelle scorse ore, nell’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali, Gianluigi Lebro e Cesarina Mitaritonna, hanno già fatto ricorso al Tribunale del Riesame, impugnando l’ordinanza di custodia. Sono in attesa della fissazione dell’udienza.

Le stesse sostanze nel corpo della suocera, anch'essa morta nel sonno

A chiedere a gran voce l’autopsia sul corpo di Isabella sono stati i figli e la sorella, insospettiti perché anche la nonna – suocera di Amato - era morta nel sonno soltanto venti giorni prima: gli esami tossicologici fanno partire le indagini. L’uomo risulta quindi indagato anche per la morte della suocera: saranno ora necessari ulteriori accertamenti per capire se i farmaci non fossero stati assunti dietro prescrizione.

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