QUADRO SCONCERTANTE

Il tragicomico gruppo di neonazisti "mammoni" che voleva sparare alla premier Meloni

Dodici arresti e 35 denunciati in seguito all'indagine della Procura di Bologna

Il tragicomico gruppo di neonazisti "mammoni" che voleva sparare alla premier Meloni
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Il nome (Werwolf SS, lupo mannaro) era di quelli che avrebbero dovuto far paura, tanto da arrivare a progettare di uccidere la premier Giorgia Meloni e ipotizzare un attacco al Parlamento con un colpo di Stato.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e leader di FdI

In realtà, man mano che filtrano sempre più informazioni e dettagli sulla loro attività, sembrano assomigliare sempre più a un'Armata Brancaleone o alle Sturmtruppen, il fumetto satirico di Bonvi.

Tanto più che in questi giorni sono stati "bollati" anche come "mammoni" per il loro stile di vita ancora dipendente dai genitori, nonostante l’età adulta.

Manipolo eversivo neonazista o gruppo "fantozziano"?

Ecco allora che nella sua tragicità, la vicenda delle 12 persone legate a gruppi neonazisti arrestate nell'ambito di un'indagine della Procura di Bologna e della Polizia postale assume sempre più contorni tragicomici.

Dal timore reverenziale verso i genitori (in particolare le mamme) alla pigrizia negli allenamenti paramilitari fino all'uso di droghe, la vicenda della Werwolf SS diventa sempre più fantozziana pur nella sua drammaticità e nel massimo rispetto sulle indagini portate avanti da inquirenti e Polizia.

 Le SS italiane il rapporto con le mamme

In questa storia (che in Italia ha avuto alcuni improbabili analoghi precedenti, si pensi ad esempio al colpo di Stato di Junio Valerio Borghese) le mamme hanno infatti un peso notevole.

Roba da colmo dei colmi in una presunta storia di un'organizzazione eversiva neonazista paramilitare.

Roba da rievocare gli attacchi ai giovani (appunto "mammoni") dell'allora Governo Monti, qualche anno fa.

Con una considerazione paradossale e appunto quasi comica: anche quando il modello è la Germania nazista, guai a non dirlo alla mamma, a non confrontarsi con lei.

L'istruttore non va a correre perché mamma non vuole...

Ecco allora che sembra paradossale e anche umanamente un po' disarmante la storia dell'istruttore del gruppo, Salvatore Nicotra, tra l'altro in passato ex concorrente in un quiz di Paolo Bonolis.

Dalle intercettazioni sul canale Telegram e dalle contestazioni delle inquirenti, sarebbe "l’istruttore" che dovrebbe insegnare agli adepti a sparare, oltre a coordinare le esercitazioni al tiro e la preparazione atletica.

Del suo folle progetto ne ha parlato anche con la mamma malata. Che non solo avrebbe cercato di dissuaderlo dal (folle) progetto, ma gli avrebbe vietato più volte anche di un andare a correre con un altro elemento del gruppo.

Le droghe e gli allenamenti da lazzaroni

Ma in questa storia altre cose sembrano tutte un controsenso: come lo stop all'uso di stupefacenti da parte di alcuni elementi (per dare l'esempio) contrapposto alla poca voglia di allenarsi di gran parte del gruppo...

Perché quello degli allenamenti e della corsa, dagli incartamenti della Procura sembra un problema generale di tutta la Werwolf.

A lamentarsene è invece in questo caso è quello che viene ritenuto il "capo", Daniele Trevisani:

"Oggi è domenica e le signorine sanno bene che bisogna farsi una bella corsetta. Ma nessun esegue gli ordini. È da mesi che ripeto la stessa cosa, è da mesi che richiedo un maledetto video di un allenamento fisico, ma niente".

La vicenda, di cosa è accusato il gruppo

Come detto, un'operazione coordinata dalla Procura di Bologna che ha portato all'arresto di 12 persone (tra loro anche un tenore, Joe Fallisi, un passato anarchico) di ispirazione neonazista

Oltre a 35 indagati. Questi ultimi e gli arrestati sono tutti indagati a vario titolo per associazione a delinquere con finalità di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

Nel corso delle indagini sono emersi riferimenti all'acquisto di armi e all'utilizzo di poligoni di tiro abusivi per testare pistole.

L'indagine ha portato anche a 25 perquisizioni in diverse città, a seguito delle quali sono stati sequestrati armi bianche, tra cui katane, armi da sparo e anche cimeli nazisti e fascisti.

Secondo l'accusa la formazione neonazista era impegnata nella formazione di guerriglieri, istigati a cercare e acquistare armi tramite canali telematici.

In una intercettazione, si fa riferimento ad allenamenti e al piano di andare davanti alla premier Meloni "armati e sparargli in testa".

Commenti
Lucio

Il fanatismo costa fatica. E questi di fatica, nella vita ne hanno fatta hran poca

Tony

Solo fanatici.Tanto fumo e niente arrosto

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