Inchiesta inattesa

Il generale Figliuolo indagato per aver ricevuto quattro divise in omaggio

Si tratterebbe però soltanto di un atto a tutela dello stesso commissario Covid.

Il generale Figliuolo indagato per aver ricevuto quattro divise in omaggio
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La notizia, detta così, sarebbe da far sobbalzare sulla sedia: il commissario straordinario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo è finito nel registro degli indagati per aver ricevuto capi d'abbigliamento firmati. Ma, andando più a fondo, si tratterebbe soltanto di un atto dovuto, a tutela dello stesso generale.

Il generale Figliuolo indagato

Il nome del generale Figliuolo compare, nell'indagine Minerva sul sistema di appalti e forniture alle Forze armate che vede iscritto il capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli  con l'accusa di corruzione per l'esercizio della sua funzione per cui avrebbe ricevuto in cambio abiti di sartoria.

Figliuolo indagato, atto dovuto

Non ci sarebbe però nulla di preoccupante per il commissario Covid. L'iscrizione nel registro degli indagati - come rivela il Fatto quotidiano - sarebbe però semplicemente "un atto dovuto, a tutela dello stesso Figliuolo", che sarebbe coinvolto per aver ricevuto quattro capi di abbigliamento sartoriali (il tutto prima della nomina a commissario Covid). Il legale del generale ha spiegato che i capi d'abbigliamento spediti ai graduati del suo livello rientrano tra le spese regolamentate e iscritte a bilancio come promozionali.

Figliuolo peraltro non compare mai nelle intercettazioni in maniera diretta, ma sarebbero state altre persone a nominarlo nelle conversazioni ascoltate dagli inquirenti.

 L'indagine Minerva

L'indagine Minerva è partita nel luglio 2020: nel registro degli indagati figurano varie persone con le accuse di corruzione, frode nelle forniture pubbliche e turbativa d'asta. Dalle indagini sarebbe emerso un sistema di tangenti e di corruzione nell'affidamento degli appalti per le forniture alle Forze Armate  per un valore complessivo di 18,5 milioni di euro.  Vecciarelli sarebbe stato coinvolto   dalle parole di un'imprenditrice sentita dai magistrati. Sarebbe accusato di corruzione per l'esercizio delle sue funzioni in quanto "si sarebbe messo a disposizione di una società fornitrice di mascherine e macchinari per la produzione e il confezionamento di mascherine, agevolando lo sdoganamento di 600mila mascherine alle Forze Armate". In cambio avrebbe ricevuto una cinquantina di capi d'abbigliamento. Vecciarelli si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.

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