La Procura chiede l'archiviazione

Giulia e Alessia, sorelle uccise dal treno a Riccione: non fu suicidio e non ci fu uso di alcol o droghe

A causare il decesso delle sorelle Pisanu, 15 e 17 anni, fu una tragica fatalità

Giulia e Alessia, sorelle uccise dal treno a Riccione: non fu suicidio e non ci fu uso di alcol o droghe
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La morte di Giulia e Alessia Pisanu è  stata una tragica fatalità. E' la conclusione a cui è arrivata la Procura di Rimini sulla morte delle due sorelle bolognesi travolte e uccise da un treno a Riccione il 31 luglio 2022. E' l'indagine va verso l'archiviazione.

Giulia e Alessia Pisanu: la morte fu una fatalità

La Procura riminese, che aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo, punta all'archiviazione della tragica vicenda. Le indagini sono durate sei mesi e alla fine la procuratrice capo Elisabetta Meloni ha escluso che le due ragazze abbiano fatto uso di alcolici o droga quella notte. Lo ha testimoniato anche il 24enne che le accompagnò dalla discoteca Peter Pan sino alla stazione ferroviaria dove le due morirono.

Esclusa anche l'ipotesi del suicidio. Secondo le ricostruzioni della pm Giulia Bradanini le sorelli Pisanu erano "perfettamente integrate socialmente e non avevano dato segni che possano portare a questa conclusione".

A supportare le conclusioni a cui sono arrivati gli inquirenti anche le immagini delle telecamere della stazione ferroviaria. Non è stato invece possibile svolgere test tossicologici o esami autoptici sui corpi delle due adolescenti.

La famiglia  ha fatto sapere che non si opporrà alla richiesta di archiviazione.

Cosa successe  il 31 luglio 2022 alla stazione di Riccione

Giulia e Alessia erano state alla discoteca Peter Pan, noto luogo della movida della Riviera romagnola. Per una casualità ad accompagnarle non era stato il papà Vittorio, che quella sera non stava bene e le lasciò andare con il treno. Finita la serata, le due vennero accompagnate in stazione da un ragazzo di 24 anni e attorno alle 6.30 chiamarono il papà per dirgli che stavano tornando a casa. Chiamarono con il cellulare di Alessia - che si stava scaricando - mentre quello di Giulia era stato rubato da qualcuno durante la serata.

Poi, però, la tragedia: Giulia sui binari, Alessia che scende per avvertirla del pericolo dell'arrivo di un Frecciarossa e l'impatto devastante, che spezzò le due giovanissime vite.

 La lettera del papà

Nei giorni seguenti la tragedia, il padre delle due ragazze non solo aveva dovuto fare i conti con la disperazione per quanto accaduto, ma anche con i giudizi e le parole sprezzanti di molti, che avevano aspramente criticato la famiglia, "colpevole" di averle lasciate andare da sole a quella serata in discoteca.

"Non c’è stato un giorno in cui non le abbia accompagnate e riprese da scuola, almeno questo mi rimarrà per sempre, quello che ho vissuto con loro. Andavo sempre a prenderle, tutte quante, prendevo un albergo se necessario quando andavano a ballare in Riviera", aveva scritto "perdonando" gli hater che si erano accaniti su di lui in un momento così tragico.

"Sono convinto che ognuno di loro possa trarre insegnamento per la vita che verrà. Vorrei che da questa disgrazia, da questa immensa perdita, si possano trarre nuove energie per plasmarla in amore puro. Affinché da questo vuoto, da questa banalizzazione del male, dal cinismo della disperazione, possa nascere e crescere rigoglioso l’amore verso il prossimo. Perché le mie bimbe, i nostri angeli, non siano arrivati in cielo invano".

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