Femminicidio-suicidio

Lei vuole lasciarlo e cerca una nuova casa, lui la uccide e si toglie la vita

Stefania Terrosi, 59 anni, è stata uccisa da Antonio Iacobellis, 58 anni, sottufficiale dell’Aeronautica Militare in pensione

Lei vuole lasciarlo e cerca una nuova casa, lui la uccide e si toglie la vita

Il tranquillo comune di Città della Pieve (Perugia) è stato scosso da un drammatico caso di femminicidio-suicidio, che ha coinvolto una coppia conosciuta nella comunità: Stefania Terrosi, 59 anni, impiegata presso un’impresa di pulizie, e Antonio Iacobellis, 58 anni, sottufficiale dell’Aeronautica Militare in pensione.

I due convivevano da tempo dopo la fine dei rispettivi matrimoni, ma negli ultimi mesi il rapporto si era incrinato, al punto che Stefania stava cercando una nuova casa per allontanarsi da quel clima che per lei pareva diventato insostenibile.

Carabinieri e Scientifica fuori dall’abitazione della coppia

La dinamica dei fatti

Il delitto si è consumato nell’abitazione della coppia, nella frazione di Po’ Bandino. Poche ore prima della tragedia, Iacobellis aveva contattato un conoscente fuori regione, annunciando l’intenzione di voler compiere una “follia”. Allarmata, questa persona ha immediatamente informato i carabinieri.

Stefania Terrosi

Quando i militari sono arrivati sul posto, accompagnati dal figlio della donna – che l’uomo aveva avvisato – hanno trovato i corpi senza vita nel soggiorno. Secondo la ricostruzione, Iacobellis avrebbe sparato alla compagna un colpo di pistola al petto, poi si sarebbe tolto la vita con un colpo in bocca.

Le indagini: arma, movente e segnali precedenti

L’arma utilizzata non era quella d’ordinanza dell’ex militare. Risulta classificata come pistola detenuta per “uso sportivo”, ma sono in corso accertamenti per verificarne la regolarità e la provenienza.

Il movente è ancora oggetto di approfondimento. Non risultano denunce pregresse o interventi delle forze dell’ordine per episodi di violenza, ma diversi conoscenti avrebbero riferito agli inquirenti di litigi frequenti e di una crescente preoccupazione per la sicurezza di Stefania.

La decisione della donna di cercare un appartamento in affitto – aveva anche pubblicato un annuncio sui social – potrebbe aver esasperato la tensione nella coppia, scatenando la reazione omicida.

Il cordoglio delle istituzioni e della comunità

La tragedia ha profondamente colpito l’intera comunità pievese.

Il sindaco Fausto Risini ha espresso “vicinanza sincera ai familiari e agli amici”, sottolineando come tutta Città della Pieve si stringa attorno al dolore dei parenti in un momento così devastante.

Anche la presidente della Regione Stefania Proietti ha ricordato l’impegno delle istituzioni nel rafforzare strumenti di prevenzione, ascolto e tutela contro la violenza di genere, ribadendo che “il cuore dell’Umbria oggi è accanto a una comunità sconvolta”.

Si spara alla testa dopo una lite con il compagno

In Piemonte, invece, a Nole Canavese, in provincia di Torino, una donna di 38 anni è gravissima in ospedale. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, si sarebbe sparata alla testa dopo una lite con il compagno. A dare l’allarme sarebbe stato proprio lui.

La 38enne è stata soccorsa sul posto e trasportata all’ospedale di Cirié. Sull’episodio indagano i carabinieri di Venaria e la procura di Ivrea. A loro il compito di verificare l’esatta dinamica. Tra i punti da chiarire anche il modo in cui la donna si sia procurata l’arma.

Cosa cambia con la nuova legge sul femminicidio

Il delitto avviene proprio a pochi giorni dall’approvazione della nuova legge sul femminicidio, che introduce misure più rapide e incisive per prevenire tragedie come quella di Città della Pieve. Le principali novità includono:

  • Interventi preventivi più tempestivi: le forze dell’ordine possono attivarsi immediatamente davanti a segnali di rischio, anche in assenza di una denuncia formale.
  • Misure cautelari rafforzate per gli uomini violenti o ritenuti pericolosi, come l’allontanamento d’urgenza e il braccialetto elettronico.
  • Maggiore tutela per le donne che intendono lasciare un partner violento, fase statisticamente più rischiosa, con percorsi di protezione più rapidi e strutturati.
  • Pene più severe in caso di recidiva, stalking e violazioni delle misure imposte.
  • Maggiore coordinamento tra procure, forze dell’ordine e servizi sociali, per evitare ritardi e omissioni nelle valutazioni del rischio.

Questa nuova normativa nasce proprio per ridurre il numero di femminicidi, intervenendo prima che la violenza degeneri, soprattutto nelle situazioni in cui la donna manifesta la volontà di separarsi, circostanza spesso alla base degli episodi più gravi.

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