Dopo l'attentato a Bruxelles, due terroristi arrestati a Milano: l'Italia deve avere paura?
Il Governo italiano ha innalzato il livello di guardia effettuando una ricognizione degli obiettivi sensibili
In Europa si è acceso l’allarme terrorismo internazionale in virtù della spinosa situazione tra Hamas e Israele. Alle prime luci dell’alba del 17 ottobre 2023, a Milano, è scattata un’operazione antiterrorismo della polizia che ha portato a due arresti.
Il blitz arriva poche ore dopo i fatti di sangue di Bruxelles: un uomo ha aperto il fuoco nel centro della capitale del Belgio uccidendo due cittadini svedesi nel tardo pomeriggio del 16 ottobre 2023. Il presunto killer, Lassoued Abdeslam, 45 anni, richiedente asilo tunisino, ha postato un video su Facebook in cui ha rivendicato la sua appartenenza all'Isis, lo Stato islamico, vantandosi di aver eliminato dei non credenti e affermando di avere sparato per "vendicare i musulmani".
Allerta nel Vecchio Continente, Italia compresa: sono state messe in campo le misure di massima sicurezza e aumentata la sorveglianza sugli obiettivi sensibili, possibili bersagli di attentati ideata di gruppi organizzati o da “cani sciolti”.
Blitz antiterrorismo a Milano
Due gli arresti all’ombra della Madonnina: un cittadino egiziano e un egiziano naturalizzato italiano sono accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L'operazione è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.
In una nota, il procuratore capo di Milano Marcello Viola comunica che i due uomini di origine egiziana sono stati arrestati per la loro «partecipazione «all'organizzazione terroristica internazionale denominata Isis» e sarebbero stati «estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitale per conto dell'Isis, mettendosi a disposizione dell'organizzazione terroristica e finanziando "cause di sostegno" della stessa alla quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà.
Fonti della Polizia hanno inoltre chiarito:
“L'operazione non ha alcun collegamento con l'attentato di ieri sera a Bruxelles”.
L'attentato a Bruxelles
L’attentatore che, nella serata di lunedì 16 ottobre 2023 ha scatenato il panico a Bruxelles, uccidendo due persone, è inizialmente riuscito a fuggire in scooter. L'uomo, radicalizzato, era già noto ai servizi di intelligence. Dopo una caccia all’uomo è stato ferito dalla polizia: dopo una notte in rianimazione è deceduto.
Secondo quanto dice il ministro dell'Interno Annelies Verlinden, la polizia lo ha trovato a pochi chilometri dalla capitale. Il jihadista che ha aperto il fuoco in pieno centro, si trovava in un bar, dove un cliente lo avrebbe riconosciuto e subito dato l'allarme. All'arrivo delle forze dell'ordine c'è stata una sparatoria in cui il terrorista è rimasto gravemente ferito. L'uomo aveva con sé l'arma usata nell'attentato, ha aggiunto il ministro.
L’Europa corre ai ripari
In Francia sono già diversi gli episodi, fortunatamente rivelatisi infondati, che hanno portato all’evacuazione di luoghi simbolo del turismo come il museo del Louvre a Parigi e la reggia di Versailles.
Anche il governo italiano ha innalzato il livello di guardia, come è stato confermato dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Difesa Guido Crosetto. Nei giorni scorsi il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha effettuato una ricognizione degli obiettivi sensibili, aggiornando la lista che li elenca. In totale, hanno fatto sapere fonti del Viminale, sono 28mila luoghi e istituzioni monitorati con attenzione, per prevenire eventuali attacchi. Di questi, 205 sono quelli israeliani, in prevalenza sedi diplomatiche ed edifici di culto.
Piantedosi, ha comunque recentemente stemperato, affermando che al momento in Italia non c’è alcuna “evidenza immediata” di possibili raid, seppure l’attenzione sia “altissima”.
Sotto osservazione sono in particolare sedi consolari e istituzioni religiose, ma anche luoghi di aggregazione, musei e centri economici. Attenzione massima anche ai luoghi di culto, nelle principali stazioni ferroviarie, aeroporti e metropolitane.
Facendo un'analisi geografica, a Roma e Venezia, ad esempio, ci sono due dei più antichi ghetti ebraici al mondo: quello della Capitale risale al 1555, quello in Laguna addirittura al 1516.
Nella Città eterna, inoltre, sono ben 18 le sinagoghe, segno di una presenza ebraica storica e ben radicata. Ci sono inoltre l'Ambasciata e alcune residenze e sedi diplomatiche. Grande attenzione viene rivolta anche alle sedi di rappresentanza palestinesi, sull'Aventino, a Villa Gordiani e a San Giovanni.
A Milano, nel cuore del vecchio quartiere ebraico, si trovano la Sinagoga del Beltrami, il Memoriale della Shoah, il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, il Giardino dei Giusti e la newyorkese Casa 770.
In Piemonte, Torino è sede della più importante Comunità ebraica regionale, la terza in Italia. Tre le strutture principali sulle quali è stata rafforzata la sicurezza: la sinagoga, la scuola ebraica e la casa di riposo, tutte ospitate nel quartiere di San Salvario. Anche a Casale Monferrato, Carmagnola e Cherasco occhi aperti.
In Emilia Romagna attenzione alle sinagoghe e al museo ebraico di Ferrara, mentre in Toscana fari su Siena e Pitigliano. Forte radicamento anche nelle Marche (Ancona, Pesaro Urbino e Senigallia), mentre in Friuli è da tenere d'occhio la Sinagoga di Trieste, così come quella di Napoli in Campania.