Dopo 85 coltellate alla moglie è svenuto: i Carabinieri l'hanno trovato in casa col figlio piccolo
Emergono particolari raccapriccianti del brutale delitto consumatosi lo scorso settembre vicino a Venezia
Si pensa possa essere durata un paio di minuti la furia improvvisa di Alexandru Domitrova, lo scorso 23 settembre a Spinea, nel Veneziano. Due soli minuti. Un'eternità per la vittima Lilia Patranjel, che in quel lasso di tempo è stata raggiunta da 85 coltellate. 85 fendenti che quasi hanno tranciato di netto un braccio della donna che diceva di amare.
Femminicidio Spinea, la 40enne Lilia travolta dalla furia del compagno
Come riporta Prima Venezia, un resoconto inquietante quello che arriva ormai a mesi da quella tragedia che ha sconvolto la comunità di Spinea a non solo. L'uomo, il marito, è in carcere. Una settimana dopo il delitto aveva tentato di togliersi la vita infilandosi il manico di una scopa nell'occhio. Ora, però, sembra stia lentamente riacquistando lucidità. E questo significa anche il rendersi conto di quanto abbia fatto in quel momento di furia improvvisa.
Uccisa in due minuti con 85 coltellate
Ianosi fu arrestato, lo ricordiamo, il giorno dopo l'omicidio. Dopo l'aggressione letale ai danni della moglie era svenuto. E solo il giorno successivo fu in grado di telefonare ai Carabinieri per riferire l'accaduto. Quando i militari dell'Arma arrivarono a casa lo trovarono insieme al figlio di quattro anni.
Un precedente di violenza in famiglia c'era stato: nel mese di agosto la moglie aveva sporto denuncia dopo esser stata in Pronto soccorso per medicare alcune ferite riportate al culmine di un litigio proprio con il marito.
Il precedente
Ma poi, convinta dalle suppliche dell'uomo, aveva ritirato l'atto facendosi promettere che non sarebbe più accaduto nulla di simile. Ma le cose non erano cambiate. E proprio per questo motivo la compagna aveva deciso di lasciarlo. Potrebbe essere questo il motivo che avrebbe innescato la furia di Ianosi. L'idea di perderla, insomma. Cosa che poi è avvenuta ma nel più tragico dei modi. Per mano sua...
Roma, Bellaria, Trani: tre femminicidi, tanti i punti oscuri
Tre femminicidi in tre giorni. Tre episodi drammatici, gli ultimi registrati nelle ultime settimane, che allungano una scia di sangue infinita per una piaga che sembra non trovare una soluzione. Tre le vittime, a Roma, Bellaria e Trani; tre episodi, con tanti punti oscuri.
La prima vittima, in ordine di tempo, è stata Martina Scialdone, avvocatessa 34enne di Roma, freddata dall'ex compagno Costantino Bonaiuti, 61 anni, fuori da un ristorante della Capitale dopo una feroce discussione a cena nella tarda serata di venerdì 13 gennaio 2023.
Un episodio che ha sconvolto l'Italia anche per la dinamica e i punti oscuri. Alcuni testimoni hanno raccontato che i due avevano iniziato a litigare furiosamente a tavola, tanto che Martina si sarebbe rifugiata a un certo punto in bagno. Qui poi le versioni divergono: c'è chi sostiene che il titolare del ristorante abbia invitato la coppia a lasciare il locale e a continuare la discussione all'esterno, e invece c'è la dichiarazione dei gestori del Brado, il locale in questione, che sostengono di aver fatto tutto il possibile per salvare la 34enne. E anche di aver effettuato una prima chiamata al 112 quando ancora la lite era in corso.
Fatto sta che i due si sono poi allontanati e all'esterno Bonaiuti ha sparato all'avvocatessa, uccidendola. Anche la presenza della pistola è un fatto importante nelle indagini. Gli investigatori dovranno capire anche se nessuno si sia accorto che l'uomo era armato. Per questo molto probabilmente potrebbero essere sentiti - oltre ai ristoratori e al personale - anche alcuni dei clienti che in quel momento erano a cena nel locale.
Ma c'è anche un altro "giallo", che riguarda le condizioni di salute del 61enne ingegnere. In molti hanno raccontato che avesse un tumore, ma lui stesso avrebbe invece negato la circostanza davanti al suo avvocato.
Insomma, un quadro estremamente complesso, che dovrà essere ricostruito per filo e per segno dagli inquirenti, soprattutto per capire se Martina avrebbe potuto essere salvata.
Omicidio-suicidio a Bellaria
Poche ore più tardi, nel pomeriggio di sabato 14 gennaio 2023, a Bellaria, in Emilia Romagna, si è invece verificata una duplice tragedia. Secondo le ricostruzioni effettuate finora, Vittorio Cappuccini, 82 anni, ex agente della Polizia Locale, avrebbe freddato l'amica 70enne Oriana Brunelli in un parcheggio.
Secondo quanto ricostruito sinora, i due si erano dati appuntamento, ma poi avrebbero iniziato a discutere (non si conosce il motivo). Poi Cappuccini avrebbe freddato la settantenne nella sua auto, dopodiché sarebbe tornato alla propria vettura e avrebbe rivolto la stessa arma contro di sé, uccidendosi. I corpi sono infatti stati ritrovati nelle rispettive macchine.
Inutili i soccorsi portati dal personale del 118. I due erano già morti all'arrivo dell'ambulanza e dei Carabinieri, che dovranno ricostruire la storia delle vittime e cercare di comprendere il movente.
Cappuccini era noto in zona anche per le sue poesie, che postava sulla sua pagina Facebook. Pochi giorni prima del delitto ne aveva ripubblicata una del 1995, intitolata "Un addio", che si chiude con dei versi che alla luce dell'accaduto appaiono inquietanti:
"E credimi, se io un giorno io ti dovessi davvero perdere / Te lo confesso e te lo giuro, amore, preferirei morire"
Omicidio-suicidio a Trani: marito uccide moglie a coltellate e poi si toglie la vita
E' un caso di omicidio-suicidio anche quello avvenuto domenica 15 gennaio 2023 a Trani, in Puglia, dove Massimo Petrelli, 52 anni, ha ucciso la moglie di 45 Teresa Di Tondo e poi si è tolto la vita. Secondo quanto ricostruito sinora Petrelli avrebbe colpito la consorte alle spalle con un coltello, dopodiché si sarebbe impiccato in giardino. La coppia aveva una figlia adolescente.
Gli investigatori stanno sentendo parenti e amici della coppia per cercare di capire le motivazioni che hanno portato al gesto e stanno lavorando per ricostruire la dinamica dei fatti, che al momento però appare piuttosto chiara.