"Non lavorava per noi"

Cosenza, 23enne tunisino portato morto in ospedale: indagati i titolari di una sala ricevimenti

Nel Bresciano, un uomo di 55 anni è precipitato da circa tre metri durante lavori su un cantiere. Soccorso in codice rosso, le sue condizioni sono gravi

Cosenza, 23enne tunisino portato morto in ospedale: indagati i titolari di una sala ricevimenti

Ancora morti sul lavoro e infortuni. Drammatica la vicenda di Jaouher, arrivato in Calabria all’inizio dell’estate per lavorare in una struttura nel Cosentino. È stato portato morto in ospedale da due uomini che, inizialmente, hanno raccontato di non conoscerlo e di averlo trovato per strada. La Procura indaga, invece, per omicidio colposo: è emerso infatti che chi ha accompagnato il ragazzo al Pronto Soccorso fosse parente del titolare della struttura.

Se le indagini vedessero confermata la ricostruzione degli inquirenti, la drammatica morte del 23enne tunisino ricorderebbe la tragedia di Satnam Singh, il bracciante di origine indiana di 31 anni morto nel giugno 2024.

Diversa la versione dei proprietari della sala ricevimenti, che sostengono che il tunisino non lavorasse per loro e che abbia accusato il malore nei pressi dell’esercizio, motivo per il quale è stato portato in ospedale da loro.

Portato morto in ospedale a soli 23 anni

Jaouher Khammari  aveva appena 23 anni. Era arrivato in Calabria dalla Tunisia all’inizio dell’estate e avrebbe trovato impiego in una struttura per ricevimenti di Zumpano. In cambio del suo lavoro, secondo diverse informazioni, riceveva vitto, alloggio e qualche centinaio di euro al mese. Ma l’azienda ha respinto questa ricostruzione.

Martedì 23 settembre 2025 la sua vita si è interrotta bruscamente: è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza da due persone che hanno dichiarato di non conoscerlo e di averlo trovato per strada. Quando è arrivato, era già privo di vita. Le prime ipotesi parlano di una crisi respiratoria fatale.

Le indagini della Procura hanno però chiarito subito che i due accompagnatori non erano estranei: uno era parente del titolare della struttura e l’altro un dipendente. La pm Maria Luigia D’Andrea ha quindi iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo i legali rappresentanti dell’azienda. L’autopsia, disposta per chiarire le cause della morte, è stata eseguita il pomeriggio di lunedì 29 settembre.

La nota sindacale

“Abbiamo appreso con grande amarezza, a qualche giorno dai fatti, della tragica scomparsa di un giovane lavoratore tunisino di 23 anni, deceduto, pare, mentre svolgeva la sua attività in una sala ricevimenti nel Cosentino”. È quanto scrive in una nota Filcams Cgil Calabria, che si stringe attorno alla famiglia del ragazzo ed ai suoi affetti e chiede con fermezza che sia fatta piena luce su quanto è accaduto.

Se dovesse emergere che la morte è stata causata da negligenza o da condizioni di sfruttamento – prosegue il sindacato – questo confermerebbe le nostre preoccupazioni sui diritti e sulla sicurezza nei settori del turismo e del terziario. Chiediamo alle istituzioni un impegno serio e un pugno fermo: la salute e la sicurezza sul lavoro non devono mai essere compromesse, e chiunque lavori, merita dignità e rispetto. Continueremo a vigilare e a batterci affinché tragedie come queste non si ripetano più”.

La sorella chiede la verità

Allertata da un connazionale, la sorella che vive in Emilia Romagna si è subito precipitata a Cosenza. La donna, distrutta dalla tragedia, chiede verità su quanto accaduto al fratello nelle ultime ore di vita.  La famiglia di Jaouher Khammari è rappresentata dall’avvocato Andrea Manna.

Se venisse confermata la ricostruzione (ed i sospetti della Procura), la drammatica morte del 23enne riporterebbe alla memoria quella di Satnam Singh, il bracciante di origine indiana di 31 anni che nel giugno 2024 aveva perso un braccio nell’azienda agricola dove lavorava in nero, in provincia di Latina. Dopo l’infortunio gravissimo e nonostante le condizioni dell’uomo, il capo lo aveva caricato sul furgone e lo aveva abbandonato per strada, davanti alla sua abitazione. L’arto era stato messo in una cassetta della frutta che è stata lasciata accanto al corpo ferito.

L’uomo è morto due giorni dopo, all’ospedale San Camillo di Roma, dove era stato ricoverato, in seguito alle gravissime ferite riportate e, molto probabilmente, alla mancanza di soccorso.

La versione della struttura

L’avvocato Antonio Iaconetti, legale dei titolari della sala ricevimenti di Zumpano coinvolti nelle indagini, ha voluto chiarire alcuni punti relativi alla morte del 23enne tunisino. Secondo la difesa, Jaouher Khammari non era arrivato al Pronto Soccorso già privo di vita, ma si era sentito male mentre era fuori dalla struttura e si era recato a salutare alcuni connazionali. Il giovane sarebbe stato tempestivamente soccorso dal figlio del proprietario e da altri collaboratori, che lo hanno accompagnato in ospedale, dove purtroppo è deceduto circa mezz’ora dopo l’arrivo.

L’avvocato ha inoltre precisato che Khammari non lavorava regolarmente nella struttura e non riceveva vitto, alloggio o stipendio mensile.

Cade da un ponteggio: grave un operaio

Spostandoci al nord, in Lombardia, stamane, 30 settembre 2025, ennesimo incidente sul lavoro in provincia di Brescia. Come riportato da Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) l’allarme è scattato poco prima delle 11.15 in codice rosso nella frazione di Ponte Zanano, a Sarezzo.

Dalle prime ricostruzioni pare che un uomo di 55 anni sia caduto da un ponteggio, da un’altezza di circa tre metri. Il 55 enne ha riportato trauma cranico e al volto. Ad intervenire tempestivamente sul posto un’ambulanza, un’auto infermieristica, le Forze dell’Ordine e Ats. Ad alzarsi in volo da Brescia anche l’elisoccorso.

Le condizioni del ferito sarebbero gravi. Sul posto sono giunti anche i tecnici dell’Ats incaricati dei rilievi e conseguentemente delle verifiche del rispetto delle norme di sicurezza nel cantiere.

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