Cosa è successo ad Alessia Piperno, la 30enne arrestata in Iran
Il padre Alberto ha denunciato l'arresto della figlia travel blogger su Facebook.
La prolungata protesta in Iran, dopo la morte di Mahsa Amini, sta tenendo tutto il mondo col fiato sospeso. Alla durissima contestazione della popolazione, soprattutto femminile, contro il governo, gli organi di polizia stanno rispondendo con azioni di repressione massiva. Nelle ultime ore, tuttavia, il nostro Paese si è focalizzato con attenzione sulla vicenda iraniana a seguito di una gravissima notizia che ha riguardato una nostra connazionale: Alessia Piperno, 30enne romana, come affermato dal padre Alberto su Facebook, sarebbe infatti stata arrestata a Teheran lo scorso 28 settembre 2022, nel giorno del suo compleanno.
Alessia Piperno, 30enne romana arrestata in Iran
La drammatica notizia è arrivata proprio dalla voce del padre Alberto, titolare di una libreria a Colli Albani (Roma), che ha affidato tutto il suo dolore ad un post su Facebook, nel quale ha allegato anche una fotografia della figlia Alessia Piperno, ragazza romana di 30 anni arrestata a Teheran, in Iran.
"Questa ragazza è Alessia Piperno, ed è mia figlia. È una viaggiatrice solitaria, gira il mondo per conoscere usi e costumi dei popoli. Si è sempre adeguata e rispettato le tradizioni e, in certi casi, gli obblighi, di ogni paese che ha visitato".
Dopo una breve presentazione di sua figlia, Alberto è andato subito dritto al punto:
"Erano 4 giorni che non avevamo sue notizie, dal giorno del suo 30esimo compleanno, il 28 settembre. Anche il suo ultimo accesso al cellulare riporta quella data. Stamattina arriva una chiamata. Era lei che piangendo ci avvisava che era in prigione. A Teheran. In Iran".
Queste le circostanze che hanno portato al suo arresto.
"Era stata arrestata dalla polizia insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno. Sono state solo poche parole ma disperate. Chiedeva aiuto. Ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione. Ci dicono che si stanno muovendo…. E noi genitori, e il fratello David, non riusciamo a stare con le mani in mano".
Infine il suo appello social:
"Non si può stare fermi quando un figlio ti dice "vi prego, aiutatemi" …. Non sono un postatore di foto e non uso quasi mai social ma oggi non ho potuto farne a meno…. Voglio che si sappia e che questa notizia raggiunga più persone possibili, magari arrivare a quella giusta che può aiutarci. Grazie".
Cosa ha fatto prima dell'arresto
Al momento, oltre alla testimonianza del padre, sulla vicenda di Alessia Piperno si conoscono pochi altri dettagli. La giovane sarebbe giunta in Iran insieme ad altre persone, tra cui un polacco, un francese e addirittura un altro italiano. Il suo gruppo, prima di arrivare nella capitale Teheran, avrebbe visitato Rasht, la città iraniana ad una trentina di chilometri dal mar Caspio, capoluogo della regione di Gilan.
Il loro viaggio sarebbe andato tutto tranquillo fino allo scorso 28 settembre, giorno del suo compleanno, nonché quello del suo arresto. La Farnesina è attualmente al lavoro per cercare di avere quante più informazioni possibili sulla vicenda, che al momento resta ancora avvolto dal mistero.
Travel blogger seguitissima su Instagram
Facendo un'analisi dei vari social media, insieme al racconto del padre Alberto, è emerso che Alessia Piperno fosse una seguitissima travel blogger con ben 20mila followers su Instagram. Su questa piattaforma, la 30enne romana aveva pubblicato un ultimo post proprio dall'Iran, cinque giorni fa, nel quale celebrava sia i suoi 30 anni, sia l'inizio del suo settimo anno di viaggio per il mondo.
"Tra pochi giorni inizierà il mio settimo anno in viaggio. Eppure quando mi guardo indietro, mi sembra ieri quando caricai il mio primo zaino sulle spalle, per raggiungere la terra dei miei sogni, l’Australia. Al tempo avevo appena compiuto 24 anni, mentre oggi ne compio 30. Mi ero ripromessa che a 30 anni mi sarei fermata, ed ora eccomi arrivata a questo giorno e mi chiedo 'sono pronta a fermarmi?'. No, affatto. Questi anni sono stati i più belli della mia vita, i più vissuti, dove ho imparato e disimparato così tanto, dove ho incontrato popoli e amici meravigliosi, e dove ho scoperto le vera bellezza del nostro pianeta".
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Il post sulla protesta in Iran
Un paio di giorni prima, invece, Alessia aveva postato un'altra immagine nella cui didascalia si esprimeva riguardo la dura protesta che si è verificata in Iran a seguito della morte di Mahsa Amini.
"Per noi viaggiatori, turisti, vacanzieri in terre straniere, è facile giudicare, dire la nostra, restare finché è tutto bello, per poi salire su aereo e andarcene. Eppure per quanto questa possa essere la decisione più saggia da prendere, io non ci riesco. Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. E non lo faccio per sfidare la sorte, ma perché anche io ora, sono parte di tutto questo. Questa terra mi ha accolta a braccia aperte, è vero, non è stato sempre facile, ma dopo due mesi e mezzo, mi è entrata dritta, dentro e profonda nel cuore.
Noi europei non sappiamo nulla di questa gente, le notizie che ci arrivano sono ritoccate, e siamo stati abituati troppo bene a marciare come burattini, credendo a tutto ciò che ci viene raccontato. Qui invece, la gente è stufa di essere un burattino, ecco perché migliaia di persone stanno scendendo nelle piazze a protestare.
Stanno manifestando per la loro libertà. Donne, uomini, adolescenti e anziani. E ognuno di loro, ogni singola persona, rischia la propria vita quando va per le strade. 'Ma non hai paura?'. Ho chiesto ad Hamid pochi giorni fa, prima che uscisse a protestare. 'Certo che ho paura, ma se continuiamo a vivere nella paura e nel silenzio, non vedremo mai la libertà'.
In tanti hanno già perso la vita, in tanti non vedranno mai quella libertà per cui hanno rischiato e lottato, ma se un giorno questo sarà un paese libero, è merito di queste persone, di queste ragazze che scendono in piazza e danno fuoco ai loro hijab, e a quei uomini che stanno combattendo per le loro donne. Ed è per questo che quando scende la notte e l’eco degli spari si emana nella città, Mesan accende la musica ad alto volume, e fa partire quella canzone. 'Questo è il fiore, del partigiano, morto per la libertà'".
Alcune immagini dal suo blog
Alessandro Balconi